Lunedì, 17 Febbraio 2025
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Recensione di ‘Les Virtuoses’ nella stagione dell’ERT FVG in scena al Teatro Sociale, Gemona del Friuli, il 9 gennaio 2025

 

Alle volte  le programmazioni delle realtà decentrate regalano veri gioielli.

Occasioni preziose ed affascinanti, che parlano una lingua differente, antica e nuova, capaci di muoversi su più piani di lettura, divertendo, emozionando, trascinando.

Non c’è dubbio che è quello che l’Ert ha saputo fare proponendo a Gemona del Friuli e Sacile lo spettacolo: Les Virtuoses, del duo francese Mathias & Julien Cadez, al loro debutto italiano.

Troppe volte si legge di disaffezione del pubblico, di distanza fra sala e platea, ma forse bisognerebbe avere il coraggio di sostenere con più coraggio queste proposte capaci di voler dire qualcosa di  nuovo; bisognerebbe che  chi pianifica le stagioni scegliesse, come in questo caso, di valorizzare gli artisti, non perchè  passano in televisione o sono popolari per un film di cassetta, ma perché sono bravi.

La verità è che , come dimostra l’ente teatrale regionale, è necessario che le istituzioni credano nel pubblico,  non lo considerino una massa apatica  e per forza ipertradizionalista,  quasi che  abbonato fosse un titolo di pigrizia invece che di fiducia negli organizzatori.

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Recensione dello spettacolo Falstaff a Windsor al teatro Giuseppetti di Tivoli in scena il 7 gennaio 2025

 

In questa occasione la nostra redazione  si sposta in provincia di Roma e precisamente a Tivoli, dove al Teatro Guseppetti  il 7 gennaio è andato in scena lo spettacolo “Falstaff a Winsor” con la regia di Ugo Chiti. Uno spettacolo che seppure ha calcato le scene di molti teatri blasonati in tutta Italia, non ha perso il suo fascino, tanto da attirare un pubblico nutrito, in questo teatro che tra l’altro in questa stagione consta di un cartellone di tutto rispetto. Ugo Chiti, che ne cura appunto adattamento e regia è oramai un vero maestro nell’arte di portare in scena le opere del Bardo; in questo caso il testo si attiene al contenuto originale delle “Le allegre comari di Windsor”, soprattutto nel rispetto degli elementi farseschi che lo caratterizzano. Testo ritagliato addosso al suo personaggio principale, vestito da uno straordinario Alessandro Benvenuti, che ancora una volta collabora con gli attori della  “Compagnia Arca Azzurra” collaborazione che funziona oramai da anni e con grande successo a quanto pare. Falstaff, dopo la morte “scenica” nell’ “Enrico V” ritorna in vita grazie a Shakespeare, ne  “Le allegre comari di Windsor”, una rinascita che fu voluta esplicitamente dalla regina Elisabetta che si era innamorata del personaggio di Falstaff e lo volle rivedere in scena seppure in vesti esplicitamente eccentriche e più comiche. Il Bardo ritagliò quindi intorno al personaggio una trama dove Falstaff appariva canuto e alle prese con buffe vicende sentimentali. Quando la commedia uscì, pare che la regina non solo ne fu molto contenta, ma che la volle messa in scena più volte. In questa rielaborazione di Chiti, più scarna in alcuni contenuti dell’originale, emerge con grande forza il volere della regina, poi espressamente attuato, ossia dare importanza al personaggio centrale. E in effetti Benvenuti troneggia su tutti, grazie anche alla sua stazza rinforzata dai costumi davvero belli (un po’ meno quelli dei personaggi al latere, c’è da dirlo!) e dal porsi molto spesso al centro su una scena che seppur scarna, gioca con piani di altezze differenti, in modo da valorizzare, o meno, le figure sul palco.

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Recensione dello spettacolo Amleto², in scena al teatro Ambra Jovinelli dal 7 al 12 Gennaio 2025

 

“Su questo palco reciterò la follia!” sbeffeggia Filippo Timi, in barba a Shakespeare!

L'umbro mattatore del palco travolge il pubblico e i canoni e stravolge la tragedia per eccellenza, trasformandola in una commedia amara che ammicca e accende gli spettatori.

Tanti i significati nascosti e i riferimenti all'attualità, le citazioni ad altre opere o film o personaggi, Filippo rifa' il suo Shakespeare più famoso, dopo 15 anni dalla prima personale versione teatrale. 

È ridanciano e irriverente, barocco, decadente, sopra le righe, tragico senza dolore, distaccato e commosso.

Recita svagandosi al massimo, entra ed esce dal personaggio rimbalzando da una scena all'altra con sapienza e slancio, sfotte il pubblico e gli altri personaggi e attori senza commettere né crimine né superbia, con la semplice ironia di chi dice semplicemente la verità sulle cose.

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Recensione dello spettacolo Feste, in scena al teatro Sala Umberto dal 2 al 6 gennaio 2025

 

Quanto si può comunicare con i soli gesti e raccontare senza parole? Si può attrarre e non annoiare il pubblico in silenzio?

Familie Floz ci insegnano che la mimica, il gesto e la postura corporea possono essere più potenti e arrivano diretti alla pancia, all'ironia e al cuore dello spettatore. Raccontano una storia semplice ma appassionante indossando sempre maschere dal volto umano iper-espressivo, senza interpretare parlando, ma solo con la mimica del corpo.

I significati e le linee narrative sono chiare, arriva tutto distintamente al pubblico, curioso ed incollato al palco, il meccanismo dello spettacolo gira come un orologio svizzero. 

La tecnica è precisa e sopraffina, come le sfumature, la ricerca espressiva dei corpi e dei singoli gesti, universali e umani, tanto che spesso nel cervello dello spettatore si formulano incredibilmente e silenziosamente le parole e le battute che nascono naturalmente dai movimenti scenici degli attori, senza che siano state pronunciate.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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