Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Il Cinquecento trionfa a Firenze - la mostra a Palazzo Strozzi fino a gennaio 2018

Recensione della mostra Il Cinquecento a Firenze visitabile a Palazzo Strozzi di Firenze dal 21 settembre 2017 al 21 gennaio 2018

Il 21 settembre 2017 a Palazzo Strozzi a Firenze si è inaugurata la mostra Il Cinquecento a Firenze. curata da Carlo Falciani e Antonio Natali. Questa esposizione è l’atto conclusivo di una trilogia iniziata nel 2010 con la mostra dedicata a Bronzino e poi nel 2014 dedicata a Pontormo e Rosso Fiorentino.
Sono ammirabili 75 opere (tra dipinti e sculture), suddivise in otto sale, di 41 artisti che ben esprimono quelli che erano i fermenti culturali del tempo. Naturalmente non è possibile nominare tutti i pittori e scultori presenti, ma non è doveroso ricordare nomi come: Michelangelo, Pontormo, Rosso Fiorentino, Bronzino, Giorgio Vasari, Benvenuto Cellini e Giambologna.

Molte delle opere esposte provengono da musei internazionali, collezioni private e chiese toscane e quindi questa è veramente una grande occasione per poter vedere molte opere che altrimenti non sarebbe possibile ammirare, oltretutto per l’occasione sono stati eseguiti 17 importanti restauri.
All’inizio del percorso espositivo, che gioca molto sul confronto tra “maniera moderna” e controriforma e tra sacro e profano, nelle prime due sale è stato idealmente riassunto ciò che era presente anche nelle due precedenti mostre ma con opere allora non esposte; ci troviamo di fronte al Dio fluviale di Michelangelo e soprattutto al confronto proposto tra le tre Deposizioni del Rosso Fiorentino, Pontormo e Bronzino. Proseguendo troviamo la sala dedicata agli Altari della controriforma, quella dei ritratti fiorentini del secondo Cinquecento, segue quella dedicata agli stili dello studiolo di Francesco I de’ Medici a Palazzo Vecchio per poi proseguire tra allegorie e miti trovandosi immersi nella sensualità, dove spicca come altissimo esempio Venere e Amore di Alessandro Allori; per finire le ultime due sale accolgono opere che traghettano l’arte cinquecentesca verso il Seicento e quindi verso una nuova ottica.
Pur essendo molti i capolavori da approfondire, meritano un breve cenno sia la Deposizione dalla croce di Rosso Fiorentino che la Deposizione di Pontormo, stessa la tematica ma diversa struttura compositiva. Il primo, caratterizzato da tinte fredde, trasmette tutta la tragicità dell’evento ed è nettamente separato in due parti: nella parte alta tutte le figure tendono verso il fulcro che è il Cristo, mentre nella parte bassa è rappresentato tutto lo strazio delle donne. La seconda Deposizione in effetti rappresenta il momento successivo alla crocifissione, il trasporto verso il sepolcro e l’allontanamento dalla Vergine. Le due figure principali sono stavolta divise diagonalmente ponendo come fulcro la mano della Vergine protesa verso il figlio.
Un motivo in più per non mancare a questo appuntamento, sono le varie attività ad esso collegate come le postazioni multimediali che permettono di approfondire le tematiche presenti, la sala dell’Accademia in cui sarà possibile mettersi alla prova con il disegno e soprattutto il percorso FUORIMOSTRA che offre un itinerario di luoghi toscani con lo scopo di valorizzare il territorio. Collateralmente anche un ciclo di conferenze che si svolgeranno in varie città della Toscana e che saranno tutte tese ad approfondire i contenuti in mostra.

Gabriele Isetto
5 ottobre 2017

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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