Mercoledì, 24 Aprile 2024
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I più bei libri francesi di tutti i tempi da leggere o rileggere.

 

 

Vi affascina la letteratura francese? Avete sentito parlare di qualche autore ma non sapete quale suo libro scegliere?Non preoccupatevi siamo qui proprio per questo.

La letteratura francese è vasta e ricca di grandi autori quindi non si possono inserire tutti in un’unica rubrica ma possiamo darvi una mano a scegliere. Ci sono infatti  quegli autori che tutti devono assolutamente avere in libreria. State pensando ai grandi classici francesi? Si ci saranno ma non solo quelli! Anche alcuni autori contemporanei meritano di essere letti e riletti. Vi proponiamo quindi i 10 romanzi che a nostro parere sono i più rappresentativi e vanno letti.

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Il giallo che non avete ancora letto ma non potete perdervi

 

Ci sono quei libri che almeno una volta nella vita vanno letti, libri indimenticabili che hanno fatto la storia della letteratura. Classici intramontabili ma anche libri degli ultimi anni che sono diventati un must per le loro peculiarità.

Quale è momento migliore, se non questo per recuperare e leggere quel libro che avremmo sempre voluto leggere e non ne abbiamo mai avuto il tempo? In questo momento storico in cui dobbiamo stare a casa per il bene nostro e di tutta la società vi offriamo un sostegno per recuperare le lacune.

Iniziamo proponendovi i gialli che a nostro parere vanno assolutamente letti. Alcuni sono molto noti, altri meno ma ognuno è un capolavoro da leggere.

 

Ecco la nostra selezione:

 

Il porto della nebbia di Georges Simenon, Adelphi

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Un uomo di una cinquantina d'anni viene fermato sui Grands Boulevards mentre si aggira in preda al panico fra autobus e macchine. Non ha documenti e dai suoi abiti sono state strappate le etichette. Non riesce a parlare. Qualche mese prima una pallottola gli ha spaccato il cranio, trasformandolo in una figura senza identità e senza memoria. In compagnia di questa muta silhouette, il commissario Maigret si immergerà nelle nebbie silenziose di Ouistreham, per sciogliere un enigma che ha la stessa cangiante apparenza del brumoso paesaggio normanno: "Alcuni istanti prima tutto sembrava morto, deserto. E adesso Maigret, che cammina lungo la chiusa, si accorge che la nebbia pullula di forme umane... Più avanza e più quell'universo di nebbia si popola."

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Recensione di Finché il caffè è caldo di Toshikazu Kawaguchi. Il romanzo è edito dalla Garzanti, una delle più antiche e prestigiose case editrici italiane

 

In questo nuovo appuntamento abbiamo deciso di analizzare Finché il caffè è caldo, un romanzo che è stato un caso editoriale in Giappone e ha conquistato tutto il mondo. Un libro che invita a cogliere l’attimo, perché pur potendo tornare indietro come fanno i protagonisti, il passato non si può cambiare. Bisogna vivere l’istante presente e farlo intensamente così da non avere rimpianti. Lo stesso titolo è una esortazione accogliere l’attimo poiché il tempo che hanno a disposizione  i protagonisti per viaggiare è solo quello di un caffè. 

“La vita, come il caffè, va gustata sorso dopo sorso, cogliendone ogni attimo.”

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Ritorniamo con un nuovo appuntamento della rubrica #checlassico in cui proveremo ad analizzare una delle opere più discusse e controverse della letteratura italiana: Il Principe di Niccolò Machiavelli. Nel 1559 l’opera fu inserita, nel clima del Concilio di Trento, all’interno dell’Indice dei libri proibiti. Per secoli il messaggio machiavelliano è stato tradotto con la riduttiva e, per certi aspetti, banalizzante formula: “Il fine giustifica i mezzi”. Il pensiero che si cela dietro Il Principe, ad un esame accurato risulta molto più complesso, originale, anticonformista di quanto si è creduto nei secoli.

Lo sguardo penetrante, scevro del velo dell’ipocrisia, con cui l’autore ha indagato la politica, è un elemento rivoluzionario nella trattatistica del Cinquecento e di rottura irreparabile col passato. L’orizzonte culturale in cui si muove Machiavelli, non aveva mai osato dubitare dell’immagine ideale di un governante, presentato sempre come l’incarnazione della morale vigente.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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