Lunedì, 17 Febbraio 2025
$ £

Recensione dello spettacolo “39 scalini” in scena al Teatro Spazio Diamante dal 20 dicembre 2024 al 12 gennaio 2025

 

 

Quando il teatro non è solo impegnato o impegnativo diventa godibile e divertente. È questo che accade con lo spettacolo messo in scena allo Spazio Diamante di Roma dalle Cattive Compagnie. Annoiare è una parola bandita dal vocabolario di questa compagnia perché, se così non fosse, le due ore piene di rappresentazione non trascorrerebbero veloci e in modo accattivante. 

Il racconto dei 39 Scalini, narrato originariamente da John Buchan e trasposto sul grande schermo da Alfred Hitchcock, ruota intorno a Richard Hannay, uomo d’affari di trentasette anni, bello, alto e con baffi a matita. Annoiato dalla sua vita, una sera decide di uscire dal suo appartamento di Portland Place per andare al London Palladium. Qui assiste a una dimostrazione del famoso Mr. Memory, un uomo con una memoria fotografica formidabile. Durante lo show, però, uno sparo fa scoppiare il pandemonio. Richard tenta di fuggire e nella folla incontra Annabella Schmidt. Questo incontro sarà l’inizio della sua nuova avventura. Intrappolato in un giallo apparentemente senza uscita, l’Hannay interpretato da Marco Zordan è il perno attorno al quale si muovono gli altri tre interpreti ovvero Alessandro Di Somma, Diego Migeni e Yaser Mohamed.

Add a comment

Recensione dello spettacolo L’avaro in scena al Teatro Quirino di Roma dal 17 al 22 dicembre 2024

 

È sempre un’operazione ardua e onerosa quella di portare sul palco un classico della drammaturgia come L’avaro di Molière, soprattutto se la versione che si intende proporre al pubblico è riveduta e corretta. Molti hanno cercato di svecchiare i grandi classici anche per renderli accessibili alle nuove generazioni, e spesso tali tentativi, seppur condotti con le migliori intenzioni, non sono riusciti a sortire l’effetto né il risultato desiderato, e non hanno nemmeno reso giustizia all’opera originale. 

Nel caso de L’avaro diretto da Luigi Saravo, però, l’esperimento è perfettamente riuscito. 

Checché ne possano dire i nostalgici della versione tradizionale - i quali potrebbero obiettare che le dinamiche presentate da Molière perdano di credibilità riadattate alla nostra epoca -, questa trasposizione modernizzata arriva in modo diretto ed efficace al pubblico, almeno a chi è ormai stancio di un certo modo di fare teatro. 

Add a comment

Subentra all’ultimo minuto un fuoriclasse come Francesco Demuro nel cast dello spettacolo proposto in decentramento dal Teatro Verdi di Trieste

Da molti anni il Verdi di Trieste svolge una meritoria azione di decentramento, proponendo nei principali teatri della regione alcuno dei titoli del suo cartellone.

Il primo è stato ‘La Traviata’ di cui già abbiamo riferito in questa pagina, ma rispetto a quanto previsto c’è stata una entrata in corsa eccellente: all’improvviso, tanto che nel programma dello spettacolo scaricabile dal sito non  è stato neanche inserito il nome, il tenore previsto è stato sostituito da Francesco Demuro, una delle voci più interessanti del panorama internazionale.

Una sorpresa felice, che  consente a questo cantante, che probabilmente ha accettato la proposta anche per l’amicizia che lo lega alla direttrice artistica Fiorenza Cedolins con cui debuttò nel 2007, di ritornare ad Udine dopo il trionfale successo del concerto dello scorso anno.

Demuro, reduce dal ‘ Werther’ ed in procinto di affrontare ‘Stabat mater’ a Santa Cecilia, ha  saputo inserirsi con bravura nel cast rodato di questo spettacolo, proponendo un Alfredo elegante, signorile nei modi, sicuro nell’emissione.

Di grande presa le  mezzevoci, raffinate e mai pura esibizione, così come sono stati solidi e d’effetto gli acuti.

Il suo Alfredo è un giovane uomo, più innamorato che baldanzoso, più ferito che iroso.

Add a comment

Dario Zampa ed Angelo Floramo raccontano il loro Friuli nella stagione dell’Ert FVG

 

‘La vie’,  è  uno spettacolo in friulano,  una delle lingue minoritarie riconosciute dallo stato italiano, che l’Ert ha inserito nella programmazione di diversi teatri della sua rete.

Va fatta una premessa importante: lo spettacolo nasce per celebrare i cinquanta anni dall’esordio discografico di  Dario Zampa, primo cantautore in lingua friulana.

La sua figura è decisamente rilevante per la storia della regione: nell’immediato dopoterremoto le sue canzoni divennero un manifesto del bisogno di difendere la propria identità culturale, di non perdere, fra i muri feriti e le strade devastate, anche il diritto  a tutelare una storia millenaria, a non vedere strappate le radici, oltre che le case.

Se dopo l’alluvione in Emilia si è cantata ‘Romagna Mia’ con commozione,  i muratori che cercavano di rattoppare gli edifici nell’estate friulana del 1976, mandavano a manetta le radio locali che trasmettevano i brani di questo cantante che parlavano di storie di una quotidianità interrotta, invitavano  a credere nelle proprie forze, raccontavano di tante difficoltà superate negli anni dal popolo friulano, soprattutto utilizzavano la lingua friulana per una comunicazione fino a quel momento inedita.

La potenza di quei brani era la narrazione immediata, la capacità di cogliere  il gusto popolare nel senso più alto del termine. Su una struttura musicale lineare, spesso dalla strumentazione ridotta, Zampa riusciva a dare voce, con una garbata vena poetica che alle volte toccava realmente il cuore, al sentimento più autentico della gente comune.

Add a comment
Logoteatroterapia

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter per scoprire gli sconti sugli spettacoli teatrali riservati ai nostri lettori

Search