Recensione di ‘Il pipistrello’ al Giovanni da Udine
Il Teatro Giovanni da Udine ha proposto una nuovissima edizione di ‘Il Pipistrello’ .
Non facile parlare di Operetta in Italia.
Perché i finanziamenti non ci sono e quando per qualche ragione riescono ad arrivare sono pochi.
Perché le fondazioni raramente inseriscono titoli di operetta nella stagione e quando lo fanno viaggiano con criteri non sempre condivisibili, come le edizioni in lingua originale che impediscono l’interazione con il pubblico oppure con riletture registiche francamente discutibili.
Perché esistono due grandi esperienze in Italia, che si sono volute far morire, come Palermo e Trieste, che avevano dei Festival autentici, con grandi interpreti, ma anche mostre, convegni, conferenze, incontri, per per far conoscere il senso profondo di questo genere e con le quali era quasi impossibile reggere il confronto. Quasi dei fantasmi incombenti che spingevano, assurdamente, a rifuggire dal paragone.
Il risultato, spesso ma per fortuna non sempre, è stato che la sopravvivenza della ‘piccola opera’, che piccola non dovrebbe essere per nulla, è stata affidata a compagnie di giro, frequentemente più vicine però all’avanspettacolo, oppure a gruppi di appassionati cultori, chiamati a confrontarsi con budget inadeguati, cast volenterosi ed allestimenti approssimativi.
Assegnare anche l’Operetta alla gestione Cedolins, per Udine, è stata proprio per tutte queste ragioni una scelta coraggiosa e per la quale va reso merito alla direzione del teatro.
Al ‘Giovanni da Udine’ è andato in scena un allestimento decisamente apprezzabile del titolo di Strauss, che dopo l’anteprima assoluta friulana inizierà una tournée in tutta Italia.
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