Venerdì, 19 Aprile 2024
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Addio a Gigi Proietti: “il teatro è la nostra ultima spiaggia”… non dimentichiamolo!

Oggi eravamo tutti pronti a celebrare la sua carriera e la sue maschere perché avrebbe compiuto ottant’anni. Invece, con un ultimo colpo di teatro, Gigi Proietti ci ha lasciato alla prime luci dell’alba. 

Grande mattatore che ha saputo far ridere con grande intelligenza, lontano da quel modo di fare comicità volgare che spesso contraddistingue i giorni nostri. Inutile ricordare tutti i suoi grandi successi, i grandi personaggi che lo hanno portato alla ribalta sia a teatro che sul piccolo e grande schermo. Oggi lo vogliamo ricordare sopratutto con le parole che ci disse la prima volta che lo incontrammo. Era il 2015 e sul palco del Globe Theatre di Roma, a villa Borghese, raccontandoci gli spettacoli della nuova stagione, con una vela di malinconia negli occhi, disse “il teatro è la nostra ultima spiaggia”. Parole che oggi hanno un sapore ancora più amaro visto il periodo storico che stiamo vivendo. L’ultima spiaggia del suo Globe rimane ancora viva, nonostante il Coronavirus anche quest’anno è stata una grande stagione a dimostrazione che quanto fatto negli ultimi dieci anni come direttore artistico è stato importante per il respiro culturale di Roma e dimostrazione che il pubblico ne ha bisogno.

Del suo rapporto con il Globe Theatre ci disse: <<spero per me che non rappresenti una parte terminale della mia vita, nè artistica nè fisica, ma sicuramente una tappa, forse è la tappa più importante che mi permette di bilanciare la mia carriera, nel senso che ritorno alle origini. Ho cominciato con il teatro serio poi mi son dato allo show anche se un po’ sui generis, come nel caso dello spettacolo A me gli occhi please, la cosa ha funzionato tantissimo e questo rapporto speciale con la mia città ha fatto si che le tre, quattro iniziative che ho portato avanti hanno avuto un esito molto forte, lo possono testimoniare i dati e la presenza dei cittadini agli spettacoli>>. 

Oggi possiamo dire che questa tappa della sua vita è l’eredità più grande che poteva lasciarci. Fu una vera e propria scommessa che molti credevano non avrebbe funzionato: un luogo dedicato a Shakespeare, in estate, a Roma, all’interno del teatro che lo stesso Bardo progettò oltre quattrocento anni fa? La forte e costante risposta è stata data dal pubblico che in questi anni ha riempito il Globe ad ogni replica, chiaro segnale che là dove si ha il coraggio di investire la risposta della platea arriva e che là fuori c’è una gran fame di teatro.

Sta a noi non dimenticare l’importanza che il teatro può avere sulle nostre esistenze e far sì che la sua spiaggia, seppur ultima, torni presto ad ospitare tanti balneanti. 

 

 

Enrico Ferdinandi

2 novembre 2020

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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