Recensione dello spettacolo Racconti disumani in scena al Teatro Quirino di Roma dal 30 gennaio al 4 febbraio 2024
Si presenta come un lavoro sofisticato, accurato e tragicamente attuale questo spettacolo diretto da Alessandro Gassman che vede come unico protagonista un incredibile Giorgio Pasotti.
Il sipario si apre su una scena essenziale e funzionale ai due racconti scelti dal regista, cioè “Una relazione accademica” e “La tana”: nel primo Pasotti gioca, gira intorno, scende e sale da una sedia vestito di tutto punto e, nonostante un tono di voce profondo e obliquo, è facile accorgersi che, dietro un atteggiamento e un aspetto umani, il suo personaggio è quello di una scimmia. Si cambia completamente registro nel secondo racconto: Pasotti diventa ansiogeno, nevrotico e iperattivo nei panni di una talpa impegnata nella cura e difesa ossessiva della sua tana.
Ad aiutare nella comprensione dei due differenti tipi di personaggi sono anche le luci: il lavoro di Marco Palmieri si rivela davvero peculiare, puntuale e attento a disvelare le sfumature di carattere della scimmia umanizzata così come a far entrare lo spettatore nei cunicoli della talpa. Inoltre, notevole è stata anche l’impresa compiuta da Emanuele Maria Basso di adattare i due racconti al palcoscenico senza perderne l’anima e il significato e presentarli al pubblico in chiave odierna.
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