Martedì, 14 Maggio 2024
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The importance of Being Earnest debuttò al St. James's Theatre di Londra il 14 febbraio 1895 a cura dell'actor-manager George Alexander, che vi sosteneva la parte di John Worthing. Allan Aynesworth era Algernon Moncrieff, Irene Vanbrugh era Gwendolen Fairfax e Evelyn Hilliard era Cecily Cardew. Malgrado lo strepitoso successo riportato alla prima - 'in cinquantatrè anni di palcoscenico non ricordo un trionfo maggiore', avrebbe ricordato Allan Aynesworth molti anni dopo: "il pubblico si alzò tutto in piedi e non cessava di acclamare" - fu smontata dopo appena 6 repliche, come conseguenza dello scandalo in cui Wilde si era andato a cacciare querelando per diffamazione Lord Queensberry che lo aveva pubblicamente tacciato di sodomia.

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Un visionario susseguirsi di scene ispirate a poesie ed opere scritte da F. G. Lorca durante il suo viaggio in America, periodo breve ma fecondo, durante il quale il poeta andaluso racconterà la sua vicenda umana "..ove la bellezza e l’orrore e l’ineffabile e il ripugnante vivano e si scontrino in mezzo alla più incandescente allegria".

Lorca arriva in America nel 1929: qui potrà esprimere le proprie pulsioni amorose,  esperendo la sua sessualità in un mondo apparentemente libero, dove emergerà in breve l’alienazione dell’uomo, le segregazioni razziali, le discriminazioni sociali.

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La vicenda della commedia è nota; i soliti tre: il marito, la moglie, l´amante. Il marito, Leone Gala, s´è separato amichevolmente dalla moglie; egli continua ad essere ufficialmente il marito; ma vive per conto proprio in una casa che è quasi un romitaggio. Ogni sera tanto per salvare le apparenze, passa dal portinaio della signora, domanda se c´è niente di nuovo e se ne va. La moglie fa due cose: si prende, o continua a tenersi un amante preso in precedenza, e si annoia. Si annoia perché è libera, sì, ma in fondo la sua libertà è relativa.

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Una donna qualsiasi, di nome V, nata un giorno qualsiasi in modo funambolico ripercorre, follemente, comicamente, la sua vita, alla ricerca del suo pezzo mancante W. 

V è perciò una parte che cerca il suo tutto e in questo monologo paradossale, ridicolo e doloroso, cerca una spiegazione al suo senso di infelicità e incompletezza. Nel farlo si interroga su povertà e guerra, amicizia e intolleranza, giustizia e amore: “Sono stata con Wolmer 6 anni e 2 mesi. Abbiamo totalizzato 12.346 baci e 854 coiti con una media di orgasmi per lui del cento per cento, per me del sedici per cento, media complessiva, secondo lui, del cinquantanove per cento, che non è male”. Tutto sembra sfaldarsi attorno a lei: scompare il coniglietto Walter, viene a mancare il nonno Wilfredo, sfuma l´amicizia con la compagna di scuola Wilma e si chiude squallidamente la storia d´amore con il fidanzato Wolmer. 

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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