Rileggendo le recensioni degli scorsi mesi alla luce degli eventi attuali, la riflessione si dispiega su due fronti paralleli: da un lato emerge chiara l’evidenza di ciò che è assente, dall’altro diventa ingombrante la presenza di tasselli che la quotidianità frenetica permette troppo spesso di accantonare.
Una fra le questioni sollevate in questi giorni riguarda la necessità del teatro e l’ingiustizia del ritardo nelle riaperture delle sedi designate agli spettacoli dal vivo.
Probabilmente la ragione che più impone la necessità di affrettare la riapertura dei teatri è il bisogno di recuperare un luogo in cui la sospensione del quotidiano è concessa, in cui i pensieri veloci possono essere fermati, per dedicarsi alla riflessione e autoriflessione di ciò che è più grande, meno immediato, ma più reale dell’immediatezza.
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