Recensione di Grammatica di un desiderio di Vanessa Tonnini, Neri Pozza
“C’è una paura più grande, che al solo avvicinarsi disarciona il corpo, si prende il respiro, e resta invincibile nel tempo. È la paura di ciò che ho perduto.”
Un esordio letterario profondo e malinconico sui tumulti dell’adolescenza, una storia sulla scoperta del desiderio.
Vanessa Tonnini, autrice e sceneggiatrice, ci racconta con una storia di pura fantasia, la vita, le vicissitudini e i desideri di un ragazzo che pian piano diventa uomo e si riappacifica con la vita. Il romanzo inizia con Nicaredda, il protagonista, che decide di narrare ciò che gli era accaduto dagli inizi del Novecento agli anni Settanta. Dopo avere tenuto per tutta la vita tutto dentro sente il bisogno di rivelare cose che non aveva mai raccontato neanche a sua moglie e inizia a scrivere.
Come si cresce se non si hanno parole per dire il mondo, i propri pensieri e i propri desideri? Nicaredda è nato in una famiglia di sei figli, il padre morto in miniera e la madre soffocata dai doveri e dalla fame. Gli hanno insegnato solo le poche parole necessarie a sopravvivere e, nei primi anni della sua vita, non ha sentito il bisogno di conoscerne altre. Quando però viene mandato alla solfatara, tutto per lui cambia. La nuova vita è fatta di buio, cunicoli stretti che levano il fiato e paura. È fatta anche di corpi, di ragazzi come lui, i muscoli guizzanti e lo sguardo profondo, e Nicaredda sente nascere dentro di sé qualcosa a cui non sa dare un nome. Se è nel buio soffocante della miniera che conosce il desiderio, è altrove tuttavia che le pulsioni si trasformano in gesti, l’istinto si fa sentimento. Fuggito da quel luogo di morte, lo attende una nuova prigionia. Alle Tremiti, dove il regime fascista manda al confino i dissidenti, ma anche quelli come lui, in un inverno tiepido che sembra primavera scopre un’esistenza che non è pura sopravvivenza. Perché tra le violenze e i soprusi trova spazio anche un’idea di futuro. E perché su quell’isola scordata dal mondo incontra Ruggero, e i pensieri confusi diventano parole, la paura lascia filtrare il coraggio.
Nicaredda, è un giovane proveniente da una famiglia povera e analfabeta del meridione che non conosce neanche le parole necessarie per raccontare ciò che gli accade. Il suo primo lavoro, in una solfatara, gli fece conoscere il desiderio, qualcosa a cui non sapeva dare un nome, che non riusciva pienamente a comprendere. Riuscì a scappare e da li iniziò a camminare senza meta, pieno di paure, finché non incontrò i suoi primi amici, Fay ed Emilio, che lo introdussero in un nuovo mondo, un mondo nascosto, fatto di sotterfugi e scritte a lui incomprensibili. Venne poi mandato al confino alle Tremiti con gli omosessuali e si ritrovò un po’ per caso, un po’ per per consapevolezza a contribuire alla resistenza al fascismo.
Grammatica di un desiderio è un romanzo che racconta il passaggio all’età adulta di un giovane uomo, chiuso in se stesso che cerca di trovare il suo posto nel mondo. Il protagonista è costretto a confrontarsi con il pregiudizio verso gli omosessuali, in un periodo in cui esserlo era un crimine. Non era neanche pienamente consapevole di esserlo e non era consapevole di cosa provasse finché non si innamorò di Ruggero, un nobile siciliano al confino con lui. Con lui conobbe l’amore e il desiderio e si riappacificò con essi. Grazie all’amore e alla passione trovò il coraggio e la forza di combattere per essere felice e per raggiungere i suoi obiettivi. Grammatica di un desiderio parla quindi di amore, di tumulti interiori, pregiudizi ma anche di sofferenza fisica ed emotiva. La sofferenza per il lavoro e i pestaggi e quella dovuta al sentirsi inadeguato ad affrontare gli eventi. La vita di Nicaredda era infatti un trascinarsi avanti, senza una meta precisa, prima di sentirsi amato e capire che poteva uscire dal suo guscio.
Vari sono i personaggi che ruotano intorno al protagonista: Mussolina, Norma, Ciurara (alcuni dei suoi compagni gay confinati con lui) Nussi (il confinato politico che gli insegnerà a leggere e a crescere intellettualmente). Tutti sono ben caratterizzati senza però soffermarsi troppo sull’aspetto fisico. Ciò che l’autrice mira a descrivere infatti è la loro interiorità più che il loro aspetto esteriore.
Il racconto è ben strutturato e potrebbe facilmente sembrare una storia realmente accaduta. Le vicende che si susseguono sono ben collocati nel periodo storico. La narrazione fluida e la scrittura scorrevole invogliano a leggere e proseguire il racconto senza la necessità di attimi di pausa per concetti poco chiari. All’inizio però il coinvolgimento è minore, bisogna proseguire il racconto e pian piano il ritmo si intensifica e con esso il desiderio di non staccarsi fino alla fine.
Un libro profondo, introspettivo in grado di trasmettere pienamente al lettore i tumulti, gli attimi di felicità e la sofferenza.
Vanessa Tonnini
Autrice e sceneggiatrice, ha vissuto nell’ex Jugoslavia e a Parigi. Da più di dieci anni si occupa di promozione e sviluppo di progetti audiovisivi internazionali. Ha curato diverse manifestazioni di cinema, è direttrice artistica di Rendez-Vous, il festival del cinema francese di Roma. Ha pubblicato reportage e libri di viaggio. Grammatica di un desiderio è il suo esordio nella narrativa.
Debora Fusco
24 settembre 2024
Informazioni
Grammatica di un desiderio
Di Vanessa Tonnini
Neri Pozza
Bloom
Pag. 224
Cartaceo 18,00 €
E-book 9,99 €