L’artigiano della scena, Riccardo Caporossi, ci riceve nel suo “teatro da camera”, tra storie, romanzi fatti a pezzi, commedie, scherzi, trucchi, per raccontare l’uomo attraverso la metafisica purezza della marionetta. Con IL TEATRO DA CAMERA DI CAP, un progetto speciale Mibact, realizzato in collaborazione con il Teatro di Roma – Teatro Nazionale, in scena dal 20 al 29 ottobre al Teatro India, l’artista offre un’opera in tre movimenti: Immagine scomposta, Marionette, Così … vi pare, per restituire al pubblico la sua poetica, il suo modo e il suo mondo minimale, da raffinatissimo artigiano qual è, fra gioco, visioni, magie, sorprese, poesia visiva.
Dopo Forme e Mura, creazioni ospitate nelle passate stagioni del Teatro di Roma, Riccardo Caporossi individua nel “teatro da camera” un altro aspetto del suo lavoro con la stessa modalità, sia compositiva che di luogo di esecuzione, in quanto attribuisce un carattere intimo e raccolto a queste nuove costruzioni sceniche. Non si tratta di eseguire lo spettacolo in una stanza, ma questa diviene il luogo metaforico del mondo di dentro appartenente a ciascuno di noi, che si confronta con il mondo di fuori, costruendo un nuovo rapporto tra attore e pubblico. Il progetto mostra ancora l’istinto extraterritoriale dell’artista, il quale ha sempre amato portarsi al di là dei rigidi recinti disciplinari e linguistici pur conservando legami con la tradizione teatrale; vedendo nel Teatro il luogo della immaginazione in cui far germinare un significativo senso: sociale, politico, critico, contraddittorio, provocatorio, ricercatore. «L’applicazione artigiana dei vari ambiti disciplinari nella estrema ricerca della materia teatrale ha messo in funzione un vero laboratorio dove far confluire conoscenza, intuizione e l’inesauribile impegno di un lavoro indirizzato a scoprire e restituire quel percorso millimetrico fatto di lente conquiste per comprenderne il linguaggio e lo stile», commenta Riccardo Caporossi.
IL TEATRO DA CAMERA DI CAP si compone di tre movimenti: il primo movimento (20/21/22 ottobre), Immagine scomposta: attraverso un gioco di scatole che si aprono, si compongono e ricompongono in piccoli spazi mutevoli, si intravede la sfuggente e mutevole presenza dell’uomo. Ci si addentra in un mondo immaginario, esistenziale, per spiarne passioni, conflitti, tensioni, barattati sul ring che chiamiamo vita, incontrando oggetti-chiave che li possono rappresentare, per unirli in una indissolubile complicità. La scatola prospettica materializza lo spazio nero e vuoto del fondo, imprigionandovi figure e oggetti; ascoltando sequele di giustificazioni che depositano a terra parti di figura, da ricucire come se fosse un pupazzo. Sua sintesi: un cappello, un paio di scarpe, un gomitolo.
Secondo movimento (24/25/26 ottobre) Marionette, tratto da Il Teatro delle Marionette di Heinrich von Kleist, si persegue un ideale di impersonalità e astrazione per raccontare l’uomo attraverso la metafora della marionetta e la sua elaborazione minimalista. La marionetta è infatti una delle metafore più potenti del senso che l’uomo ha di sé: libero e guidato misteriosamente dall’esterno, creatore del proprio destino ma anche determinato dalla cultura della società cui appartiene, non solo nelle azioni, ma fin nelle più intime emozioni, aspirazioni e desideri. Essa, con la sua apparenza, unisce e divide i punti speculari del problema che consiste nel rapporto tra inanimato e animato in quanto implica la reale presenza dell’uomo, il marionettista, sia esso visibile o nascosto. Nello spettacolo la marionetta perde il movimento, ovvero l’attributo fondamentale del suo statuto linguistico, diviene un simulacro inerte, una spoglia priva di vita, ridotta agli elementi essenziali che evocano una presenza paragonabile all’uomo: scarpe e cappello. Il dialogo visivo, verbale e sonoro che esalta la grazia del movimento e l’immobilità ambigua e inquietante dei due oggetti che ne rappresentano le estremità, sottraendo il corpo inanimato che ne è l’emblema, diviene il nodo fondamentale dello spettacolo.
Terzo movimento (27/28/29 ottobre) Così … vi pare, tratto dalla novella La Signora Frola e il Signor Ponza, suo genero e la trasposizione teatrale Così è se vi pare di Luigi Pirandello. Il piccolo mondo dei tre fantasmi, due visibili e uno invisibile, che hanno dietro di sé un’esperienza dolorosissima, dalla guerra al terremoto, dalla pazzia alla morte, essi invocano il silenzio della pietà contro il quale si accanisce la pettegola curiosità dei salotti. Ma la suocera e il genero sono costretti a recitare per gli altri un secondo dramma, sostenendo i ruoli a cui sono stati inchiodati, pur di continuare a vivere. La signora Frola e il signor Ponza si accaniscono brutalmente l’una contro l’altro, ma, in fondo, sono legati da una reciproca compassione. L’intermediario tra i due esclusi-attori e la società-pubblico resta solo una immateriale coscienza critica del dramma. Il pubblico-società viene invitato a seguire l’una e l’altro degli attori-esclusi, sventurati costretti a chiudersi in una disperata solitudine.
Redazione
16 ottobre 2017
Informazioni
IL TEATRO DA CAMERA DI CAP
I movimento IMMAGINE SCOMPOSTA _ 20/21/22 ottobre
II movimento MARIONETTE _ 24/25/26 ottobre
III movimento COSÌ ... VI PARE_27/28/29 ottobre
scrittura scenica, installazione visiva, regia Riccardo Caporossi
attori Riccardo Caporossi, Nadia Brustolon, Vincenzo Preziosa
musicisti Sergio Quarta, Elena Somarè
luci Nuccio Marino
Produzione Club Teatro – Rem & Cap Proposte
in collaborazione con Teatro di Roma – Teatro Nazionale
Progetto Speciale MIBACT
Orari spettacolo:
Il Teatro da camera di Cap è composto da tre movimenti:
Immagine scomposta, Marionette e Così … vi pare.
Per ciascun Movimento sono previste 3 repliche
Immagine scomposta
20 ottobre 2017 ore 20.00
21 ottobre 2017 ore 20.00
22 ottobre 2017 ore 17.00
Marionette
24 - 25 - 26 ottobre ore 20.00
Così … vi pare
27 - 28 ottobre ore 20.00
29 ottobre ore 17.00
Durata spettacolo: 65 minuti
TEATRO INDIA
Lungotevere Vittorio Gassman (già Lungotevere dei Papareschi) – Roma
www.teatrodiroma.net