Venerdì, 21 Marzo 2025
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Proseguiamo la nostra indagine sullo stato dell’opera lirica in Italia.

 

Chiudiamo l’analisi delle fondazioni italiane, ricordando che abbiamo tralasciato La Scala, per le caratteristiche particolari di questa istituzione e che ci soffermiamo solo sugli spettacoli lirici in scena con allestimento.

Quindi niente concerti e niente balletti.

Non perché siano meno importanti. Anzi.

I concerti hanno però caratteristiche particolari, spesso legate alle richieste del direttore d’orchestra e comunque hanno ambiti di specializzazione che possono condizionare la scelta del cast.

Per i corpi di ballo la situazione italiana è particolarmente drammatica, perché sono stati lentamente decapitati da una serie di leggi, a partire dalla Veltroni del 1996 fino alla  Bray del 2013, che hanno pensato che i bilanci si sanino tagliando il personale, non qualificando l’offerta ed allargando il bacino.

Inutile parlare per loro di percentuali  ed agenzie. Sarebbe come voler classificare i dinosauri: interessante, ma poco produttivo visto che si sono estinti, eccezion fatti per qualche raro ed innocuo discendente, ritrovato in alcune isole sperdute.

Riprendiamo quindi i viaggio , ricordando che lo stimolo è stato offerto dalle parole del Ministro Sangiuliano, a proposito di difesa del teatro, di ampliamento delle possibilità di lavoro per gli artisti italiani, di necessità di potenziamento della qualità.

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Continuiamo il viaggio per cercare di capire lo stato del teatro lirico nelle fondazioni italiane.

Ci siamo basati sui dati riportati sui siti delle fondazioni, incrociandoli a quelli di operabase, che riporta dati ed agenti di ogni cantante, per cercare  di soppesare il significato delle parole del Ministro Sangiuliano, che al momento del discorso programmatico aveva sottolineato alcuni punti  fondamentali che riassumiamo:

1 “rivedere i meccanismi normativi che riguardano l’iter di approvazione dei progetti e l’erogazione dei contributi.[…..] Attualmente il FUS premia la quantità e non la qualità.’

2 “necessario incentivare produzioni e artisti italiani, restituire identità nazionale alla produzione artistica. Il coinvolgimento di artisti italiani deve essere un elemento qualificante per l’erogazione dei contributi. “

3 “Occorre aumentare il senso di sicurezza sociale di quello che è per sua natura un lavoro precario. Lo Stato deve farsi carico di una maggiore sicurezza sociale e previdenziale per gli artisti, per essere al passo con l’Europa”. 

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Seconda  puntata: la voce delle agenzie ed il Nord Est

 

La prima puntata dell’indagine sullo stato dei teatri dell’opera in Italia ha suscitato un certo interesse e diverse reazioni. Fra queste  particolarmente preziosa  è quella pubblicata sulla sua pagina facebook, a commento dell’articolo,  da Franco Silvestri, che proponiamo nella sua integralità, sia per sanare eventuali dubbi ed criticità, sia perché si tratta di un documento di rara rilevanza, dato che proviene dal rappresentante  di una delle parti coinvolte in prima persona nelle questioni teatrali e quindi in grado di dare chiarezza, sia per il coraggio di alcune affermazioni che rendono onore a chi le ha scritte.

Mi siano consentite alcune precisazioni che faccio in qualità di Presidente della Associazione Rappresentanti Italiani Artisti Concerti e Spettacoli più brevemente conosciuta come Ariacs. 

Non risponde propriamente al vero che gli agenti non possano frequentare le direzioni artistiche in quanto la legge 8 gennaio 1979 nr. 8 che ne regolamentava la professione diede piena dignità al lavoro dei manager che hanno il diritto (oltre che il dovere) di promuovere il propri assistiti mettendo in atto ogni possibile modalità per farli conoscere alle direzioni artistiche.

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Prima puntata: le parole del Ministro e le scelte della Fenice

 

La pubblicazione di un articolo, qualche settimana fa, sulla futura stagione lirica dell’Arena di Verona ha acceso un ampio ed educato dibattito sulla situazione dell’opera.

Non sono emersi schieramenti precostituiti o posizioni integraliste, ma piuttosto una serie di domande e preoccupazioni che  mostrano come il mondo dell’opera sia motivo di interesse e sul cui futuro tanti vedano addensarsi ombre di tempesta, benchè al tempo stesso gli appassionati auspichino una rinascita autentica, importante.

Senza evocare fantasmi e  fantascientifiche macchinazioni, abbiamo pensato di compiere un semplice lavoro di lettura dei dati dell’ultima stagione delle varie fondazioni, per cercare di avere un’idea un po’ più chiara ed oggettiva sul momento che teatri ed artisti stanno vivendo in Italia.

Senza risposte preconfezionate e speranzosi che il viaggio ci rassereni.

Premessa incoraggiante: quando il Ministro della Cultura, il dottor Sangiuliano, si è insediato, ha tenuto  un’ interessante audizione alla Commissione VII Cultura Camera e Senato, il cui testo è reperibile in rete.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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