Recensione dello spettacolo Felicissima Iurnata in scena al teatro Vascello dal 13 al 18 Maggio 2025
Cos'hanno in comune “Giorni felici” dell'autore Samuel Beckett e il rione Sanità di Napoli?
L'idea geniale del regista Emanuele D'Errico è di raccontare l'immobilità della povera gente campana, ispirandosi all'opera del premio nobel irlandese anche scenicamente. Impressiona questa creazione – installazione in cui la donna protagonista è inglobata, che a sua volta ingloba la vita e lo spazio del compagno Lello che vive al piano di sotto, “muto come un pesce”. La struttura scenica globale in sé sembra rievocare da un lato il Vesuvio per la sua forma conica, altro rimando contestualizzante la storia, dall'altro la donna interrata di “Giorni felici”. Ugualmente in questa versione la protagonista si trova in cima alla scenografia e infossata nella sua stessa casa di cui fa parte. Parla di strada, di cui a tratti giunge un confuso vociare, alternato a musiche sibilline extraterrene, ultraspaziali, che creano atmosfera e distinguono i piani terreno, quotidiano da una parte e ultraterreno dall'altra. La metafora di “in fondo al mare”, dove si rifugia Lello, appare uno spazio sicuro, definitivo, rallentato, chiuso e disperso, metafora della separazione dalla realtà.
Il tema dell'incomunicabilità tra i personaggi, ricorrente anche nell'opere di Beckett, è da subito predominante, totale, nonostante la ricerca della donna d'un contatto continuo, un riscontro, una critica, di sopravvivere con i ricordi d'una vita semplice e ovviare alla propria solitudine.
La parola logorroica opposta al silenzio e ai versi, ai rumori. Il tema come detto è caro e tipico del teatro dell'assurdo e agli scrittori britannici.
Distintiva dei monologhi della protagonista si rivela un'ironia napoletana verace ed efficace che l'attrice Antonella Morea disegna con abilità.
Dall'altro canto emerge la speranza di sopravvivere, l'autoconvinzione di una giornata felice, anche se non ci sono i mezzi, solo una decina di pillole che ti fanno “arrivare a domani”.
La struttura dell'opera è ultra visionaria, gioca sulla suggestione colpendo l'immaginario del pubblico. Il lavoro, vincitore del “Premio Cappelletti 2021”, ha visto la luce grazie alla compagnia “Puteca Celidonia”, fondata dallo stesso regista, che è partita da interviste sull'argomento presso il quartiere Sanità dalle quali ha preso spunto per la creazione.
C'è infine spazio per un messaggio ecologico inserito tra le righe e nei dettagli in scena.
Demian Antonio Aprea
22 Gennaio 2025
informazioni
dal 14 AL 18 Maggio 2025
Teatro Vascello
Felicissima Iurnata
Drammaturgia e regia : Emanuele D’Errico
Con : Antonella Morea, Dario Rea
e con le voci delle donne e degli uomini del Rione Sanità
scene : Rosita Vallefuoco
musiche originali : Tommy Grieco