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Il viaggio nell'Italia della lirica continua: Roma, Firenze e le altre istituzioni del Centro Sud: fra risultati scontati e luminose sorprese
Proseguiamo la nostra indagine sullo stato dell’opera lirica in Italia.
Chiudiamo l’analisi delle fondazioni italiane, ricordando che abbiamo tralasciato La Scala, per le caratteristiche particolari di questa istituzione e che ci soffermiamo solo sugli spettacoli lirici in scena con allestimento.
Quindi niente concerti e niente balletti.
Non perché siano meno importanti. Anzi.
I concerti hanno però caratteristiche particolari, spesso legate alle richieste del direttore d’orchestra e comunque hanno ambiti di specializzazione che possono condizionare la scelta del cast.
Per i corpi di ballo la situazione italiana è particolarmente drammatica, perché sono stati lentamente decapitati da una serie di leggi, a partire dalla Veltroni del 1996 fino alla Bray del 2013, che hanno pensato che i bilanci si sanino tagliando il personale, non qualificando l’offerta ed allargando il bacino.
Inutile parlare per loro di percentuali ed agenzie. Sarebbe come voler classificare i dinosauri: interessante, ma poco produttivo visto che si sono estinti, eccezion fatti per qualche raro ed innocuo discendente, ritrovato in alcune isole sperdute.
Riprendiamo quindi i viaggio , ricordando che lo stimolo è stato offerto dalle parole del Ministro Sangiuliano, a proposito di difesa del teatro, di ampliamento delle possibilità di lavoro per gli artisti italiani, di necessità di potenziamento della qualità.
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