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Leggero e profondo come Il sogno della farfalla nella ragnatela

Recensione dell’evento Il sogno della farfalla nella ragnatela in scena presso il Macro Asilo il 16 novembre 2018

 

Leggerezza ed eleganza associate al volo fanno subito venire in mente la farfalla: questa creatura dalla vita notoriamente breve ma capace di incarnare i più vari significati simbolici.
Il filosofo ed esistenzialista mistico Zhuāngzǐ, che visse in Cina tra il 369 e il 286 a.C, per esempio aveva fatto un sogno che aveva proprio lei come oggetto: in veste di farfalla si librava lieto senza pensieri.

Quando si svegliò iniziò a chiedersi se fosse soltanto una visione onirica o se, al contrario, il sogno iniziava adesso e lui fosse, in realtà, la farfalla che crede di essere Zhuāngzǐ. Da questa suggestione nasce Il sogno della farfalla nella ragnatela: l’installazione temporanea dell’artista giapponese Uemon Ikeda che comprende una performance della danzatrice americana Janet Park, andata in scena al Macro Asilo di Roma il 16 novembre e curata da InEvoluzionet - Studio Marta Bianchi ed Elena Francia Gabriele - EFG Art Ltd, London.
Il sottile filo rosso di seta e lana dipanato da Ikeda prende le forme più diverse segnando confini, limiti, trappole e vie di fuga. Mentre la Park, persa tra i movimenti di una danza che è antica e ricorrente, diviene farfalla e gioca con il pericolo, si sottrae o lascia sedurre ma non appare mai doma.
L’effetto d’insieme è particolarmente evocativo: il fil rouge diventa trait d'union tra la realtà e l’immaginazione, ma anche labirinto dove un’Arianna oramai spaesata può divenire Psiche rischiando di perdere se stessa.
I due protagonisti di questo evento sono Uemon Ikeda, nato a Kobe ma romano d’adozione, perché una volta diplomatosi presso l’Accademia delle Belle Arti ha scelto di vivere e lavorare nella Capitale. Tantissime sono le forme espressive a disposizione della sua creatività, che via via sceglie per dar corpo al suo pensiero: pittura, architettura, disegno, installazione, scrittura. Janet Parker, invece, è danzatrice, coreografa, regista e produttrice. Dopo aver studiato a Seoul e negli Stati Uniti, ha sviluppato un grande interesse per l’arte. Il loro incontro è, insomma, inevitabile. Ed eccoli scontrarsi con delicatezza, tesi tra un filo annodato e un sussulto del corpo. E se anche loro sognassero l’uno di essere l’altra?

Photo credit: Roberto Granata


Cristian Pandolfino
26 novembre 2018

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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