Venerdì, 19 Aprile 2024
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“Invenzione e verità: il teatro di Luca Ronconi”. Omaggio al Maestro al Teatro Argentina

“Più di tutti ha superato i confini e come Leonardo ha indagato la realtà, reinventandola”. È un’estrapolazione della concisa introduzione (in linea con l’indole schiva dell’artista) del direttore del Teatro Argentina Antonio Calbi, durante il quarto dei sei appuntamenti della rassegna “Roma per Ronconi”. E più laconica è stata Roberta Carlotto, l’altra curatrice, amica e collega del regista di Susa, con il quale nel 2002 ha fondato il Centro Teatrale Santa Cristina di cui è presidente tutt’oggi: “Non mi voglio dilungare. Siamo qui stasera con la voglia di stare con Luca ancora un po’”. E con Luca ci siamo stati davvero ancora un po’, grazie all’omaggio architettato con scampoli delle sue opere, montate cronologicamente, recitate dai suoi attori a leggio e coordinate da Daniele Salvo. Un incontro che ha solleticato l’attenzione del popolo teatrale della capitale, che ha riempito l’intero impianto di Largo Argentina fino a esaurimento posti (vista la gratuità dell’evento).

Ha aperto le danze Massimo Foschi con “Orlando Furioso” (1969), che consacrò Ronconi in Italia e all’estero. Ha concluso Fausto Cobra con “Lehman Trilogy” (2015), la sua ultima sontuosa fatica. Tra questi due poli abbiamo visto molti altri mostri sacri. Giusto per fare qualche nome, Luciano Virgilio e la moglie Annamaria Guarnieri con “Fedra” (1984) e “Nella gabbia” (1991), l’applauditissima Franca Nuti con “Le tre sorelle” (1989) e “Donna di dolori” (1992), gli istrionici Umberto Orsini e Daniele Salvo, rispettivamente con “Affabulazione” (1993) e “Pilade” (1993), l’acclamatissimo Massimo Popolizio con “Verso Peer Gynt” (1995) e “La vita è sogno” (2000).

Una serata non solo per omaggiare uno degli artisti più originali, visionari e innovativi della scena mondiale degli ultimi dieci lustri, ma anche per custodire e tramandare il suo inestimabile lascito. Il lascito di un uomo che - come il messaggio di saluto proiettato nel finale sullo sfondo - “è stato unico nel rivelare la meraviglia dell’ordinario. Fra i pochi a essere riuscito a ricomporre la frattura fra scienza e creatività, indagine e necessità, invenzione e verità. È per questo che oggi Ronconi ci appare come il vero Leonardo della scena italiana e internazionale”.

 

Leonardo Livati

16 aprile 2015

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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