Domenica, 20 Luglio 2025
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Recensione dello spettacolo Non era così – Un ritratto di Luca Ronconi, in scena al teatro Argentina il 10 Marzo 2025

 

Voci d'eccezione che han fatto il teatro italiano negli ultimi cinquant'anni si ritrovano in questa grande occasione per ricordare il maestro Luca Ronconi, un mostro sacro del nostro teatro italiano e europeo, a dieci anni dalla sua scomparsa.

Cinque suoi attori cult riportano alcuni stralci tratti dalle più significative pièce che a suo tempo interpretarono sotto la guida del famoso e premiato “regista di Santa Cristina”, direttore tra l'altro prima del Teatro di Roma negli anni '90 e poi del Teatro Piccolo di Milano fino alla sua morte nel 2015.

A un reading senza dubbio emozionante si alternano frammenti video dei corrispettivi spettacoli, contemporaneamente rievocati dagli attori sul palco dell' “Argentina” e altre informazioni relative al pensiero e al lavoro del maestro.

Un moderato Massimo De Francovich legge un passo tratto da “I fratelli Lehman”, Laura Marinoni reinterpreta la madre de “Lolita – Sceneggiatura” con humor e brillantezza al fianco di Giovanni Crippa, Popolizio riesuma “La vita è sogno” con la sua caratteristica intensità e scherzando ricorda il maestro come “colui che ti sostituisce con gli attori più giovani o quello malato”.

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Recensione dello Spettacolo Ciarlatani al Teatro Ambra Jovinelli di Roma dal 19 marzo al 30 marzo 2025 

 

“Tutto il mondo è un palcoscenico, donne e uomini sono solo attori che entrano ed escono dalla scena.” Questa verità shakespeariana sembra essere lo spunto ma anche il punto di arrivo dell’opera “Ciarlatani” di Pablo Remón, drammaturgo spagnolo, che dirige Silvio Orlando, Blu Yoshimi, Francesca Botti e Francesco Brandi, in scena al Teatro Ambra Jovinelli di Roma dal 19 al 30 marzo.

Il testo, composto di dieci capitoli, durante i quali i quattro attori protagonisti si moltiplicano per indossare le vesti di più personaggi, scorre su due binari paralleli ma convergenti: Anna Velasco, orfana del padre e regista Eusebio Velasco, è una giovane donna, interpretata da Blu Yoshimi, alla costante, frenetica, inarrestabile ma inafferrabile ricerca del successo come attrice, in una spasmodica esigenza di autoaffermazione. Diego Fontana, un credibile Silvio Orlando, regista di fama internazionale e all’apice della carriera, subisce il processo inverso e, come in un’epifania, a causa di un incidente aereo che lo costringe su un letto di ospedale, rinuncia a un ben remunerato progetto cinematografico per tornare alla ricerca dell’essenza, del vero, del senso più profondo del suo mestiere e, in fin dei conti di sé, e lo fa riprendendo in mano il copione di Eusebio Velasco, suo maestro, ora più attuale ed eccezionale che mai.

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Recensione di ‘L’inferiorità mentale della donna‘ di Giovanna Gra nella rete ERT Friuli Venezia Giulia

 

L’ERT Friuli Venezia Giulia propone in numerosi teatri della sua rete lo spettacolo ‘L’inferiorità  mentale della donna’ con Veronica Pivetti.

Diciamo subito che lo spettacolo, che abbiamo  visto a San Daniele del Friuli, è stato salutato da tanti consensi. Il pubblico per la maggioranza appariva contento ed ha applaudito convintamente sia la protagonista che Anselmo Luisi, che l’ha affiancata in scena, spalla muta ma affidabile. 

Quindi complimenti alla Signora Pivetti, che ha saputo proporre con abilità i temi della serata, alternando il racconto delle teorie di Paul Julius Moebius , che agli inizi del Novecento scriveva teorie  reazionarie sulle donne, a canzoni che interpreta con cipiglio determinato su delle basi registrate.

Il testo di ‘L’inferiorità mentale della donna’ è scritto da  Giovanna Gra, che assiema a Walter Mramor firma anche la regia e si rifà al trattato  omonimo di Paul Julius Moebius, un testo maschilista ed ignorante, zeppo di luoghi comuni, di stereotipi, di affermazioni che pugnalano dignità ed intelligenza scritto più di centoventi anni fa.

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Recensione dello spettacolo "Una relazione per l'accademia", testo tratto da un racconto di Franz Kafka, in scena al teatro India dal 25 al 30 marzo 2025

 

Arriva al Teatro India di Roma "Una relazione per l'accademia" spettacolo in un atto unico firmato dalla regia di Luca Marinelli, approdo al teatro che appare assai felice visto il successo di pubblico e critica che questa rappresentazione sta avendo. Sicuramente gran merito va alla scelta del testo, un racconto di Franz Kafka pubblicato per la prima volta nel 1917, che  già di per sé un'immagine stupefacente sulla condizione umana, come solo il grande scrittore ceco poteva immaginare. Il narratore ed unica presenza in scena, si rivolge ad un pubblico di scienziati ai quali racconta la sua esperienza da chi nella sua precedente vita era stato una scimmia. Il personaggio Rot Peter, interpretato da un istrionico Fabian Jung, racconta durante tutta la messa in scena, come una volta catturato in Africa, durante una spedizione di cacciatori, ha l'occasione, durante il viaggio in nave rinchiuso in una piccola gabbia, di osservare ed apprendere in brevissimo tempo i comportamenti umani; tanto che, appena arrivato in Europa, potrà scegliere se restare nelle sue condizione di scimmia, o "evolversi" a uomo e darsi al musical. Ovviamente cercherà di intraprendere la strada dell'umano, impegnandosi assiduamente nella riproduzione di gesti e stili di vita che lo allontanino dal suo essere scimmia.  Il testo  già di per sé una riflessione profondissima sull'esistenza umana, su chi si piega a vivere conformandosi alla società; è inoltre un' attenta considerazione sul tema della libertà che sia la regia di Marinelli che l'interpretazione di Jung, a nostro parere, rendono ancora più significative.

La scenografia, epurata da ogni orpello, un unico telo bianco, sul quale  disegnato in color seppia il confine di un aula da conferenza; diviene all'occorrenza uno schermo su cuoi proiettare parole, che l'interprete scrive e che risaltano sullo sfondo, come uno scarno sussidiario di una memoria umana che si sta per formare. Il resto in buona parte lo compone Fabian Jung, che si muove per il palco tracciando traiettorie continue, interagendo con il pubblico, salendo spesso anche sugli spalti, divenendo esso stesso scenografia del suo umano che si sta edificando. La stessa fisiognomica dell'attore, l'agilità del corpo, i pochissimi oggetti di scena che si muovono con lui e mossi da lui stesso, disegnano un ideale scenico che non è solo una buona interpretazione attoriale.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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