Mercoledì, 24 Aprile 2024
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LENI RIEFENSTHAL, un’illusionista per una dittatura della bellezza arte-fatta

Recensione dello spettacolo “Leni, il trionfo della bellezza” andato in scena al Teatro Brancaccino dal 6 al 9 dicembre 2018


Vieni dal cielo profondo o esci dall’ abisso,
Bellezza? Il tuo sguardo, divino e infernale,
dispensa alla rinfusa, il sollievo e il crimine,
ed in questo puoi essere paragonata al vino. (…)
(Inno alla bellezza, C. Baudelaire, Les fleurs du mal).

 

Leni Riefenstahl, celebre e innovativa cineasta vicina al Führer, ha celebrato con le sue opere il culto della bellezza e della potenza fornendo al nazismo l’immagine propagandistica più adeguata a mietere consensi e a consolidare presso la popolazione l’adesione ai valori politici e morali sostenuti da Hitler.
Corpi perfetti, inquadrature sontuose, masse di militanti riprese dall’ alto come in un’unica volontà sottomessa al Führer “il vostro corpo appartiene alla nazione” (da “Il Trionfo della volontà”).

Leni ha sempre rappresentato un enigma, ha smentito fino alla morte la sua adesione alla politica nazista e negato di sapere quanto avveniva nei campi di concentramento.
Ma è davvero possibile che il suo occhio disincantato, fisso sulle vette degli ideali di bellezza e perfezione, mirasse troppo in alto per accorgersi di quanto avveniva tutto intorno a sé? Chi era Leni Riefenstahl?
Leni, interpretata da Valentina Acca, ci racconta in prima persona la sua parabola di vita privata e professionale: gli studi di danza, il primo ruolo come attrice nel film “La montagna dell’amore” fino all’approdo alla regia con il film “La Bella maledetta”, poi la conoscenza con Hitler e il film di propaganda politica “Il Trionfo della Volontà”, il rapporto conflittuale con Goebbels. Infine, la realizzazione del film celebrativo delle Olimpiadi di Berlino del 1936 “Olympia”, capolavoro assoluto che rivoluziona il linguaggio cinematografico di un’epoca e influenza quella successiva incoronandola prima regista donna di successo in tutto il mondo.
La Leni che parla è quella arrestata e interrogata a ridosso della sconfitta della Germania nel 1945. Sensazioni, emozioni, pensieri, opinioni, relazioni personali della cineasta corredano la carrellata di eventi raccontati in una sorta di arringa difensiva in risposta ad un ipotetico inquirente fuori dalla scena: “No, io non sapevo! (..) Non mi occupo di politica! (…) Non sono mai stata iscritta al partito!”.
Bravissima Valentina Acca, unica attrice in scena, ci accompagna in questo viaggio alla scoperta di Leni con il contributo di immagini e filmati di repertorio originali proiettati sulla parete di fondo.
Il lungo monologo ha un ritmo serrato e tiene viva l’attenzione dello spettatore anche grazie alla caratterizzazione emotiva del personaggio, in particolare si resta colpiti dagli occhi dell’attrice che pur dando forma alle emozioni trattengono l’algidità tipica delle dive nordiche del tempo. Particolare attenzione viene data anche alle luci di scena, importanti per una maniaca della perfezione come Leni, sempre attenta a dare l’immagine giusta.

Con la proiezione di “Olympia”, opera che la consegna alla storia, Leni esce di scena, è tra il pubblico e ci stringe la mano per raccogliere i consensi. Eppure quella stretta di mano brucia sulla pelle e ci fa sentire il peso di un compromesso colpevole perché non si possono ignorare quei cumuli di fogli proprio sotto la sedia di Leni, nei quali un occhio attento, seppur da lontano, riconosce immagini di prigionieri ebrei. I fogli sono lì dall’ inizio dello spettacolo, ma Leni sembra accorgersene solo alla fine e solo perché interrogata “No, io non lo sapevo! E Dio? Dio lo sapeva?".
Forse Dio era proprio in quelle vite spezzate con efferata crudeltà.  “Dio è morto”, ucciso come lo è stata l’umanità devastata nei campi di sterminio.
Troppo vicina al potere Leni, per non sapere!

Ed ecco infine, arriva la confessione di un’illusionista di professione con una stoccata finale agli spettatori di tutto il mondo e di tutte le epoche inchiodandoci a responsabilità personali: “Scusate, è stato tutto un trucco! Da piccola un’illusionista mi ipnotizzò e io feci finta di essere sotto ipnosi, poi alla fine volevo confessare l’inganno ma il pubblico preferiva pensare che fossi stata ipnotizzata”.
Cosa facciamo finta di non vedere oggi pur di aderire agli ideali di bellezza e prestigio sociale propagandati dai mezzi di comunicazione di massa? Davvero ignoriamo dove, come, da chi e a quale prezzo vengono confezionati certi beni di consumo? La dittatura della “bellezza confezionata” ha ancora molti sudditi!

 

Anna Valentina Pappacena
10 dicembre 2018

 


Informazioni

 

LENI, IL TRIONFO DELLA BELLEZZA
Di Irene Alison
Con Valentina Acca
Regia di Marcello Cotugno
Produzione Khora

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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