Martedì, 08 Ottobre 2024
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Recensione di Fuoco su tre sorelle in scena al Teatro Sala Uno dal 20 al 22 marzo

"PEEL SLOWLY AND SEE" (Andy Warhol)

Cechov... ancora una volta Cechov.

Però stavolta con quel qualcosa in più, tipico del linguaggio più proprio del teatro d'avanguardia, che l'ha reso meno patetico e più piacevole.

La storia è sempre la stessa: in una casa nella campagna russa, tre giovani sorelle di estrazione borghese, Olga, Maša e Irina, passano le loro estenuanti e noiose giornate svolgendo i loro insoddisfacenti lavori nell'attesa di tornare finalmente a Mosca, dove pensano di riuscire ad evadere dagli schemi imposti dal loro status sociale e quindi di porre fine alle loro frustrazioni.

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Recensione di Una volta nella vita in scena al Teatro Petrolini dal 18 al 29 marzo

Riprendere coscienza e aprire gli occhi sdraiati su un lettino di metallo, al freddo, coperti solo da un lenzuolo… è quello che succede ai tre protagonisti di questa commedia dai toni leggermente surreali.

Il primo a svegliarsi è un rapinatore che quando si accorge di dove si trova inizia a far un gran rumore cercando di aprire l'armadietto dove presuppone ci siano i suoi indumenti.

Tanta confusione fa svegliare un banchiere logorroico e nevrotico che con un colpo ben assestato risolverà tutto attirandosi la attenzione e momentanee simpatie non desiderate.

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Recensione di Finale di partita in scena al Teatro degli Audaci dal 7 al 22  marzo

"Finita, è finita, sta per finire, sta forse per finire"

Queste le parole con cui esordisce Clov all'inizio della rappresentazione, ma si potrebbe anche leggere fra le righe un consiglio ad affrettarsi ad andare a vedere Finale di partita al Teatro degli Audaci, in scena dal 7 al 22 marzo sotto la regia di Leonardo Cinieri Lombroso. Finale di Partita è uno dei capolavori indiscussi del drammaturgo irlandese Samuel Beckett, colui che porta per la prima volta a teatro qualcosa che nessuno prima di lui aveva osato rappresentare: la totale mancanza di senso della vita.

Se già con Aspettando Godot nel 1953 aveva stravolto gli schemi del teatro tradizionale scegliendo come protagonisti dei personaggi ai margini della società, degli antieroi per eccellenza che intraprendono discorsi privi di senso per ingannare l'attesa di un misterioso personaggio che tarda a manifestarsi e rendendo tale logorante attesa l'elemento attorno cui far ruotare tutta la pièce, con Finale di Partita nel 1957 non fa che perfezionare quest'opera di stravolgimento: la comunicazione (per di più fallimentare) ha anche qui la mera funzione di intrattenere nell'attesa della FINE, tanto invocata dai personaggi quanto remota, puntualmente posticipata.

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Recensione del St. Patrick Day: Musica d'Irlanda e dintorni al teatro Brancaccio il 17 marzo 2015

Una pioggia fine fine costringe a un cambio di programma, il live previsto all'esterno, come da programmazione, non era congeniale alla situazione atmosferica della serata che si accingeva a iniziare.

Prima che lo spettacolo cominci domando al pubblico cosa pensa o ama di Hevia, perché quindi sono al Brancaccio stasera. Molti in realtà rispondono che sono approdati all'evento non tanto per innata o latente passione al genere musicale ma attraverso il passaparola e sopratutto la curiosità per queasta bag pipe elettronica.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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