Lunedì, 13 Maggio 2024
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Luca Ronconi è morto: fino al 15 marzo al Piccolo di Milano il suo ultimo lavoro, Lehman Trylogy

Si è spento ieri notte Luca Ronconi. Regista e attore teatrale era nato l'8 marzo 1933 a Susa, in Tunisia. Diresse il Teatro di Roma, lo Stabile di Torino e fu anche il direttore artistico del Piccolo di Milano. Proprio al Piccolo Teatro Grassi di Milano sarà in scena fino la 15 marzo il suo ultimo lavoro, Lehman Trylogy, ovvero la saga della famiglia Lehman, dall’arrivo in America al crack finanziario del 2008, protagonisti Massio De Francovich, Fabrizio Gifuni e Massimo Popolizio.

 

Dopo il diploma nel 1953 all'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico di Roma, negli anni Cinquanta è stato attore. Ha esordito come regista con La buona moglie di Goldoni (1963), cui seguirono I lunatici di Th. Middleton (1966), Misura per misura e Riccardo III di Shakespeare, Il candelaio di Bruno, Fedra di Seneca, e il fortunato Orlando furioso (1968; ed. telev. 1975), esempio di sintesi fra avanguardia e tradizione. Segno distintivo del suo stile, l'essenzialita' della recitazione tesa fra l'astrazione e lo straniamento. 

Tra i suoi lavori più celebri l'Orestea di Eschilo (1972), Il pappagallo verde di Schnitzler (1978), Ignorabimus di Holz (1986), Mirra di Alfieri (1988), Strano interludio di O'Neill (1989), Gli ultimi giorni dell'umanità di Kraus (1990), Re Lear (1994). Dal 1975 (Valchiria di Wagner) è stato anche regista lirico (Orfeo e Euridice di Gluck, Fetonte di Jommelli, Lo zar Saltan di Rimskij-Korsakov; Viaggio a Reims di Rossini; L'Europa riconosciuta di Salieri; Falstaff di Verdi; Turandot di Puccini). Nel 1977 ha avviato il Laboratorio sperimentale di Prato. Dopo le esperienze di Torino e di Roma, assunta la direzione artistica del Piccolo Teatro di Milano, ha messo in scena, tra l'altro, La vita e' sogno (2000), allestimento del dramma di C. de la Barca, e Peccato che fosse puttana (2003) di J. Ford. 

In occasione delle Olimpiadi invernali di Torino 2006 ha ideato e diretto, in collab. con W. Le Moli, il Progetto Domani, composto di cinque spettacoli che, attraverso il teatro, hanno esplorato temi universali della storia, della politica e della guerra (Troilo e Cressida; Trilogia della guerra; Lo specchio del diavolo; Il silenzio dei comunisti; Biblioetica). 

Del 2007 è invece il Progetto 'Odissea doppio ritorno', dittico comprendente Itaca di B. Strauss e L'antro delle ninfe da Omero a Porfirio, mentre negli anni successivi ha firmato le regie di La compagnia degli uomini (2010) di E. Bond, La modestia (2011) di R. Spregelburd, Sei personaggi in cerca d'autore (2012) di L. Pirandello, Pornografia di W. Gombrowicz (2013), Danza macabra di A. Strindberg (2014), queste ultime quattro rappresentate al Festival dei Due Mondi di Spoleto.

Noi de La Platea lo ricordiamo con questa sua celebre frase:

“Mi piace aprire zone che certi attori pensavano fossero loro precluse: la conoscenza dei meccanismi drammaturgici è importante per un interprete perché se hai una mappa precisa non ti butti avventurosamente in una piscina”.

 

 

Enrico Ferdinandi

 

 

22 febbraio 2015

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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