Giovedì, 02 Maggio 2024
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Caveman l’uomo delle caverne ritorna a Roma

Recensione dello spettacolo Caveman, in scena al teatro Sala Umberto il 30 e 31 ottobre 2017

Il 30 e il 31 ottobre 2017, il Teatro Sala Umberto ha deciso di dedicare le serate in attesa di Halloween alla dirompente presenza di Maurizio Colombi, Caveman, ossia l’uomo delle caverne.  Lo spettacolo, nato a Brodway da un’idea di Rob Becker, sta girando i principali teatri italiani dal 2008 nella versione italiana dell’attore, regista e cantante lirico Maurizio Colombi, noto al grande pubblico per la firma della regia di Rapunzel e La regina di ghiaccio, entrambi con Lorella Cuccarini. Il tema è il rapporto di coppia con tutte le sue difficoltà, le sue incomprensioni e i suoi conflitti dovuti alle profonde differenze tra genere maschile e genere femminile. La trattazione dell’argomento rievoca l’impostazione del noto libro di John Gray, Gli uomini vengono da Marte e le donne vengono da Venere, e rintraccia queste differenze nella preistoria, quando l’uomo cacciatore e la donna raccoglitrice avevano compiti diversi nella famiglia e nella società e le loro caratteristiche ancestrali, sono ancora queste.

Il problema però è capirsi! Questi due mondi si incontrano, si scontrano, si sfiorano e spesso non si comprendono, perché nessuno dei due fa uno sforzo per entrare in quello dell’altro. E in modo ironico, leggero ed estremamente divertente Colombi, regista ed interprete riesce a sviscerare il tema con la partecipazione e le risate del pubblico in sala. Lo spettacolo interattivo chiama in causa costantemente il pubblico, a tratti anche sbeffeggiato per la sua resistenza a partecipare. Il disegno luci infatti passa costantemente dal pubblico al palco in un’atmosfera in sala spumeggiante quindi, grazie all’istrionico Colombi che passa dall’interpretazione di brani musicali a tema in cui esibisce eccezionali doti canore, a momenti comici da vero mattatore. Buona dunque la regia che sceglie come impostazione di viaggiare nel tempo, dal presente alla preistoria, in un percorso in cui l’elemento prevalente è l’umorismo per la cui realizzazione è parte integrante lo spettatore. Unico neo di uno spettacolo ben riuscito, alcuni passaggi un po’ scontati che riecheggiano qualche luogo comune o situazioni di coppia non più attuali, che una società in veloce trasformazione come questa, non riconosce più.

Mena Zarrelli

4 novembre 2017

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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