Giovedì, 28 Marzo 2024
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Terme di Caracalla. Nabucco. Un'opera diacronica

Report della Conferenza Stampa di presentazione del Nabucco in scena alle Terme di Caracalla dal 9 luglio al 9 agosto 2016

Lunedì 4 luglio si è tenuta alla presenza del Sovrintendente Carlo Fuortes, del Direttore Artistico Alessio Vlad, del Direttore d'orchestra John Fiore e del Regista Federico Grazzini la presentazione di questo nuovo allestimento del Nabucco di Giuseppe Verdi che inaugura la Stagione Operistica Estiva 2016 del Teatro dell'Opera di Roma nello straordinario scenario delle Terme di Caracalla.

Ha aperto la conferenza stampa il Sovrintendente Carlo Fuortes sottolineando come "Per la prima d'opera a Caracalla cerchiamo sempre di risolvere la sfida che in qualche modo abbiamo durante il resto dell'anno al Costanzi, ossia fare un teatro musicale che possa unire alta qualità artistica e musicale e popolarità del cast. Devo dire che ci stiamo riuscendo e il lavoro ci sta dando grande soddisfazione. In qualche modo quindi questa sfida la stiamo vincendo e quando si arriva in un luogo come Caracalla con una platea di 4.000 persone diviene ancora più importante e quindi ogni anno quando con Alessio Vlad ci domandiamo cosa fare e come farlo ovviamente le scelte diventano fondamentali dovendo realizzare di volta in volta nuovi allestimenti concepiti unicamente per questo spazio. La nuova produzione di quest'anno è il Nabucco con la Direzione di John Fiore e la Regia di Federico Grazzini e poi ci saranno due riprese, la Madame Buterfly che lo scorso anno ebbe un grande esito e un Barbiere di Siviglia che due anni fa ha avuto un grande successo."
Ha passato poi la parola al Direttore Artistico Alessio Vlad che ha messo in evidenza come "Il problema più grande nell'allestire il Nabucco è il personaggio di Zaccaria ma il cast di questa nuova produzione del Teatro dell'Opera è straordinario quindi non potrà che dare sorprese positive."
Ha preso poi la parola il Direttore John Fiore che ha raccontato come " Il Nabucco è molto importante per me, l'ho diretto la prima volta 20 anni fa e quello che dirigerò qui a Caracalla sarà la quinta produzione in ordine di tempo. Di quest'opera amo l'energia e la passione del giovane Verdi ed è molto interessante per me dato che nelle ultime settimane ho diretto a Ginevra una produzione del Falstalff passando quindi in pochissimo tempo dall'ultimo lavoro del grande compositore emiliano al suo primo capolavoro. Per quel che riguarda Caracalla è la prima volta che dirigo qui ed è anche la prima volta che dirigo all'aperto e quindi sarà una nuova esperienza molto interessante"
Ha concluso la Conferenza l'intervento del Regista Federico Grazzini che ha parlato di come "Finora l'esperienza a Roma e a Caracalla è stata molto bella e ricca d'incontri. L'idea di valorizzare sia l'aspetto musicale che popolare è alla base di questo allestimento che sente l'esigenza di rendere l'Opera qualcosa di vivo e non solamente monumentale, cercando di avvicinare il pubblico alle tematiche non semplicemente attualizzando ma cercando di far riflettere sulla sostanza che di fatto in un'opera come il Nabucco è presente ed è ancora materia viva e pulsante. Il punto di partenza è stato proprio "la rovina", Caracalla. La prima volta che siamo venuti qui abbiamo visto un posto per molti aspetti inquietante perché le rovine sono da una parte qualcosa che riporta alla distruzione ma dall'altra sono anche qualcosa che risveglia l'immaginazione proprio perché fanno pensare a un passato di magnificenza facendo guardare, a chi le ammira, ciò che è stato in modo quasi nostalgico. Proprio da questo siamo partiti per trovare una corrispondenza con la scena centrale del Nabucco che è il "Va,pensiero" dove non abbiamo pensato solo all'aspetto nostalgico ma anche a un rilancio positivo, cosa più che necessaria oggi. Quindi tutta la lettura drammaturgica che abbiamo fatto riguarda la figura del protagonista nella sua crisi di coscienza che lo porterà a un rinnovamento che esaudirà la speranza del popolo degli Ebrei. Quella che viene narrata non è a mio avviso una tragedia ma una pseudo-tragedia proprio perché nasce in un contesto culturale che vedeva la società come qualcosa di modificabile e migliorabile. Credo che quest'opera racconti come oggi tutti noi possiamo rinunciare a qualcosa rispetto alle nostre ambizioni personali in nome di qualcosa di più importante. Non abbiamo voluto appiattire la vicenda solo sul piano realistico ma abbiamo voluto valorizzare della storia narrata l'aspetto simbolico creando due fazioni: da una parte i Babilonesi che sono gli oppressori e dall'altra gli Ebrei che sono gli oppressi. Sono due opposti che si alternano durante il dipanarsi della vicenda e alla fine vedremo una presa di coscienza che porterà a una società nuova che non è più basata su questa opposizione ma sulla rinuncia alla violenza per risolvere i conflitti tra i popoli. Concludendo abbiamo lavorato molto sul personaggio di Nabucco e abbiamo creato, con l'utilizzo del video, un riflesso della sua interiorità sulle torri di Caracalla"


Fabio Montemurro
06/07/2016

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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