Venerdì, 01 Novembre 2024
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La rubrica “Danzatori in movimento” esplorerà la vita e la carriera di danzatori e coreografi che, per un breve o un lungo periodo hanno scelto di vivere e lavorare al di fuori dei confini italiani.

Un appuntamento mensile, in cui incontreremo personaggi noti e meno noti del panorama della danza italiana, che ci racconteranno la loro esperienza all'estero e come questa ha influito sulla loro crescita personale e professionale. Scopriremo come il loro percorso artistico si sia arricchito e ci darà un'idea delle opportunità che il mondo offre ai talenti della danza. Siamo entusiasti di condividere con voi queste storie emozionanti e ispiratrici, e di scoprire insieme come l'espressione artistica possa superare i confini geografici.

 

Marco Chenevier

Marco Augusto Chenevier vive e lavora tra Francia e Italia.

Coreografo, danzatore, regista e attore, sviluppa, in qualità di autore, una ricerca che attraversa i codici linguistici, ne esplora i limiti e mette in discussione forma e struttura, creando originali ibridi nati dalla fusione tra danza, teatro, circo, cabaret, giochi di società e tecnologia.

Il suo lavoro vuole muovere e stimolare allo stesso tempo pensiero, sorpresa e piacere, rifuggendo l'elitismo culturale tanto quanto l'entertainment, lo spettacolo ed il consumo. La ricerca estetica e la riflessione politica sono strettamente legate, in un'analisi impietosa dei rapporti di potere. I processi di ricerca e creazione, frutto di pratiche rigorose, hanno costituito un percorso caratterizzato dal recupero di archetipi e dalla loro dissacrazione nella contemporaneità, e portato negli anni a risultati estetici eterogenei, alternando umorismo, lirismo, poesia e iconoclastìa. 

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"Bisbigliata Creatura" è la performance di danza, vincitrice del Premio InDivenire 2019, e andata in scena a chiusura dello stesso Festival nella serata del 30 gennaio 2023. La creazione evocativa di Mariella Celia è stata una vera esperienza per gli occhi e per l'anima. La scena è stata presentata in un'atmosfera avvolgente, con luci a neon e fari arancioni, che hanno fatto intravedere corpi in movimento al di là di un telo trasparente, che privava l'occhio dello spettatore di una visuale nitida. La musica onirica e l'improvvisa caduta del telo, ha dato spazio alla comparsa di un corpo riverso a terra, nudo (dai colori carne del costume), inerme, con le mani avvolte in guantoni da pugile, così come recita la poesia "La bambina pugile" di Chandra Livia Candiani a cui la coreografia si è ispirata, avvolto nel fumo e cosparso dalla creta; nella mente emerge immediatamente un ricordo, quel momento magico, viscerale del distacco del feto dal grembo materno, e proiettato in un mondo nuovo e sconosciuto.

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Il coreografo valdostano torna a Roma nel teatro del suo cuore, con Quintetto, uno spettacolo a cui Chenevier è altrettanto legato. 

Spettacolo vincitore del Be Festival a Birmingham nel 2015, inserito nella TOP 10 Comedy del 2016 del quotidiano inglese The Guardian, premiato dal pubblico al MESS Festival di Sarajevo nel 2015.

Il "5", nell'esoterismo, è il numero che simboleggia la vita universale, l'individualità umana, la volontà, l'intelligenza, l'ispirazione e il genio. Simboleggia anche l'evoluzione verticale, il movimento progressivo ascendente. Per l'esoterismo il "5" è il numero dell'uomo come punto mediano tra terra e cielo, e indica che l'ascensione verso una condizione superiore è possibile. 

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La rubrica “Danzatori in movimento” esplorerà la vita e la carriera di danzatori e coreografi che, per un breve o un lungo periodo hanno scelto di vivere e lavorare al di fuori dei confini italiani.

Un appuntamento mensile, in cui incontreremo personaggi noti e meno noti del panorama della danza italiana, che ci racconteranno la loro esperienza all'estero e come questa ha influito sulla loro crescita personale e professionale. Scopriremo come il loro percorso artistico si sia arricchito e ci darà un'idea delle opportunità che il mondo offre ai talenti della danza. Siamo entusiasti di condividere con voi queste storie emozionanti e ispiratrici, e di scoprire insieme come l'espressione artistica possa superare i confini geografici.

 

Lorenzo Mattia Pontiggia

Lorenzo Mattia Pontiggia è nato a Milano e ha iniziato la sua formazione a L’omino danzante. Ha continuato a studiare ad Aosta all’Institut de Danse Du Val d’Aoste e al ForDance Institute. Nel 2014 è entrato all’Accademia Teatro alla Scala, dove ha avuto la fortuna di esibirsi sullo storico palco milanese, e nel 2015 si è trasferito a Professione Danza Parma. Nell’ottobre 2015 ha ricevuto una borsa di studio per l’Orlando Ballet School dove è stato trainee per un anno e poi promosso alla seconda compagnia dove ha ballato per due anni.

Nel 2018 ha vinto il 2° premio nella divisione classica e il 3° premio nella divisione contemporanea al Youth America Grand Prix di Boston. Nello stesso anno è stato selezionato da Roberto Bolle per far parte di OnDance dove è stato insignito dall’étoile il premio come talento emergente dopo aver ballato nel Gala Roberto Bolle and Friends. Nel 2019 Lorenzo ha vinto il 2° premio nella divisione classica e gli è stato chiesto di esibirsi al gala Stars of today meet the stars of tomorrow allo YAGP Tampa. È stato uno dei 60 ballerini selezionati da tutto il mondo a competere all’International Ballet Competition di Helsinki, uno dei concorsi di danza più prestigiosi e storici del mondo. È entrato a far parte del Cleveland Ballet ed è tuttora parte della compagnia.

 

Quando hai lasciato l'Italia per trasferirti in America? Da cosa è nata questa tua decisione? 

Ho lasciato l’Italia a 15 anni nel settembre del 2015, dopo aver ricevuto alle semifinali dello Youth America Grand Prix una borsa di studio per l’Orlando Ballet School. 

A Orlando avevo la possibilità di studiare per molte più ore rispetto all’Italia e uno dei maestri della scuola, e mio mentore, Olivier Muñoz è considerato uno dei migliori maestri per uomini a livello mondiale e io l’ho vista come l’opportunità della vita.


Come ti sei trovato inizialmente in una città così diversa da quelle italiane? Com'è stato l'approccio alla danza, il confronto con tanti altri danzatori e alla compagnia?

Inizialmente l’unico problema era la lingua però, nel giro di qualche mese ho cominciato a non avere più nessuna difficoltà. Non avevo molto tempo per vivere la città da turista, visti gli allenamenti dalle 9 alle 19:30 dal lunedì al sabato, ma comunque Orlando è piena di natura, parchi e laghi e mi sono subito trovato benissimo!
A livello di danza la cosa che ho trovato più difficile è stata senza dubbio la velocità delle esecuzioni, specialmente nei salti; in Europa la tecnica che viene studiata maggiormente è la Vaganova (scuola russa) ed è molto più lenta a livello di musicalità e di conseguenza anche l’esecuzione dei passi. Avere delle gambe veloci è sicuramente un vantaggio, perché è più facile rallentare che accelerare.
Sicuramente all’inizio è stato molto difficile anche imparare a memorizzare le coreografie immediatamente, ma questo credo sia normale nel passaggio tra scuola e compagnia; il mio primo anno facevo parte della scuola ma ballavo anche con la compagnia e poi dalla seconda stagione, a 16 anni, sono stato promosso alla seconda compagnia.

In America ho sicuramente trovato più sana competizione rispetto all’Italia e grazie a questo sono riuscito a migliorare tantissimo. Non sono uno che si fa demoralizzare dalla bravura altrui, anzi la prendo come una spinta per arrivare allo stesso livello!

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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