Un’edizione ridotta a quattro giornate (3- 6 settembre) e non più le consuete nove. Uno dei tanti riflessi delle conseguenze del Covid che potrebbero tradursi in una partecipazione in tono minore di pubblico, intimorito dal nemico silenzioso. Ma la motivazione di continuare a far esistere ciò che da trentatrè anni c’è “sempre stato” è stata altresì contagiosa, impartendo nuova linfa vitale all’intera platea.
Effettuare un bilancio finale sull’esito di Todi Festival 2020 in una stagione segnata dall’emergenza Covid rischia di condurre a conclusioni che mancano di prendersi cura della soggettività. Sarebbe impossibile ed ingiusto misurare il peso della paura: essa ha una propria storia iscritta in ognuno di noi ed è ingiudicabile.
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