Lunedì, 17 Novembre 2025
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Recensione dello spettacolo Rette parallele sono l’amore e la morte di e con Oscar De Summa in scena al TeatroBasilica dal 14 al 16 novembre 2025

 

Dal vuoto cosmico parte questo racconto. Sì, perché è proprio nel vuoto cosmico che Oscar De Summa cerca l’ispirazione per scrivere “una grande tragedia”. È così che il narratore, dal proscenio, introduce quella che poi scopriremo essere un’epica dell’esistenza intessuta di poesia e fisica quantistica.  

È in quello stato di fluttuazioni che De Summa è incalzato dal persistente ricordo di Mariarosaria e della sua storia d’amore tragicamente infranta ai tempi del liceo. La coetanea e vicina di casa nella sua città d’origine in Puglia verrà a mancare proprio durante la stesura del testo.  Da qui nascerà la necessità di esplorare i fenomeni delle relazioni umane attraverso l’entanglement, uno dei fondamenti della fisica quantistica, che stabilisce come due o più particelle siano intrecciate; come lo stato di una influenzi lo stato dell'altra, indipendentemente dalla distanza che le separa.

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Recensione dello spettacolo Seconda Classe in scena al teatro Spazio Diamante di Roma dall’11 al 16 novembre 2025

 

Ci sono spettacoli che non cercano l’applauso, ma il disagio. Seconda Classe, la nuova creazione del Controcanto Collettivo diretta da Clara Sancricca, appartiene a questa categoria: lo spettacolo si presenta come un’indagine lucida, anche tagliente, sul privilegio e sul suo bisogno strutturale di esclusione. In scena al Teatro Spazio Diamante di Roma, la compagnia, che ha già raccontato con lucidità il tema del lavoro in Sempre Domenica e del perdono in Settanta volte sette, punta i riflettori su un altro argomento scottante: la disuguaglianza, il privilegio e la sua contropartita, l'esclusione.

Il titolo, ironico e perfettamente calzante, rimanda direttamente a quello spazio abitato dalla maggior parte delle persone, ovvero quella “seconda classe” vissuta come una terra di mezzo in cui il lusso si intravede solamente e la miseria si scongiura. Lo spettacolo non ha la presunzione di offrire delle risposte, ma come una sorta di lente analizza e scompone la ricchezza nei suoi rituali, nei suoi automatismi, nel suo bisogno di essere distinta ed elitaria al punto da escludere chi non ne fa parte.

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Recensione dello spettacolo Rosencratz e Guildenstern sono morti in scena al teatro Ambra Jovinelli di Roma dal 5 al 16 novembre 2025

 

«Rosencrantz e Guildenstern sono morti è innanzitutto una commedia. Intendevo creare un testo comico e se il risultato non fosse stato divertente riterrei di aver fallito» (Tom Stoppard).

Rosencrantz e Guildenstern sono due personaggi minori dell'Amleto: si intravedono appena nel testo, la loro è una fugace apparizione tanto che il lettore sa della loro morte solo attraverso un altisonante annuncio finale. Annuncio che Tom Stoppard ha usato come titolo della sua tragicommedia, sfruttando questi due personaggi per mostrare cosa accade dietro l'Amleto e creando così un capolavoro del teatro dell'assurdo. Da oltre sessant'anni, infatti, il suo testo continua a interrogare il teatro sull'assurdità della vita e del destino. In questa nuova produzione firmata Alberto Rizzi per Ippogrifo Produzioni, il classico appare rinnovato: il regista ha voluto mescolare l'ironia britannica all'energia fisica della Commedia dell'Arte italiana, cercando un linguaggio popolare ma raffinato capace di parlare a tutti.

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Il resoconto di due settimane di spettacoli in una città che li ha accolti con generosità.

Sono un po’ di anni che la nostra redazione segue il “Fringe Italia Off”, un ponte tra Milano e Catania (da settembre ad ottobre) che mette in rete due città distanti 1300 km cercando di valorizzare i territori di entrambe i luoghi attraverso un’operazione culturale che vede come unico protagonista: il teatro. Basterebbe questo a giustificare questa operazione fortemente voluta, ideata e diretta da Renato Lombardo e Francesca Vitale; ma negli anni di frequentazione ci siamo accorti che ogni nuova edizione apporta uno scatto, un nuovo messaggio che riempie l’esperienza di una manifestazione già così articolata. Abbiamo avuto l’opportunità di seguire il Fringe Catania Off in cui si sono mossi 61 spettacoli per 272 repliche, più di 60 eventi “Free Fringe”, oltre 24 spazi diffusi,  un Villaggio off, al centro fieristico “Le ciminiere”, architettura industriale ristrutturata per ospitare eventi culturali e mostre permanenti e la parola chiave che sentiamo aver accompagnato il nostro viaggio quest’anno è CORAGGIO. Il coraggio di invadere gli spazi di una città come Catania, dal centro fino alle periferie, il coraggio delle compagnie presenti che hanno investito in un progetto culturale ( e di questi tempi è davvero una gran cosa!), il coraggio di un’organizzazione che crede che il teatro possa farsi endemico e proliferare sommesso, o meno, intaccando ancora indelebilmente gli animi delle persone. Qui il report di alcuni degli spettacoli che abbiamo seguito:

 

“Un comune immortale” presso “Piazza Scammacca”

"Un comune immortale" è uno spettacolo scritto e interpretato da Alessandro Colombo, con la regia di Filippo Capparella. Lo spettacolo racconta liberamente la storia del tennista Andre Agassi, basandosi sul libro “Open, e affronta temi universali come la pressione, la lotta interiore e la ricerca della perfezione attraverso la vicenda di un atleta. Il tema è sicuramente vincente, la trattazione della vita di un campione come Agassi, narrata sapientemente dalla sua bella biografia è un plot che ci è sembrato potesse esplodere; il tormento dell’atleta, il fuoco che brucia dentro e la volontà di mantenerlo acceso nonostante le frequenti difficoltà, la lotta costante tra la mente e il corpo, che spesso non fa ciò che vorremo facesse; insomma i temi ci sono tutti. Alessandro Colombo non si risparmia, mette in scena tutto il tormento con una fatica evidente, il sudore, lo sforzo, sono una parte imponente della messa in scena, che hanno un peso importante sulla performance. Manca però, a nostro avviso, qualcosa, alcune scelte di sceneggiatura si protraggono a lungo, alcuni passaggi così dilatati fanno perdere a volte il senso dello spettacolo; ossia la lotta contro sé stessi, contro il padre che gli ha imposto il destino del tennista, gli ha sottratto la libertà di scegliere la propria vita, ma allo stesso tempo gli ha dato l’opportunità di entrare nell’olimpo del tennis, di toccare con mano l’immortalità. Insomma, uno spettacolo a nostro parere ancora da ripulire, ma con un gran potenziale.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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