Giovedì, 25 Aprile 2024
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12 Soldiers: Ottimo War Movie o ennesima delusione?

#recensione 12 Soldiers, regia di Nicolai Fuglsig
 
È l’11 settembre del 2001 e Mitch Nelson, capitano di un’ex unità delle forze speciali che risponde al nome di ODA 595, si sta trasferendo in una nuova casa insieme alla moglie e alla figlia. 
Arrivata la notizia dell’attentato alle torri gemelle, l’uomo decide di rimettere insieme la squadra e si offre volontario per guidarla in Afghanistan. Il suo comandante, Bowers, rifiuta la proposta poiché ritiene che egli non abbia la giusta esperienza sul campo. 
Fortunatamente, però, un veterano di nome Hal Spencer riesce a persuadere Bowers a riassegnare la squadra a Nelson. Il gruppo, composto da 11 soldati più Mitch, parte prima per una preparazione in Uzbekistan, dove avrà molti più dettagli sulla missione, e arriva in Afghanistan.
Obbiettivo della squadra è guadagnarsi la fiducia di Abdul Rashid Dostum, leader della cosiddetta “Alleanza del Nord”, e liberare dall’offensiva dei talebani la roccaforte di Mazar-I-Sharif, situata nel nord del paese a 30 miglia a sud dalla loro posizione. Inoltre, il capitano Nelson, dovrà rischiare il tutto per tutto al fine di mantenere la promessa di tornare a casa dalla sua famiglia per Natale. Ciò significa che avrà a disposizione solamente tre settimane di tempo…
 
12 Soldiers non è solo un ottimo film sulla guerra in Afghanistan ma è anche uno dei prodotti che maggiormente merita in questa stagione cinematografica-
In primis siamo rimasti colpiti dal fatto che Fuglsig, nonostante si trovi dinnanzi alla sua opera prima, ha avuto una mano registica potentissima, consapevole e, soprattuto, mirata a far empatizzare lo spettatore con ogni singolo componente della squadra.
L’epicità domina la maggior parte della pellicola e viene accentuata dalla potentissima colonna sonora di Lorne Balfe.
Per quanto riguarda il resto del lato tecnico, vorremmo sottolineare anche la sceneggiatura poiché 12 Soldiers si basa sul libro “horse soldiers” del giornalista Doug Stanton, basato sulla vita dell’agente della CIA e militare delle forze speciali Mark Nutsch da cui il personaggio interpretato da Chris Hemsworth prendde ispirazione.
Il finale è stato molto emozionante da un punto di vista prettamente visivo.

Quello che, però, non ci ha convinti è stata la tecnica adottata da Fuglsig nei minuti finali della pellicola: infatti, con nostro dispiacere, sembra che il regista abbia perso la verve e la grinta che, fino a quel mometo, aveva rappresentato la colonna portante di un film il cui protagonista non è mosso solamente da una grande dose di amore per la propria patria ma, soprattutto, di amore verso i propri doveri: è l’infinito amore per la sua famiglia a guidare Mitch lungo le più di due ore di film ed è quello che prova per i componenti della sua squadra a ricordargli di andare fino in fondo.
Per quanto riguarda le interpretazioni, Chris Hemsworth ha dato una prova attoriale profondissima e, al tempo stesso, molto carismatica. Altro ruolo, importante ai fini della vicenda narrata nel film, è quello di Hal Spencer interpretato da un Michael Shannon calato alla perfezione nel ruolo.

Gli unici punti a sfavore del film sono in primis la durata eccessiva per una storia che si sarebbe potuta raccontare in molto meno tempo. Successivamente il ritmo tremendamente discordante: si passa infatti da scene molto veloci a scene lente, evitabili ma, fortunatamente, non noiose. Ultimo fattore da considerare negativo è il doppiaggio italiano che, se da un lato si appoggia sull’intensità di Massimiliano Manfredi e Pino Insegno, dall’altro riesce a rendere macchiettistico un personaggio meraviglioso come il generale Dostum.

12 Soldiers, opera prima dell’esordiente Nicolai Fuglsig, è un eccellente film di guerra prodotto dalla Jerry Bruckheimer Films che, anni fa, si occupò della realizzazione di Black Hawk Down.

Laddove quest'ultimo non riuscì a convincerci fino in fondo per via di numerosi problemi ed ingenuità, 12 Soldiers fa leva su un cast molto ben curato, delle interpretazioni memorabili, una splendida colonna sonora ed una regia quasi sempre limpida. Certamente non si tratta di un film perfetto ma, in relazione alla materia che intende trattare, è uno dei migliori, se non il migliore, prodotti cinematografici riguardanti la guerra in Afghanistan ed è capace di rapire lo spettatore fino alla fine nonostante gli errori e le ingenuità più che comprensibili per un esordio alla macchina da presa.
 
 
 
VOTO 8,5
 
 
Nicolò Ferdinandi
 
18 luglio 2018

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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