Una riflessione amara sulle nomine, contestate e mancate, del Ministero della Cultura.
Non passa giornata senza leggere qualcosa attorno alla questione Venezi.
Pare che per la maggior parte degli intellettuali italiani la direttrice sia diventata il simulacro del Mal Governo.
Francamente la vicenda ci pare molto più complessa e molto più preoccupante di quanto si voglia far apparire.
Premessa necessaria: chi scrive certo non può essere assimilato alle schiere scese in campo a difendere la direttrice.
Prova indiscutibile la recensione di ‘Flauto Magico’ pubblicata da LaPlatea.it nel dicembre 2023 , nella quale si scriveva: ‘Beatrice Venezi sale sul podio proponendo una lettura personale del titolo mozartiano. I ritmi sono serrati, al punto tale che le parti recitate appaiono come delle pause fin troppo dilatate, che frammentano ed allentano la narrazione musicale. Forse cercare un ritmo sonoro anche nella parola e nel ritmo delle frasi sarebbe stato necessario. Senza pretendere veri recitativi, ma cercando di non far perdere l’attenzione su quelle parti che erano state inserite proprio per rendere più scorrevole la vicenda. Ma quello che soprattutto connota la direzione è la visione drammatica, quasi notturna, del titolo, che già dalle prime note pare rinunciare alla componente giocosa, avventurosa, preferendo mettere in evidenza gli aspetti melanconici, la morale finale che profuma da subito gli accordi, l’inevitabilità degli eventi e la certezza della punizione dei cattivi. Senza avere il tempo di domandarsi se in tutto questo ci sia lo spazio per un ripensamento, per una domanda su chi sia realmente in errore, soprattutto se le persone si dividano realmente in tutti buoni e tutti cattivi’.
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