Lunedì, 29 Aprile 2024
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La Bohème di Puccini e la Belle èpoque

Recensione dello spettacolo La Bohème andato in scena al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino dal 14 al 30 settembre 2017

Si è conclusa dopo quattro repliche la messinscena della Bohème di Giacomo Puccini al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. La regia dello spettacolo è stata affidata a Bruno Ravella, il quale ha dato una lettura classica dell’opera, ambientandola però durante il periodo della Belle èpoque (mentre il libretto è ambientato nel 1830). La scelta è stata ben azzeccata come hanno anche dimostrato gli applausi del pubblico.

 

L’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino è stata diretta da Francesco Ivan Ciampa, che ha dato eleganza e grandiosità a tutta la partitura, anche nei momenti più intimi dell’opera rischiando di prevaricare i cantanti. I protagonisti si sono ben esibiti sotto la guida del maestro: Matteo Lippi (Rodolfo) e Maria Mudryak (Mimì) con la loro forte presenza scenica cantano in modo chiaro le loro maggiori arie; l’altra coppia protagonista dell’opera è formata da Benjamin Cho (Marcello) e Angela Nisi (Musetta) che se la sono cavata in maniera discreta; Andrea Vincenzo Bonsignore (Schaunard) con un bel timbro vocale; William Hernandez (Benoit) e Alessandro Calamai (Alcindoro) interpretano con simpatia i loro ruoli; il resto del cast è formato da: Goran Juric’ (Colline), Carlo Messeri (Parpignol), Vito Luciano Roberti (Sergente dei doganieri), Nicolò Ayroldi (un doganiere) e Leonardo Sgroi (Un venditore ambulante).

Le scene sono state realizzate dallo storico scenografo del Maggio, Tiziano Santi, il quale ha realizzato una scenografia di base, (tranne che nel quarto quadro in cui viene usata in maniera molto suggestiva la nevicata)  una sorta di “scatola” dove si muovo i protagonisti, arredata in maniera diversa a seconda delle scene: prima un piccolo e povero appartamento di inizio Novecento al posto della classica soffitta per il primo e quarto quadro, per il secondo quadro, al Caffè Momus, abbiamo tavoli, sedie e una vetrata Liberty che permette la visione di un grandioso impianto di luci, quasi a formare un arcobaleno, sul fondo del palcoscenico.

La costumista Angela Giulia Toso ha centrato l’obbiettivo, creando dei costumi in perfetto stile Belle èpoque, pur rimanendo sempre nella semplicità. Uno dei costumi di maggior spicco è quello indossato da Musetta al Momus, di un colore verde molto acceso, che risalta sotto le luci del palco.

Il successo di questa Bohème si è potuto vedere dai lunghi applausi che il numeroso pubblico ha tributato sia al cast che al direttore d’orchestra a fine spettacolo, a dimostrazione che i grandi classici della lirica non tradiscono mai.

 

Gabriele Isetto

2 ottobre 2017 

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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