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Shakespeare Lab: dalla tavola al manicomio, tutte le possibilità

Recensione della serata finale di Shakespeare Lab presso l’Off Off Theatre il 13 novembre 2017

 

Per il secondo anno consecutivo - con il titolo Shakespeare Lab - Tradizione Teatro, il progetto sostenuto dalla SIAE e che si pone come obiettivo la valorizzazione dei giovani talenti, ha dato l’opportunità a un selezionato gruppo di attori, autori e registi di misurare le proprie capacità e metterle alla prova attraverso un laboratorio gratuito con workshop di Stefano Benni, Mariano Rigillo, Emma Dante e incontri su Shakespeare tenuti dal Prof. Raimondo Guarino e dal Maestro Tato Russo. I risultati di questo lavoro sono andati in scena il 13 novembre presso l’Off Off Theatre, lo spazio da poco inaugurato nell’elegante e centralissima Via Giulia: gli artisti, divisi in 4 gruppi, hanno presentato un’anteprima di massimo 15-20 minuti dell’opera inedita realizzata ad hoc e da sottoporre al giudizio degli addetti ai lavori, della stampa, del pubblico.

Si comincia con La cena dei mancini, di Manuela Barocci e la regia di Riccardo Parravicini con Francesco Chiliberti, Erica Lauro, Giordana Morandini, Alessio Rizzitiello: alcuni dei personaggi tratti dall’Amleto si incontrano in una sala da pranzo dove tutto accade al contrario, partendo dall’ordine con cui vengono servite le posate. Uno strano ospite incalza gli invitati con le sue domande scomode, suscitando dubbi sulla propria condotta e incertezze su cosa accade dopo la morte.


Tocca quindi a Famiglia, scritto da Alberto Fumagalli, diretto da Luca Trezza e con Matteo Francesconi, Francesca Muoio, Valerio Rosati. Ancora una volta è Amleto il punto di partenza, qui utilizzato per descrivere i gravi conflitti e violenze subite all’interno di un nucleo familiare il cui paradigma è la zuppa da portare in tavola. Così come nella pietanza, c’è un continuo ribollire, ustionare, freddarsi, saziare e disgustare a caratterizzare le dinamiche malate tra un prepotente padre adottivo, una madre vittima e un figlio frustrato.


Fin qui nulla di troppo nuovo: Amleto e i conflitti familiari, entrambi in qualche modo legati al rituale dello stare a tavola. Qualcosa succede con Il re si alza, firmato da Federica Terribile, con Alessandro Di Murro alla regia e gli attori Domenico Bisazza, Rosa Didonna, Silvia Ferraro, Elisa Franchi, Michele Nardi. Il restare chiusi per errore all’interno di un teatro dopo aver assistito a una rappresentazione di Shakespeare, costringe gli sfortunati spettatori intrappolati a sperimentare quanto alcuni personaggi delle sue opere siano vicini al sentire comune, specie in situazioni di estrema difficoltà. 

La vera sorpresa però, giustamente premiata da addetti ai lavori e stampa, è Riciclaggio di umano sporco: il testo di Maurizio Capuano e la regia di Valentina Mignogna schiera Roberto Castello, Dalila Cozzolino, Daniela Duchi, Alessandro Giova all’interno di un centro correttivo a metà tra il rehab e il manicomio criminale. Tra pseudo conversazioni amabili, impossibili tentativi di fraternizzazione e cure avveniristiche verrà fuori la vera identità dei quattro pazienti: alcune tra le creature più cattive di Shakespeare.

La cena dei mancini riscuote il favore del pubblico, che gli garantisce il debutto nazionale in un teatro romano con un premio di produzione di 500 euro e l’impegno di Tradizione Teatro a distribuire lo spettacolo dopo il Festival Internazionale Quartieri dell’arte. Riciclaggio di umano sporco ottiene, invece, grazie alla giuria di settore un premio di produzione di 1.000 euro e l'opportunità di debuttare in residenza presso il Festival Internazionale Quartieri dell'Arte. Inoltre, tramite il voto della giuria stampa il gruppo riceve un abbonamento alla stagione dell'Off Off Theatre.

Assistere a operazioni come Shakespeare Lab permette un sguardo privilegiato sulla situazione attuale del teatro italiano, sia per quanto riguarda ciò che si intende generalmente per talento sia circa la fatica che tanti giovani artisti fanno per tutelarlo e portarlo avanti secondo i propri desideri.  Con la speranza che dalle parole si passi ai fatti, come ha dimostrato chi è riuscito a mettere in scena tutto se stesso. Senza compromessi o paure.

 

Cristian Pandolfino

15 novembre 2017

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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