Martedì, 14 Maggio 2024
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Recensione dello spettacolo Sotto il sole l’oscurità in scena al teatro Tor Bella Monaca il 24 e il 25 Gennaio

 

Lo spettatore che si accinge ad entrare nella sala del Teatro Tor Bella Monaca non è solo, ad attenderlo è un SS in divisa, pronta ad accoglierlo con un vassoio di dolci, ripetendo come un mantra “Il regime tiene a te”.

Una frase che lentamente si fa strada nelle orecchie del pubblico, progressivamente inglobato nel microcosmo del regime che prende vita attraverso la regia di Luca Pastore.

Sotto il sole l’oscurità è uno spettacolo tratto dal romanzo La Svastica sul Sole, romanzo distopico che ipotizza una società in cui la Germania nazista ha vinto la Seconda guerra mondiale.

L’atmosfera ossessiva e opprimente viene sottolineata dalle musiche, scritte da Mattia Yuri Messina, che scandiscono ogni cambio di scena con sonorità metalliche e inesorabili.

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Recensione di Re Lear in scena al Teatro Eliseo dal 21 gennaio al 2 febbraio 2020

 

Pochi, forse, come Shakespeare sono riusciti ad indagare così a fondo le pieghe dell’animo umano scandagliandolo fino ai lati più oscuri con lucidità priva di ipocrisie. Si giunge negli abissi dell’essere umano e ci si interroga sul senso stesso dell’esistenza nelle opere del Bardo. La tragedia Re Lear sposta l’obiettivo sul rapporto padri-figli/figlie. Si tratta della relazione più viscerale e naturale che l’individuo conosca, ma anche la più complessa e tormentata in questo caso. Il vecchio re Lear, nella Bretagna dei primi del ‘600 sta pe abdicare il trono alle sue tre figlie femmine, ma vuole metterle alla prova.

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Recensione dello spettacolo WC Niet in scena dal 16 al 19 gennaio 2020 al Teatro Lo Spazio

 

Le donne dell’est sono fredde. A Milano sono snob e quasi sicuramente manager. Ah, e di cognome fanno Brambilla. A Roma, invece, il caffè si fa ancora e solo con la moka; mentre per il mondo intero una donna a 45 anni può dire addio alla maternità. E chi più ne ha (di cliché) ne metta (in scena), si potrebbe pensare dopo i primi minuti di WC Niet, la commedia “italo-ucraina” di Elisa Pazi per la regia di Matteo Vacca. 

In effetti Francesca, Olga, Serena e Martina prima di essere donne, legate tra loro da una qualche relazione di amicizia o lavoro, sono macchiette, caricature di sé stesse con addosso il peso di un destino immutabile: quello assegnato loro dalla società. 

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Recensione dello spettacolo Due botte a settimana. In scena al Teatro Roma dal 21 gennaio 2020 al 2 febbraio 2020

 

Dove l’apparenza prende il sopravvento sull’essere è facile smarrire la direzione e impossibile trovare la parola per autodefinirsi: si rischia di rincorrere se stessi senza trovarsi nè riconoscersi. Tale anomia si sostanzia nella figura di Stefano (Stefano Sarcinelli), che potremmo definire un giovanotto ultracinquantenne appartenente alla schiera di “color che son sospesi”, privo di identità sia personale che lavorativa. Egli, sulla scia dell’impulso del momento, si improvvisa produttore teatrale. Nel suo appartamento adibito ad ufficio, sfila un improbabile aspirante attore (Leonardo Fiaschi) che, rifiutato più volte dallo stesso Stefano, si presenta più volte sotto diverse identità nel disperato tentativo di convincerlo. L’improvvisato stile di vita del nostro produttore è il riflesso di una certa agiatezza economica che permette al cinquantenne di sperimentarsi nelle sue momentanee passioni, sperperando denaro senza possedere un progetto di vita reale e solido.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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