Domenica, 12 Maggio 2024
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La Lupa. Caterina Costantini al Teatro Planet

Recensione La Lupa in scena al Teatro Planet 27, 28, 30 novembre 3 4 5 6 10 11 12 e 13 dicembre 2015

Era da poco calato il sipario al Teatro Quirino per La lupa di Giovanni Verga, interpretata da una inedita Lina Sastri, che un altro era pronto ad alzarsi per offrirsi al pubblico al Teatro Planet.

Lo spettacolo è un omonimo, in effetti stiamo parlando sempre de La lupa, cambiano solo i volti che si prestano a dar voce ai personaggi, l’interpretazione, i costumi, le musiche, la regia. A vestire i panni di “cummare” Pina è Caterina Costantini che de La lupa, di questa Lupa, è anche regista.

Questa Lupa, sì.

Perché la lupa della Costantini è la lupa che abbiamo studiato sui banchi di scuola, un personaggio atipico rispetto ad altri personaggi delle opere verghiane che raccoglie in sé un che di animalesco e di selvaggio ma anche di profondamente umano. Tra tutti, è il personaggio di Giovanni Verga che meglio descrive la condizione dell’essere umano, sia da un punto di vista individuale che da un punto di vista sociale, richiamando principi e concetti darwiniani che si rifanno alla corrente filosofica hobbesiana.

È una lupa vorace, passionale, divoratrice di uomini e della vita, affamata d’amore e di sogni quella che Caterina Costantini porta in scena al Teatro Planet. In questa donna c’è tutto: c’è la dolcezza, il dolore, la rabbia, la passione; c’è l’istinto e la ragione. Grida, piange, canta cummare Pina, e nel suo amore per Nanni Lasca sembra quasi redimersi.

Sul palco altri otto attori nei panni di Malerba, donna Filomena, cumbare Janu, Nedda, Lia, Grazia, Cardillo e Mara. Otto personaggi (nove insieme a Nanni) ben amalgamati tra loro, che eccellono in bravura e convinzione, in grado di restituire al pubblico la magia delle campagne, della vita dei campi e dei pettegolezzi, oltre che la magia del palcoscenico. Si sentono questi attori, sono vivi e forti come le scene, coesi in un unico afflato drammaturgico. A differenza della Lupa di Guglielmo Ferro andata in scena al Quirino, la sintonia che scorre tra gli attori al Teatro Planet è tangibile e fervida, ognuno ha un proprio ruolo che porta avanti con accuratezza e precisione, cucito senza che lo spettatore si accorga dove finisce un filo e dove ne comincia un altro.

I dialoghi trascinano lo spettatore nella storia, così come le atmosfere talvolta cupe; al contrario nella regia di Ferro ogni cosa sembra essere scollegata, a partire dagli attori che danno l’idea di persone a sé stanti, un po’ come se fossero dei soggetti che non appartengono al quadro rurale della scenografia, perfino l’interpretazione (oserei dire abulica) di Giuseppe Zeno nei panni di Nanni non è delle più convincenti, è come se ci fosse qualcosa di distante tra lui e la lupa (Lina Sastri) che il pubblico avverte durante il corso dello spettacolo. Di contro, la Sastri ha il pregio di aver portato una lupa al Teatro Quirino in una veste del tutto originale: pudica, raffinata, persino timida, sotto certi aspetti molto più sensuale rispetto alla Costantini, nei gesti, nelle movenze sinuose del corpo e persino nei costumi e nelle parole.

Nella regia di Guglielmo Ferro tutto è pulito, elegante (con una scenografia, per carità, molto evocativa e suggestiva) ma si fa fatica ad entrare nella storia, a comprendere il lavoro massacrante dei campi e le relazioni che intercorrono tra i personaggi; l’amore della lupa per Nanni ha più un sapore fiabesco, a differenza della lupa della Costantini molto più concreta, dominante, che sa imporsi sulla scena. Qui la scenografia va all’essenziale, ha un aspetto più rustico, ci sono dei sacchi, un’ascia, una botte, delle brocche; certo più povera ma è quel che conviene per lo spettacolo che si vuole raccontare.

E questo spettacolo la compagnia Planet Production lo racconta in maniera impeccabile, con una sincronia di sguardi, espressioni e rapporti empatici da veri attori. Finalmente, per la prima volta, il teatro rende onore alla letteratura.

Se questo non è verismo…

 

Costanza Carla Iannacone

8 dicembre 2015

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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