Venerdì, 25 Ottobre 2024
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TEATRO ELISEO. STAGIONE 2018/2019

Eccoci arrivati ad un importante traguardo: il TEATRO ELISEO festeggia cento anni!
È nel maggio del 1918 infatti che la sua storia prende il via sotto la nuova insegna ‘Eliseo’, storia iniziata nel 1900 quando sulla terrazza di Palazzo Rospigliosi viene inaugurata l’Arena Nazionale, spazio teatrale all’aperto, poi edificato in muratura nel 1910 con il nome di Teatro Apollo.

Questo centenario ha un particolare valore perché non rappresenta un punto di arrivo ma un nuovo inizio.


Il Teatro Eliseo è stato palcoscenico del migliore teatro e simbolo culturale della Nazione. Per Roma e per la cultura italiana le storiche sale di Via Nazionale sono state, devono essere e saranno luoghi essenziali di elaborazione dove impastare e ricreare. L’esperienza Eliseo è un’occasione per declinare la creatività di giovani autori, registi e interpreti e per riconoscerne le radici nei personaggi che hanno scritto la storia del teatro: Petrolini, Totò, Magnani, De Filippo, Visconti, De Lullo, Valli, Falk, Stoppa, Morelli, Interlenghi, Zeffirelli, Gassman, Tieri, Proclemer, Albertazzi, Mastroianni, Cervi, Patroni Griffi, Squarzina, Volonté, Tognazzi, Vitti, Melato, Manfredi, Valeri, Pandolfi, Orsini, Mauri, Lavia, Paglia, Orlando, Pagni, Gullotta, Cecchi e tanti, tanti altri.

Questo spazio vuole essere una casa per gli artisti, un laboratorio di idee che spero possa accendere una scintilla contagiosa anche per le altre istituzioni culturali e i luoghi d’eccellenza. Viviamo purtroppo in una fase di oscurantismo – la Cultura è un concetto assente da ogni programma politico. Motivo in più per proseguire nella sfida, per esigere bellezza, riscoprire etica e passione e tenere accesa la luce sulla complessità della contemporaneità.
Nel brand Eliseo confluiscono sinergicamente diverse attività parallele. La creatività è posta al di sopra di tutto e le eccellenze del teatro, della musica, del cinema, della fiction e dell’arte si congiungono in un crocevia di linguaggi. Qui uno spunto teatrale può diventare pellicola cinematografica, la protagonista di un dramma storico può ispirare una fiction Rai, un romanzo può trasformarsi in sceneggiatura, un dibattito scientifico può portare a scoperte innovative. L’intuizione è un piccolo seme contro il pregiudizio che porta ad una visione diversa del mondo attraverso un conflitto sano.

Ad aprire il cartellone sarà il PROLOGO DI STAGIONE, ricco di appuntamenti che faranno vivere contemporaneamente tutti gli spazi teatrali nei mesi di settembre e ottobre, lasciando poi il testimone alla stagione di prosa vera e propria.
In questa vibrante aria di festa sfileranno alcuni degli abiti storici indossati dai grandi protagonisti del teatro in una MOSTRA PERMANENTE DELLA SARTORIA TEATRALE FARANI.
Nel foyer di platea e balconata si susseguiranno otto spettacoli. KAMIKAZE NAPOLETANO scritto e interpretato da Arcangelo Iannace, regia di Francesco Frangipane; OGNI BELLISSIMA COSA di Duncan MacMillan e Jonny Donahoe con Carlo De Ruggieri diretto da Monica Nappo; L’AMMORE NUN’È AMMORE di Dario Jacobelli diretto e interpretato da Lino Musella; SPREGEVOLE di Dario D’Amato con Edoardo Pesce per la regia di Gabriele Galli; IO LAVORO PER LA MORTE testo e regia di Nicola Russo in scena con Sandra Toffolatti; SENZA VOCE di e con Marco Vergani per la regia di Vinicio Marchioni; il reading del successo letterario QUALCOSA di Chiara Gamberale, in scena con Emanuele Trevi e Marcello Spinetta diretti da Roberto Piana; HAMLETAS, originale versione dell’ Amleto tutto al femminile. Dieci le attrici sul palco dirette da Sarah Biacchi, tra cui Francesca Ciocchetti e Ludovica Modugno.
L’istallazione d’arte viaggiante BLINK CIRCUS di Lorenzo Mastroianni accoglierà dieci spettatori per volta alla scoperta del circo più piccolo del mondo, mentre torna a grande richiesta MEDEA PER STRADA di Elena Cotugno e Fabrizio Sinisi, spettacolo itinerante per sette spettatori, a bordo di un furgone per la regia di Giampiero Borgia.
Al Piccolo infine si potrà assistere allo spettacolo musicale NOTE DA OSCAR della Rimbamband e alla premiazione dello spettacolo finalista del PREMIO ELISEO PER LA SCUOLA, in collaborazione con il MIUR e l’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio.

Nove i titoli con cui il TEATRO ELISEO celebra la tradizione attraverso la lente di ‘illuminati’ adattamenti, regie contemporanee e interpreti prestigiosi. Alza il sipario il 30 ottobre la prima produzione di stagione, CYRANO DE BERGERAC di Edmond Rostand. Racconteremo il viaggio interiore alla ricerca della bellezza di due protagonisti che da rivali in amore si scoprono fratelli. In scena Luca Barbareschi, Maurizio Lastrico e per la prima volta a teatro Valentina Bellè, nuovo talento del cinema italiano. L’adattamento è di Michele Santeramo e la regia di Nicoletta Robello Bracciforti.
Dopo il successo ottenuto al Teatro Greco di Siracusa, dal 27 novembre un classico di Aristofane, LE RANE, interpretato da Ficarra e Picone diretti da Giorgio Barberio Corsetti. Una scommessa vinta per la coppia amatissima dal pubblico che riesce a far ridere con un testo di 2500 anni fa.
Da un altro tempio del teatro antico, il Teatro Grande di Pompei, giunge l’11 dicembre il capolavoro di Oscar Wilde: SALOMÈ, simbolo eterno di amore e morte nell’adattamento e regia di Luca De Fusco. Protagonista un eccezionale interprete della scena, Eros Pagni, affiancato da Gaia Aprea e Anita Bartolucci.
Risate assicurate per le feste natalizie! Dal 27 dicembre va in scena MISERIA E NOBILTÀ con Lello Arena, perfetto erede della maschera di Eduardo Scarpetta, diretto da Luciano Melchionna.
Michele Riondino, Anna Maria Guarnieri e Federica Rosellini daranno vita,dal 22 gennaio alle pirotecniche avventure del romanzo di Michail Bulgakov IL MAESTRO E MARGHERITA, rivisitato dalla penna di Letizia Russo e dalla regia di Andrea Baracco.
Uno straordinario Glauco Mauri si misura con l’ultimo capolavoro di Fëdor Dostoevskij: I FRATELLI KARAMAZOV. Accanto a lui, a scandagliare l’animo umano di questo classico della letteratura russa, il compagno d’arte di sempre Roberto Sturno. In scena dal 5 febbraio per la regia di Matteo Tarasco.
A quarant’anni dal suo debutto, torna a teatro lo spettacolo musicale di Luigi Magni LA COMMEDIA DI GAETANACCIO, nostra produzione in scena dal 19 febbraio. Nei ruoli dei protagonisti, Giorgio Tirabassi e Carlotta Proietti, in continuità con l’allestimento storico allora diretto e interpretato da Gigi Proietti.
Un inno al teatro quello di Gabriele Lavia, che dal 13 marzo dirige e interpreta con Federica Di Martino l’ultima opera incompiuta di Luigi Pirandello I GIGANTI DELLA MONTAGNA.
E a chiudere un monologo divenuto ‘cult’ della scena italiana: dal 2 aprile prosegue la rotta, come il transatlantico Virginian, NOVECENTO di Alessandro Baricco, con Eugenio Allegri diretto da Gabriele Vacis.

Mentre gli spettacoli in scena al Teatro Eliseo rivisitano la tradizione, il palco del PICCOLO ELISEO si apre ad un ventaglio di nuove proposte.
Il 25 ottobre debutta IL GATTO dall’omonimo irriverente romanzo di Georges Simenon, adattato da Fabio Bussotti. Nel ruolo dei due coniugi uniti dall’odio Alvia Reale e Elia Schilton. Regia da Roberto Valerio.
Dal 15 novembre Silvio Peroni dirige un cast di sei giovani attori in IL GIORNO DEL MIO COMPLEANNO di Luke Norris. Un testo divertente sul dolore, sui legami di amicizia e sulla paura di crescere.
Licia Maglietta firma drammaturgia, regia e scene di AMATI ENIGMI da Clotilde Marghieri, una conversazione intima sulla ‘grande età’ in scena dal 6 dicembre.
Attesissimo ritorno di Carrozzeria Orfeo dal 3 gennaio. Dopo il successo delle precedenti stagioni, il collettivo formato da Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi si presenta al suo pubblico con la TRILOGIA completa: COUS COUS KLAN, ANIMALI DA BAR, THANKS FOR VASELINA (quest’ultimo di prossima uscita anche in versione cinematografica, prodotto da Casanova Multimedia).
Una storia che sviscera uno degli ultimi grandi tabù dello sport, l’omosessualità.  FUORIGIOCO di John Donnelly, che debutta il 31 gennaio, vede in scena Edoardo Purgatori, Federico Lima Roque, Giorgia Salari, Gianluca Macrì. Regia di Maurizio Mario Pepe.
La straordinaria musicalità della lingua del Bardo in SHAKESPEA RE DI NAPOLI, testo composto e diretto da Ruggero Cappuccio che da più di vent’anni attraversa i palcoscenici dei teatri italiani ed esteri. Dal 21 febbraio, con Claudio Di Palma e Ciro Damiano.
Dopo il successo di Scannasurice, Carlo Cerciello torna al Piccolo Eliseo con un testo di Manlio Santanelli REGINA MADRE. Autentico gioiello di drammaturgia contemporanea italiana, definito da Ionesco èxtraordinaire, vede impegnati Fausto Russo Alesi e Imma Villa dal 7 marzo.
Massimiliano Bruno è autore e protagonista di ZERO, un giallo teatrale che diverte, un intrigo disperato e sarcastico per la regia di Furio Andreotti. Dal 21 marzo.
Dal 4 aprile un progetto che coinvolge diversi artisti. Francesco Di Leva e Pino Carbone si fanno portavoce di un omaggio al celebre pugile MUHAMMAD ALI.
Autore amatissimo, dopo due stagioni di successo con Lacci interpretato da Silvio Orlando, questa volta in veste di produttore, Domenico Starnone ritorna con AUTOBIOGRAFIA EROTICA. Un nuovo bellissimo testo tratto dall’omonimo romanzo sul linguaggio osceno dell’amore. Dal 3 maggio con Vanessa Scalera e Pier Giorgio Bellocchio, diretti da Andrea De Rosa.
In chiusura un altro lavoro dedicato allo sport. SPOGLIA-TOY, undici monologhi, storie di calciatori/toys. Uno spettacolo di Luciano Melchionna, in scena dal 16 maggio

Nato lo scorso anno, l’ELISEO OFF rappresenta il centro di produzione permanente del teatro dedicato alla nuova drammaturgia. Il piccolo spazio situato nel foyer di seconda balconata permette agli artisti di sperimentare soluzioni che possano far partecipare il pubblico sin dalla prima fase di creazione.
Tra i titoli della stagione, composta unicamente da novità assolute, troviamo: COSE COSÌ, scritto e diretto da Paola Ponti, con Carmen Giardina, Paolo Zuccari, Elodie Treccani, Stefano Quatrosi, Constance Ponti, Mario Russo; DIARIO DI UNA CASALINGA DISPERATA, liberamente ispirato al best seller di Sue Kauffman, adattato da Ferdinando Ceriani che dirige Carla Ferraro; SUNSET LIMITED di Cormac McCarthy, interpretato da Cosimo Rega e Arcangelo Iannace per la regia di Francesco Frangipane; SHENZHEN SIGNIFICA INFERNO, testo di Stefano Massini, con Barbara Chichiarelli diretta da Roberto Romei; OLEANNA di David Mamet con Elisa Menchicchi e Francesco Rossini, regia di Elmiliano Bronzino; JUDITH di Jorge Palant tradotto e diretto da Anna Ceravolo per Silvana Bosi e Cristina Maccà.

Migliaia le persone che hanno partecipato anche quest’anno agli immancabili eventi gratuiti di ELISEO CULTURA a cura di Alessandro Vaccari. Scienza, letteratura, poesia e arte in trentasette appuntamenti programmati per interpretare la complessa attualità sociale e culturale del nostro Paese. Il fitto calendario di lezioni, presentazioni e approfondimenti si articola in cicli di incontri con cadenze mensili per tutta la stagione. Una delle novità, IL TEATRO CIVILE, dedicato al centenario dell’Eliseo e al suo ruolo sociale e culturale svolto nel Paese nel corso del suo secolo di storia. Tra le sue quinte ad esempio è stato fondato Il Mondo, settimanale di politica e cultura creato da Mario Pannunzio, redattore capo Ennio Flaiano. Con un interessante testo di Pierluigi Battista, Eliseo Cultura dedica inoltre una serata evento a Boris Pasternak a sessant’anni dal conferimento del Premio Nobel mai ritirato per l’opposizione del regime.
Libertà, Giustizia, Economia e Informazione sono i temi centrali della serie SPIRITI LIBERI, appuntamenti realizzati in collaborazione con Massimo Bernardini e affrontati attraverso il confronto dei maggiori protagonisti italiani e stranieri.
Mario Sechi ci guiderà in un viaggio internazionale tra I GRANDI IMPERI che caratterizzano la politica mondiale: America, Russia, Cina, il mancato impero europeo e l’impero invisibile della finanza internazionale, il più potente di tutti.
Dopo il successo degli affollatissimi scontri letterari della scorsa stagione, continua la collaborazione con Valerio Magrelli e i CULTURAL COMBAT.
Ancora la letteratura sarà protagonista di una serie di incontri condotti da Annalena Benini, che porterà sul palco del Piccolo Eliseo Melania Mazzucco, Sandro Veronesi, Valeria Parrella, Alessandro Piperno e Walter Siti.
Anche quest’anno Giuseppe Di Giacomo non mancherà di stupire. In occasione del centenario accenderà un faro specifico sulle grandi opere che hanno fatto la storia del teatro attraverso una riflessione a tutto tondo.
Le nuove frontiere della scienza e dell’innovazione tecnologica, le novità nel campo della medicina e le rivoluzioni della fisica saranno di nuovo protagoniste della serie di successo LA SCIENZA E NOI, a cura di Viviana Kasam, realizzata in collaborazione con Brain Circle Italia.
Un ritorno, quello di Luca Serianni che terrà tre incontri su Dante, il sommo poeta, visto tra le pieghe della sua opera.

Tre i titoli in programma per ELISEO RAGAZZI: MOLTO RUMORE PER NULLA di Shakespeare nell’adattamento e regia di Ilaria Testoni; IL CODICE DEL VOLO, scritto, diretto e interpretato da Flavio Albanese con la collaborazione artistica di Marinella Anaclerio.
E infine, una conferma, quella con EUROPA INCANTO che ha coinvolto più di cinquantamila studenti in sette regioni d’Italia e più di cento attori in diversi cast. L’ambizioso progetto, ideato da Nunzia Nigro, porta l’opera lirica prima nelle scuole italiane e poi a teatro con lo scopo di formare giovani e preparati futuri spettatori.

ELISEO PER LA SCUOLA ha confermato la prolifica sinergia fra il Teatro Eliseo, il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e l’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio. Decine e decine le scuole coinvolte nelle nostre attività con laboratori, incontri (con il Cardinal Ravasi e con Tito Schipa), il Premio Eliseo per la Scuola, il Premio della Giornata Mondiale del Teatro e il progetto Alternanza Scuola-Lavoro. Il successo di tutte queste attività dall’alto valore didattico ci stimolano a proseguire.

Classica, jazz, pop e musica contemporanea si alterneranno per ELISEO MUSICA, stagione concertistica che, con una particolare sensibilità verso i giovani, vanta ormai diverse collaborazioni con alcune delle istituzioni musicali italiane più prestigiose.

Completa la Stagione del Centenario la sezione ELISEO EXTRA. Oltre alla mostra di abiti della Sartoria Farani, ospitiamo dal 4 al 14 ottobre il FESTIVAL DEL TEATRO PATOLOGICO DI DARIO D’AMBROSI con il suo fitto calendario di spettacoli teatrali, mostre fotografiche, proiezioni, concerti e convegni per fare luce su tematiche importanti come i ‘Quarant’anni dalla 180’ o la ‘Teatro Terapia’.
Novità per il nostro teatro, la decima edizione del format teatrale che cambia la Storia PERSONAGGI E PROTAGONISTI: INCONTRI CON LA STORIA COLPEVOLE O INNOCENTE DI ELISA GRECO ovvero La Storia a Processo! con quattro appuntamenti il 12 novembre, il 10 dicembre, l’11 febbraio e il 15 marzo.


TEATRO ELISEO


30 ottobre - 25 novembre 2018
CYRANO DE BERGERAC
di Edmond Rostand
adattamento Michele Santeramo
con Luca Barbareschi - Maurizio Lastrico - Valentina Bellè
scene Matteo Soltanto
costumi Silvia Bisconti
musiche originali Arturo Annecchino
regia Nicoletta Robello Bracciforti
Produzione TEATRO ELISEO
Debutto nazionale Teatro Eliseo di Roma 30 ottobre 2018

 

La storia di Cyrano de Bergerac, fenomenale spadaccino, spirito libero e poeta che porta nel bel mezzo della faccia un naso che “di almeno un quarto d’ora sempre lo precede”, è entrata di diritto nell’immaginario popolare, tanto da essere stata tradotta, adattata e interpretata innumerevoli volte.
La storia è nota: innamorato senza poterlo rivelare di sua cugina Rossana, a sua volta stregata dalla bellezza di Cristiano, propone al giovane rivale un piano per conquistare l’inarrivabile fanciulla.
Tuttavia non tutti sanno che questo personaggio leggendario è ispirato alla figura storica di Savinien Cyrano de Bergerac, uno dei più eclettici scrittori del Seicento francese e precursore della letteratura fantascientifica. I suoi romanzi sono metafora di viaggi meravigliosi, realistici e visionari, verso la Luna e il Sole.  E un viaggio fantastico dentro la propria anima è proprio quello che compiono i due protagonisti che, da rivali si scoprono fratelli, alla ricerca di quella bellezza che pare essere il tema portante del racconto.
Cyrano è uno dei personaggi più conosciuti e amati del teatro: brutto ma bello nel suo essere temerario, che paga di persona per ogni atto di coraggiosa intransigenza; è straordinariamente moderno, un simbolo di coerenza e di libertà che continua a sorprenderci.
Le caratteristiche di questa figura eccezionale, a metà fra storia e mito, fanno peraltro sì che il testo abbia la peculiare caratteristica di attraversare i generi e pur restando una delle storie d’amore più intense e commoventi che siano mai state scritte si concede momenti di autentica forza politica. Il desiderio, morale e filosofico, di esprimere coraggio e passione in ogni azione della propria vita, è un atto profondamente politico e ci incatena al destino di Cyrano di Bergerac tanto da uscirne rinnovati, purificati. (Nicoletta Robello Bracciforti)

 


27 novembre - 9 dicembre 2018
LE RANE
di Aristofane
traduzione Olimpia Imperio
con Salvo Ficarra - Valentino Picone
scene Massimo Troncanetti
costumi Francesco Esposito
musiche eseguite in scena SeiOttavi
regia Giorgio Barberio Corsetti
Produzione INDA - ISTITUTO NAZIONALE DEL DRAMMA ANTICO
Riallestimento TEATRO BIONDO PALERMO, TEATRO STABILE DI NAPOLI, FATTORE K

 

 

Dopo lo straordinario successo dello scorso anno al Teatro Greco di Siracusa, tornano Le Rane di Aristofane con Ficarra e Picone, in una nuova edizione pensata per i teatri all’italiana.
Riuscire a far ridere con un testo di 2500 anni fa, il senso della scommessa è tutto qui. Prendere il testo di Aristofane, un vecchio pezzo d’argenteria teatrale, e lucidarlo fino a farlo splendere nuovamente, come se fosse appena forgiato.
Per ottenere questo risultato, la prima condizione è disporre di una coppia di comici di assoluta eccellenza. Ficarra e Picone, dunque: il duo che negli ultimi vent’anni ha incarnato il più autentico talento nel campo dell’umorismo. L’autorevole regia di Giorgio Barberio Corsetti abbatte definitivamente il discutibile confine che separa lo spettacolo “alto” dallo spettacolo “basso”, un po’ come aveva fatto Pasolini con Totò per Uccellacci e uccellini.
Le Rane, sfrondato dagli anacronismi, dimostra che per il genere comico può esistere una manifattura a lunga conservazione, che consenta di ridere anche oggi, e consapevolmente, di un testo classico.
Dioniso, il dio del teatro, si reca nell’oltretomba per riportare alla vita Euripide. Ma questi è assorto in un furioso litigio con Eschilo per stabilire chi dei due sia il più grande poeta tragico.
Dioniso si fa giudice e, scegliendo di anteporre il senso della giustizia e il bene dei cittadini alle proprie preferenze personali, finisce per dare la palma della vittoria ad Eschilo, che dovrà salvare Atene dalla situazione disastrosa in cui si trova. Eschilo accetta di tornare tra i vivi lasciando a Sofocle il trono alla destra di Plutone, a patto che non lo ceda mai a Euripide.


 
 
11 - 23 dicembre 2018
SALOMÈ
di Oscar Wilde
traduzione Gianni Garrera
adattamento e regia Luca De Fusco
con Eros Pagni - Gaia Aprea - Anita Bartolucci
Alessandro Balletta - Silvia Biancalana - Paolo Cresta - Luca Iervolino - Gianluca Musiu
Alessandra Pacifico Griffini - Giacinto Palmarini - Carlo Sciaccaluga - Paolo Serra - Enzo Turrin
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
disegno luci Gigi Saccomandi
musiche originali Ran Bagno
coreografie e aiuto regia Alessandra Panzavolta
Produzione TEATRO STABILE DI NAPOLI – TEATRO NAZIONALE, TEATRO STABILE DI GENOVA, TEATRO STABILE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA, TEATRO STABILE DI VERONA
Debutto nazionale Teatro Grande di Pompei 21 giugno 2018

 

Poche volte si verifica un caso di un titolo tanto noto quanto poco rappresentato. Salomè è un grande archetipo, un simbolo eterno di amore e morte ma la sua versione lirica è comunemente rappresentata mentre il capolavoro di Wilde sembra destinato più alla lettura che alla rappresentazione. In effetti i registri che Wilde usa oscillano tra il drammatico, l’ironico, l’erotico in una miscela che è effettivamente molto ambigua e di difficile rappresentazione proprio per i suoi meriti, ovvero per la sua originalità che la fa solo in apparenza somigliare ad una tragedia greca mentre in realtà ci troviamo di fronte ad una sorta di poemetto teatrale.
Perché allora affrontare una sfida così difficile? Innanzitutto per il gusto delle sfide. Uno dei modi di innovare il repertorio teatrale è anche quello di rimettere in circolazione testi che ne sono usciti per pigrizia mentale, per abitudine, per poco coraggio, di registi e Teatri.
Salomè è inoltre perfetta per il Teatro Grande di Pompei, essendo ambientata in epoca romana e non greca, come la maggior parte dei testi che rappresenteremo nel triennio che ci aspetta.
È poi nota la mia passione sulle contaminazioni tra teatro, danza, musica, cinema. Salomè, con la sua luna piena incombente e allucinata, con la sua danza dei sette veli, sembra quindi un testo ideale per questo teatro “spurio” che prediligo da molto tempo.
Ma affrontiamo la sfida anche perché ci basiamo su un trio di attori di eccezione come Eros Pagni, Gaia Aprea e Anita Bartolucci, che incarneranno rispettivamente i ruoli di Erode, Salomè e Erodiade.
Questo progetto apre un ciclo di collaborazioni tra i teatri Stabili di Napoli e di Genova che vede coinvolti Marco Sciaccaluga e il sottoscritto come registi per il prossimo triennio. (Luca De Fusco)
 

 

 

27 dicembre 2018 - 20 gennaio 2019
MISERIA E NOBILTÀ
di Eduardo Scarpetta
con Lello Arena
regia Luciano Melchionna
Coproduzione TEATRO ELISEO, ENTE TEATRO CRONACA VESUVIOTEATRO in collaborazione con TUNNEL PRODUZIONI
Debutto nazionale Teatro Eliseo di Roma 27 dicembre 2018


Miseria “o” nobiltà? Domanda retorica. Eppure il mondo ancora oggi si divide tra queste due categorie che poco hanno a che fare con la giustizia e l’ingiustizia, con la morale e la più spietata immoralità, ma riguardano la strage di valori e di cultura da un lato e la messa in campo della creatività, del sano istinto di sopravvivenza, della capacità di adattamento dall’altro.
Tra le ceneri della miseria - “quantità insufficiente, inadeguata ai bisogni o per sé stessa troppo scarsa” - e gli stenti, fa capolino la resilienza e con essa la misura delle proprie forze, il sorriso, la gioia di sentirsi vivi, l’umanità più profonda che non trascende il peggio dell’essere umano ma ne nobilita il meglio... Dunque non ci resta che la nobiltà di sentimenti perché quella blasonata è morta da tempo e al suo posto la nuova borghesia ha trovato pane per i suoi denti nel consumismo e nella globalizzazione… non ci resta che ridere. E qui Lello Arena giunge perfetto erede di quella maschera tra le maschere che appartenne ad Eduardo e ai suoi epigoni. Non ci resta che ridere, dunque, con una maschera oggi più che contemporanea: ridere, riderci su, in attesa del miracolo.
E cos’è il teatro se non il luogo dove il miracolo può manifestarsi? I personaggi sono già tutti presenti, come fantasmi affamati o come statue classiche fatiscenti, armature o sarcofagi nei quali hanno proliferato come parassiti i ricchi, sempre più ricchi ma sempre più inconsistenti. Tutto vive di nuovo, tutti ci sciogliamo in mille risate, il miracolo accade ancora una volta, e chissà che il sogno presto diventi realtà per tutti noi. Intanto, signore e signori, godiamoci le gesta goffe ed esilaranti di una ‘nobilissima miseria’ che ancora oggi sa giocare con la Vita. (Luciano Melchionna)

 

 
22 gennaio - 3 febbraio 2019
IL MAESTRO E MARGHERITA
di Michail Bulgakov
drammaturgia Letizia Russo
con Michele Riondino - Anna Maria Guarnieri - Federica Rosellini
e (in ordine alfabetico) Giordano Agrusta - Carolina Balucani - Francesco Bolo Rossini
Caterina Fiocchetti - Dario Iubatti - Michele Nani - Diego Sepe - Oskar Winiarski
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
musiche originali Giacomo Vezzani
regia Andrea Baracco
Produzione TEATRO STABILE DELL’UMBRIA
Debutto nazionale Teatro Cucinelli di Solomeo 5 settembre 2018

 

Il Maestro e Margherita è un romanzo pieno di colori potenti e assoluti, tutti febbrilmente accesi, quasi allucinanti. Un eterogeneo gruppo di attori che va da Anna Maria Guarnieri a Michele Riondino, dà vita alle straordinarie, magiche e perturbanti pagine di Michail Bulgakov. La regia è di Andrea Baracco, che spiega: “Si passa in un attimo dal registro comico alla tirata tragica, dal varietà più spinto all’interrogarsi su quale sia la natura dell’uomo e dell’amore. Basso e alto convivono costantemente creando un gioco quasi funambolico, pirotecnico, in cui ci si muove sempre sulla soglia dell’impossibile, del grottesco, della miseria e del sublime. Faremo palpitare i nostri cuori dando corpo ad una delle più strazianti e straordinarie storie d’amore della letteratura, quella tra il Maestro e Margherita e quel loro rimanere fatalmente impigliati, imprigionati quasi, l’uno nel corpo e nella mente dell’altra.”
Spiega Letizia Russo: “Quello che rende l’uomo veramente diverso da qualsiasi altro animale è la sua capacità di immaginare e credere in cose che non esistono. Divinità, valori, ideologie, saldano i rapporti tra gli uomini e danno forma alle società, permettendo a milioni di persone di muoversi nella stessa direzione. Condividere questi pilastri immateriali è un atto di fede involontario che garantisce la sopravvivenza delle comunità umane… Ma cosa succede se qualcosa, o qualcuno, arriva ad inoculare i semi del caos nelle maglie di una struttura umana formata e solida? Succede che la natura del singolo e la struttura sociale rivelano le loro parti più nascoste, le loro possibilità inaspettate, le loro contraddizioni impresentabili. Il Maestro e Margherita ci parla anche di questo, di come l’immaginazione umana sia un’arma potente e fragile, in grado di erigere strutture grandiose ma incapace di contenere davvero il Mistero. In questa versione teatrale le tre linee narrative su cui si muove il racconto di Bulgakov (l’irruzione a Mosca del Diavolo, la tormentata storia d’amore tra il Maestro e Margherita, e la vicenda umana del governatore di Palestina, Ponzio Pilato) saranno lette e restituite attraverso un meccanismo di moltiplicazione dei registri e dei ruoli, facendo dell’evocazione e dell’immaginazione le chiavi per immergersi in un racconto complesso e tragicomico come la vita.”
 


 

5 - 17 febbraio 2019
I FRATELLI KARAMAZOV
di Fëdor Dostoevskij
con Glauco Mauri - Roberto Sturno
e cast in via di definizione
regia Matteo Tarasco
Produzione COMPAGNIA MAURI STURNO, FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANA
Debutto nazionale Firenze Teatro della Pergola 29 gennaio 2019


Per ben due volte la nostra compagnia ha raccontato Dostoevskij. Due assoluti capolavori: L’idiota e Delitto e castigo. Dostoevskij, Shakespeare e Beckett sono stati i tre grandi autori che mi hanno aiutato a tentare di capire la vita: la immensa tavolozza dei colori dell’animo umano di Shakespeare, la tragedia del vivere che diventa farsa e la farsa del vivere che diventa tragedia di Beckett e Dostoevskij che mi ha fatto capire la magnifica responsabilità che ha l’uomo di comprendere l’uomo.
Dostoevskij non giudica mai: racconta la vita anche nei suoi aspetti più negativi con sempre una grande pietà per quell’essere meraviglioso e a volte orrendo che è l’essere umano.
La famiglia Karamazov devastata da litigi, violenze, incomprensioni, da un odio che può giungere al delitto, oggi come oggi appare, purtroppo, un esempio di questa nostra società così incline all’incapacità di comprendersi e di aiutarsi. Anche il sentimento dell’amore spesso viene distorto in un desiderio insensato di violenza.
Così sono i Karamazov - Così siamo noi?
Ma Dostoevskij è un grande poeta dell’animo umano e anche da una terribile storia riesce a donarci bellezza e poesia.  (Glauco Mauri)


‘I fratelli Karamazov’ è un romanzo cupo e disperato, che oscilla pericolosamente nell’incerto territorio in cui danzano avvinghiati Eros e Thanatos; è una storia assoluta, spietata, estrema, senza margini di riscatto, senza limiti, un duello tra uomini completamente sopraffatti dai nervi e avvinghiati in un ineludibile legame economico.
Con il rigore di un giudice istruttore, lo scrupolo di uno scienziato e l’insistenza di un investigatore, Fëdor Dostoevskij ci conduce in un viaggio negli abissi oscuri dell’animo umano, descrivendo un mondo che perde i suoi referenti culturali e svilisce i valori etici più profondi, un mondo ove l’interesse personale diviene la mozione primaria d’ogni atto, ove trionfa il soddisfacimento sfrenato del desiderio. (Matteo Tarasco)


 

19 febbraio - 10 marzo 2019
LA COMMEDIA DI GAETANACCIO
di Luigi Magni
con Giorgio Tirabassi - Carlotta Proietti
regia Giancarlo Fares
Produzione TEATRO ELISEO
Debutto nazionale Teatro Eliseo di Roma 19 febbraio 2019

 

La commedia di Gaetanaccio è un capolavoro di Luigi Magni che torna in scena dopo quarant’anni esatti dal suo debutto.
Gaetanaccio, burattinaio, patisce la fame perché il potere vieta ogni tipo di rappresentazione teatrale.
Nella prima battuta il prologo recita: “Vengono soppresse tutte quelle attività culturali le quali che, quando va bene, non servono a gnente.” Ed ecco, come spesso accade con Luigi Magni, che i temi affrontati si mostrano in tutta la loro sconvolgente attualità.
Una commedia musicale che con ironia e leggerezza racconta le vicende di Gaetanaccio e della comunità di teatranti che, costretti a inventarsi la vita per sperare di sopravvivere, si trovano davanti al bivio del compromesso.
L’amore, rappresentato da Nina, anche lei attrice, è l’ideale amoroso puro e irraggiungibile che si mostra nella sua poetica fragilità capace di essere forte e concreta quando la vita lo richiede.
La presenza di Giorgio Tirabassi e Carlotta Proietti nei ruoli protagonisti vogliono rappresentare una continuità con l’allestimento storico dello spettacolo, allora diretto e interpretato da Gigi Proietti. Accanto a loro un cast di giovani attori che, con entusiasmo e professionalità, arricchiranno lo spettacolo di dirompente energia.
Poesia e ironia le parole chiave capaci di raccontare questo nuovo allestimento che vuole riportare La commedia di Gaetanaccio ai primi posti dei classici della tradizione popolare, dove merita di essere.


 
 
13 - 31 marzo 2019
I GIGANTI DELLA MONTAGNA
di Luigi Pirandello
con Gabriele Lavia - Federica Di Martino
e cast in via di definizione
scene Alessandro Camera
costumi Andrea Viotti
musiche Antonio Di Pofi
regia Gabriele Lavia
Produzione FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANA
in coproduzione con TEATRO STABILE DI TORINO

 

Una compagnia di teatranti guidata dalla contessa Ilse arriva alla villa detta Scalogna dove vive uno “strano” mago che dà loro rifugio. Ma chi è Cotrone?
Lo sanno tutti, è lo stesso Luigi Pirandello - scrive Gabriele Lavia nelle note di regia - Ma Cotrone è anche qualcosa di più. È colui che vive rifugiato o emarginato nella propria illusione che il Teatro possa essere il Luogo Assoluto. Fuori da ogni contaminazione. Lontano da quei Giganti, da quelle “forze brute”, da quegli uomini (forse noi stessi!) che mettono paura solo a sentirli passare al galoppo!
I Giganti sono uomini che hanno dimenticato la coscienza della loro origine. Snaturati dal non voler conoscere se stessi. E dunque non possono far altro che continuare a uccidere la “poesia originaria” nata come specchio dell’uomo... uccidere il Teatro.
Nel nostro spettacolo, ancora tutto da fare, cioè nel “teatro della mente del regista”, tutta l’azione dovrebbe accadere dentro un “teatro distrutto”. “Pare vogliano costruirci qualcos’altro”. Uno stadio? Un cinema? (Ma ormai è improbabile) ... Un centro commerciale? Forse uffici? ... È qui che si vorrebbe rappresentare ‘I Giganti della Montagna’ dell’amatissimo Pirandello.
Ma il finale “non scritto” vorrei che fosse una speranza, meglio, una certezza laica, che “la poesia non può morire”. E allora i giovani attori che faranno il ruolo dei Fantocci nella “stanza delle apparizioni” e che sono i “fantocci-personaggi” de ‘La favola del figlio cambiato’, alla fine, sul proscenio di assi sconnesse, davanti a un povero sipario strappato, reciteranno tutta (sia pur ridottissima) ‘La favola del figlio cambiato’.
Per “fede nel teatro” ... che... fateci pace! ... non morirà mai... “finché il sole risplenderà sulle sciagure umane.


 

2- 18 aprile 2019
NOVECENTO
di Alessandro Baricco
con Eugenio Allegri
scenografia e luci Roberto Tarasco
costumi Elena Gaudio
regia Gabriele Vacis
Produzione ART QUARIUM
con la collaborazione produttiva del TEATRO STABILE DI TORINO – TEATRO NAZIONALE

 

Dopo il debutto avvenuto al Festival di Asti 16, il 27 giugno del 1994, sono ormai oltre 500 le repliche e più di 200 mila gli spettatori per un monologo divenuto un “cult” della scena italiana. Questi i numeri di Novecento, che prosegue la sua rotta, come il transatlantico Virginian, attraccando nei porti di piccole e grandi città, in piccoli e grandi teatri. Lo spettacolo riparte dagli andamenti musicali della parola, dai gesti surreali, dalle evocazioni magnetiche che lo resero, al debutto, apprezzato dalla critica e amato dal grande pubblico. Il 2018/2019 sarà, per Novecento, “la Stagione dei 25 anni” e tornerà per l'occasione ad essere riallestito e coprodotto da Art Quarium e dal prestigioso Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale con repliche al Teatro Gobetti di Torino dal 16 al 28 ottobre 2018.

 

PICCOLO ELISEO

 

25 ottobre - 11 novembre 2018
IL GATTO
dall’omonimo romanzo di Georges Simenon
adattamento Fabio Bussotti
con Alvia Reale, Elia Schilton e Silvia Maino
scene Francesco Ghisu 
costumi Francesca Novati
luci Carlo Pediani
suono Alessandro Saviozzi
regia Roberto Valerio
Produzione COMPAGNIA UMBERTO ORSINI
Debutto nazionale Napoli Teatro Festival 25 giugno 2018


‘Il gatto’ di Simenon – spiega Roberto Valerio nei suoi appunti di regia - ci consegna personaggi che possiedono una caleidoscopica complessità e una vibrante vocazione teatrale; è un testo feroce che rovista tra le pieghe della mente e le incrinature del cuore dei protagonisti, descritti con uno sguardo crudo e spietato.
La morte dell’amato gatto di lui per avvelenamento è la miccia che accende l’odio e fa crollare l’esile impalcatura della loro relazione e della loro intera esistenza. L’uomo, convinto, non a sproposito, che il crimine sia stato compiuto dalla moglie, si scaglia furioso sul pappagallo di lei, trucidandolo.
Il gatto è un romanzo irriverente che scuote le nostre rassicuranti pretese morali, tradendo ogni retorica perbenista, e che ci conduce a perlustrare le ingarbugliate e contorte strettoie del nostro mondo interiore con sfacciata onestà. Émile e Marguerite sono prigionieri in un matrimonio che ha ceduto il passo a un bieco e beffardo conflitto permanente. Forse i due si sono amati un tempo, o forse hanno allestito la scena posticcia della loro unione per non restare soli a recitare sul palcoscenico spoglio e desolante della senilità. Forse le origini della loro guerra domestica sono da ricercare ben prima della morte del gatto. Troppo diversi tra loro, Émile e Marguerite non si sono mai veramente sopportati. Lei, di origine piccolo borghese e dai modi fin troppo affettati; lui, ruvido capomastro in pensione, amante dei sigari e del vino rosso. Marguerite non si è mai liberata del ricordo del suo primo marito violinista ed Émile rimpiange la sua prima moglie morta troppo presto.
Tutto cade a pezzi – conclude il regista - si frantuma e disintegra sotto il peso del disprezzo e della rabbia ma i due non si separano, il desiderio di libertà e la paura della solitudine si mescolano e confondono in una perturbante prossimità. L’odio li tiene uniti. Fino all’ultimo respiro trovano la forza di torturarsi negandosi ostinatamente l’unica cosa che, forse, avrebbe potuto restituire una profondità autentica alla loro vita: l’amore.

 

15 novembre - 2 dicembre 2018
IL GIORNO DEL MIO COMPLEANNO
So Here We Are
di Luke Norris
traduzione Enrico Luttmann
cast in via di definizione
regia Silvio Peroni
Produzione KHORA.TEATRO COMPAGNIA MAURI STURNO
Debutto nazionale Napoli Teatro Festival Cortile delle Carrozze 3 luglio 2018


Vincitore del Premio Bruntwood 2013, l'opera del trantaduenne Luke Norris So Here We Are (in italiano si è scelto di tradurlo non letteralmente in Il giorno del mio compleanno) è una storia su ciò che può accadere quando non succede niente, uno sguardo compassionevole sulle giovani vite interrotte e un toccante ritratto di amicizie infantili che faticano ad accettare la loro vita adulta.
Frankie, l'ultimo membro di una giovane squadra di "calcio a 5", è morto. Dopo il suo funerale gli amici di sempre, si radunano su un muraglione vicino ad un luna park abbandonato, lamentando la morte del loro comune amico.
Il dialogo di Luke Norris è esilarante ma non così spiritoso da sembrare artificiale. È autenticamente banale, come se avesse registrato le conversazioni sugli autobus o nei pub o, data l'immaturità dei personaggi, nei campi da calcio; questo approccio naturale e realistico è la vera forza del testo. Le rivelazioni e gli snodi della vicenda narrata non avvengono mai in un modo sorprendente, ma come naturali evoluzioni drammaturgiche. Tutto questo porta al finale, interpretato senza dialogo, in cui la natura di quella che sembrava essere una semplice bugia viene portata allo status di un enorme tradimento. Norris racconta la storia con una tale sensibilità e compassione da costringere lo spettatore a guardare la vita di queste persone che potrebbero essere facilmente trascurate.
Un cast di sei giovani attori interpretano altrettanti personaggi sull'orlo del baratro per il resto della loro vita. Un testo divertente sul dolore, sui legami di amicizia, sul coraggio di andare avanti e sulla paura di crescere.
Una generazione intrappolata – spiega Silvio Peroni - È uno scenario di provincia quello raccontato dove il calcio ha un ruolo socializzante nella vita degli esseri umani e assume la qualità “universale” di grande livellatore di cultura e classe sociale.
Il testo cattura il paradosso della vicinanza di un gruppo di ragazzi che si conoscono da quando erano bambini – conclude il regista - ma che adesso si trovano in qualche modo estranei come dei giovani adulti.



6 - 30 dicembre 2018
AMATI ENIGMI
da Clotilde Marghieri
con Licia Maglietta
mandolino Tiziano Palladino
luci Cesare Accetta
video Massimo Maglietta
regia, drammaturgia e scene Licia Maglietta
Produzione FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL - NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA

 

Amati enigmi è questo rivivere per intendere. Amati enigmi sono quasi tutti gli esseri che abbiamo incontrati, conosciuti, disconosciuti, e tali restano finché, forse nel ripensarli e interrogarli, a passioni spente (ammesso che queste davvero si spengano mai del tutto) qualche cosa ci rivelano di loro, rivelando meglio anche noi a noi stessi.
Amati Enigmi è una conversazione intima e ironica sulla “grande età” contro qualsiasi tentazione di abbandono.
Oltre la soglia dove il corpo avvizzisce e il volto gioca tiri crudeli c’è la possibilità di interpretare il disegno e scoprire il significato del proprio destino. Che è il modo, il solo grande modo, di sublimare le proprie avventure, disavventure, dolori e sconfitte in conoscenza.
Durante la notte di un imprecisato Capodanno, una donna, Clotilde, parla a un misterioso interlocutore, uno Jacques shakespeariano. Incrocia tempo lontano e vicino e il ricordo non evoca nostalgia, piuttosto illumina con l’intelligenza “il significato” che quel tempo proietta sull’oggi.
Ma qual è la mia vera età di oggi, se le contiene tutte, nessuna consumata, nessuna maturata, tanto che non riesco a seguire il trapasso dall’una all’altra?
Nella scena finale, Clotilde distrugge i suoi quaderni, si congeda. La vita sta dentro il pensiero che brilla. Per quella “fiamma antica” la vecchiaia non esiste, non è mai esistita.
Nelle sue ultime parole Dopo tutto, anche se qualche volta m’incupiscono, io amo i Suoi silenzi, ci sento un infinito rispetto per la Parola; e da Lei l’aspetto sempre, io ritrovo il senso di quell’amato enigma tra attore e spettatore. (Licia Maglietta)

 

3 - 27 gennaio 2019
TRILOGIA CARROZZERIA ORFEO
di Carrozzeria Orfeo
drammaturgia Gabriele Di Luca
Regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi

 

Una trilogia che permetterà di penetrare nella delicata “commedia umana” della contemporaneità che Carrozzeria Orfeo ritrae socialmente instabile, carica di nevrosi e debolezze. Un teatro, da molti definito pop, che fonde ironia e tragicità, divertimento e dramma, in una escursione continua fra realtà e assurdo, fra sublime e banale.
Popolari e profondi, divertenti e irriverenti, crudi e grezzi ma allo stesso tempo poetici, i personaggi si muovono su quel fragile confine dove, all'improvviso, tutto può inevitabilmente risolversi o precipitare.


3-13 gennaio COUS COUS KLAN (2017)
In un parcheggio abbandonato e degradato dietro a un cimitero periferico, sorge una micro comunità di senzatetto.
Con Angela Ciaburri, Alessandro Federico, Pier Luigi Pasino, Beatrice Schiros, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi - Voce f.c. Andrea Di Casa - Musiche originali Massimiliano Setti - Scene Maria Spazzi - Costumi Erika Carretta - Luci Giovanni Berti

Produzione CARROZZERIA ORFEO IN COPRODUZIONE CON TEATRO DELL’ELFO, TEATRO ELISEO, MARCHE TEATRO

15-20 gennaio ANIMALI DA BAR (2015)
Premio Hystrio Twister 2016
C'era una volta una metropoli. Dentro la metropoli un quartiere. Dentro al quartiere, il bar frequentato da sei animali notturni, illusi, perdenti, che provano a combattere
Con Beatrice Schiros, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Pier Luigi Pasino, Paolo Li Volsi - Voce f.c. Alessandro Haber - Musiche originali Massimiliano Setti - Progettazione scene Maria Spazzi - Costumi Erika Carretta - Luci Giovanni Berti

Produzione CARROZZERIA ORFEO IN COPRODUZIONE CON MARCHE TEATRO, TEATRO DELL’ELFO, TEATRO ELISEO

22-27 gennaio THANKS FOR VASELINA (2013)
Genitori disperati e figli senza futuro combattono nell’istante che gli è concesso per la propria sopravvivenza, vittime e carnefici della lotta senza tempo per il potere e per l'amore.
Di prossima uscita è il film prodotto da Casanova Multimedia e diretto da Gabriele Di Luca.
Con Gabriele Di Luca, Beatrice Schiros, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi, Francesca Turrini - Musiche originali Massimiliano Setti - Luci Diego Sacchi - Costumi e scene Nicole Marsano e Giovanna Ferrara

Produzione CARROZZERIA ORFEO IN COPRODUZIONE CON MARCHE TEATRO, TEATRO DELL’ELFO, TEATRO ELISEO

 


31 gennaio - 17 febbraio 2019
FUORIGIOCO
The Pass
di John Donnelly
traduzione a cura di Valentina De Simone
con Edoardo Purgatori, Federico Lima Roque, Giorgia Salari, Gianluca Macrì
sound design Lorenzo Benassi
scene Nicola Civinini
assistente alla regia Valentina De Simone
casting director Federica Baglioni
regia Maurizio Mario Pepe
Produzione KHORA. TEATRO in collaborazione con “SHAPE OF WATER • FORMA DELL’ACQUA”

 

Una camera d’albergo a Bucarest, 2006. Cristian e Ade sono diciannovenni. Si allenano con la primavera di una famosa squadra di calcio di Roma da quando avevano otto anni, e ora sono in competizione per lo stesso ruolo. È la sera prima del debutto in un’importante partita di Champions League e in quella camera d’albergo le due promesse del calcio stanno vivendo un sogno. Dovrebbero dormire, ma sono troppo eccitati. L’indomani faranno il loro debutto in prima squadra. Si allenano, combattono, ridono, parlano di ragazze e gloria. Ma la partita inizia ancor prima di uscire dal tunnel degli spogliatoi…
Una storia che sviscera uno degli ultimi grandi tabù dello sport, l’omosessualità. Sesso, fama e fallimento, segreti e bugie, in un mondo dove l’immagine è tutto. Spiega il regista Maurizio Mario Pepe: Due giovani calciatori poco più che diciottenni con i sogni di gloria e l’immaturità per comprendere l’importanza del momento. L’amicizia e il tradimento. Un ingombrante segreto da custodire a tutti i costi. ‘The Pass’ di John Donnelly porta il pubblico a misurarsi con un dilemma in apparenza semplice: da una parte, la ricerca del successo e dall’altra, il prezzo che si è disposti a pagare per ottenerlo. In un arco temporale che si snoda lungo tutto un decennio, assistiamo alla parabola dell’ascesa e della caduta di Cristian, giovane calciatore in erba pronto a tutto pur di ottenere la fama, anche a barattare la propria libertà in cambio. Prendendo a pretesto un tema importante come quello dell’omofobia e calandolo nel luccicante e machista mondo del calcio, il testo di Donnelly condensa tematiche fondanti del nostro tempo quali la costruzione dell’identità soggettiva, l’alienazione dell’uomo e la solitudine derivante dalla negazione della propria identità, l’invadenza dei media nella vita dei personaggi pubblici, la catalogazione dell’essere umano in forme cristallizzate che soffocano l’esistenza stessa.
Presentato al Royal Court Theatre di Londra nel gennaio 2014, The Pass nel 2016 è uscito in sala in una versione cinematografica prodotta da Lionsgate.

 

21 febbraio - 3 marzo 2019
SHAKESPEA RE DI NAPOLI
composto e diretto da Ruggero Cappuccio
con Claudio Di Palma, Ciro Damiano
musiche Paolo Vivaldi
scene e Costumi Carlo Poggioli
luci Giovanna Venzi
aiuto regia Nadia Baldi
Produzione TEATRO SEGRETO

 


Shakespea Re di Napoli, testo di Ruggero Cappuccio che da più di vent’anni attraversa i palcoscenici dei teatri italiani ed esteri. Fin dalla prima messinscena nel 1994 al Festival di Sant’Arcangelo, ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti internazionali ed ha affascinato platee e generazioni diverse costituendo uno dei rarissimi esempi di lunga durata nell’ambito delle piccole produzioni private italiane.
In molti hanno teorizzato intorno all’origine ispirativa dei Sonetti di Shakespea Re di Napoli. Così il misterioso W.H. cui sono dedicati i centocinquantaquattro componimenti del Poeta di Stratford, ha finito per assumere ora le sembianze del conte di Pembroke, ora quelle di Lord Southampton.  Tuttavia, le immagini dei due gentiluomini inglesi hanno ceduto il passo, specie nell'ultimo secolo, a nuove e sempre più approfondite indagini testuali, fino alla capitolazione finale ad opera di analisi incentrate sui riferimenti ermetici e simbolici annidati nei Sonnets. Da un'attenta lettura dei versi si deduce che il giovane amico "... dai profondi occhi sognanti..." per il quale Shakespeare innalzava il suo canto struggente, doveva essere una persona in grado di rappresentare un fattore vitale per l'evoluzione dell'arte drammaturgica del grande William. W. H., allora, riaffiora dai penetrali del suo secolare mistero: si tratta dell'attore fanciullo del teatro di Shakespeare, di colui che, come scrive Wilde, fu primo e indimenticabile interprete di Viola, Desdemona, Rosalinda, Giulietta. In Shakespea Re di Napoli il mistero dei Sonnets si addensa in una storia in cui le antiche suggestioni legate a Willie Huges e l'attore fanciullo del teatro Elisabettiano, sfociano in un racconto che nella fantasia e nella forza immaginativa pone radici per una pura intuizione poetica sulla natura dei Sonetti. Nella messinscena la straordinaria musicalità della lingua di Shakespeare viene assimilata alla grande vocazione lirica della cultura letteraria del barocco napoletano. Il senso del suono diviene quasi suono dei sensi, dell'inesausto intreccio di endecasillabi e settenari. Sullo sfondo, una misteriosa notte di Carnevale, un castello, un viceré, due storie e l'ombra di Shakespeare. Tutto nel gurgite di passioni incandescenti, agonizzanti silenzi, violente rinascite delle parole, ferita impietosamente nella sfida con l'autore, il genio, la bellezza e la morte, che dal vicino mare limpido e putrescente esala il brivido presago della peste. (Ruggero Cappuccio)



7 - 17 marzo 2019
REGINA MADRE
di Manlio Santanelli
con Fausto Russo Alesi, Imma Villa
scene Roberto Crea
costumi Daniela Ciancio
musiche Paolo Coletta
luci Cesare Accetta
aiuto regia Walter Cerrotta
regia Carlo Cerciello
Produzione ELLEDIEFFE TEATRO ELICANTROPO
Debutto nazionale Napoli Teatro Festival Teatro Nuovo 8 giugno 2018

 

Dopo la positiva accoglienza di critica e pubblico per Scannasurice e Bordello di mare con città di Enzo Moscato, la Elledieffe e Carlo Cerciello proseguono il lavoro di ricerca sulla drammaturgia contemporanea italiana, con un autentico gioiello: Regina madre di Manlio Santanelli.

L’opera del 1984, definita al suo debutto da Eugène Ionesco éxtraordinaire, può essere considerata oggi, a tutti gli effetti, un classico e come tale viene riletta da Carlo Cerciello, che è intervenuto in parte anche nell’adattamento del testo. Un dramma profondamente ambiguo, ambientato in un luogo della mente dove due attori del calibro di Fausto Russo Alesi e Imma Villa danno vita ad un vero e proprio duello tra Madre e Figlio, combattuto con quell’arma micidiale e fantastica che è la parola. Un progetto di messa in scena fortemente voluto e condiviso da Cerciello, Russo Alesi e Villa che, dopo aver lavorato insieme, due anni fa, nella fortunata edizione della Fedra di Seneca al Teatro Greco di Siracusa, si ritrovano, oggi, nuovamente impegnati in una prova complessa. Il continuo ricorrere dei personaggi alla bugia, il continuo oscillare tra verità e finzione, sono segni inconfondibili del testo sviluppati nella messinscena, per dichiarare da un lato il fascino dell’esercizio del potere e, dall’altro, l’incapacità di crescere, di diventare adulti e di liberarsi definitivamente della figura materna.

In ‘Regina madre’ si ha subito l’impressione che il personaggio della Madre sia in realtà lo specchio, o meglio, la proiezione della sofferenza che attanaglia il Figlio, condizionandone profondamente l’esistenza; Santanelli, accomuna al medesimo destino fallimentare Alfredo e la sorella Lisa, assente nell’opera, ma continuamente citata. Questo gioco al massacro, dunque, infantilmente agito e subìto, mi ha suggerito di mettere in scena il testo, dando concretezza al rituale onirico e psicologico di due fratelli alle prese con il fantasma della Madre. (Carlo Cerciello)

 

21 - 31 marzo 2019
ZERO
di Massimiliano Bruno
con Massimiliano Bruno
regia Furio Andreotti
Produzione CORTE ARCANA ISOLA TROVATA

 

In una stazione dei Carabinieri di un paesino calabrese, un maresciallo sta interrogando un giovane postino da tutti conosciuto con il soprannome di “Cacasotto”. Il racconto del postino parte dall’estate del 1982 e rievoca la storia di cinque ragazzini che trascorrono una vacanza insieme. I loro sogni si scontrano con la realtà di una brutta storia di sangue che li coinvolge in prima persona e li segnerà per tutta la vita. I cinque protagonisti, tutti interpretati da Massimiliano Bruno, si danno un irrazionale appuntamento per pareggiare i conti con la giustizia e vendicarsi del torto subito. Una vendetta lunga più di venti anni che diventa una vera e propria ragione di vita.
Un atto unico dove la parola è strappata, esaltata, masticata, inghiottita da questi personaggi perdenti che si muovono sul filo del ricordo accompagnati da un quartetto di musicisti che ne scandiscono gli stati d’animo. Zero racconta un countdown verso una battaglia finale, fino al momento delle resa dei conti, che il pubblico scoprirà solo nell’ultima scena.
Un giallo teatrale dove ci si diverte e si riflette sulla cattiveria umana. Un intrigo disperato e sarcastico proposto con lo stomaco e il cuore.
Lo spettacolo è il primo di una trilogia di monologhi scritta dall’autore, gli altri due furono Gli ultimi saranno ultimi interpretato da Paola Cortellesi per la regia di Giampiero Solari e Furio Andreotti e Agostino interpretato da Rolando Ravello per la regia di Massimo Gioielli. (Massimiliano Bruno)

 

4 - 18 aprile 2019
MUHAMMAD ALI
drammaturgia di Linda Dalisi
con Francesco Di Leva
contributi Roberto Bolle, Willem Dafoe, Marco D’Amore, Mario Martone
costumi Ursula Patzak
luci Cesare Accetta
scene Mimmo Paladino
musiche Marco Messina
aiuto regia Riccardo Pisani
regia Pino Carbone
Produzione ENTE TEATRO CRONACA VESUVIOTEATRO
Debutto nazionale Napoli Teatro Festival, sezione SportOpera 20 giugno 2018

 

In questo progetto diversi artisti sono stati invitati a partecipare al grande incontro tra il senso e la forza di questo messaggio, l’ascolto, lo sguardo e la sensibilità del pubblico. In scena un attore e un regista che sotto gli occhi degli spettatori costruiscono emotivamente, poeticamente e artisticamente lo spettacolo. L’ispirazione nasce concretamente dal corpo di Muhammad Ali, un corpo allenato, messo in gioco, sfidato, osannato, osservato, acclamato, un corpo astuto che sa come attutire un colpo, un corpo pronto, forte, nero, in ebollizione. Un corpo che fa delle differenze una forza, un vanto, una battaglia. Incontrare Muhammad Ali, la nostra prima sfida, il nostro primo desiderio. Un incontro da costruire, da immaginare come momento meraviglioso, perché impossibile.
Ho lottato contro un coccodrillo, ho lottato con una balena, ho ammanettato i lampi, sbattuto in galera i tuoni. L’altra settimana ho ammazzato una roccia, ferito una pietra, spedito all’ospedale un mattone. Io mando in tilt la medicina.
In scena proviamo a rincorrerlo, rincorrere lui, il suo personaggio, la sua importanza, le sue parole irriverenti, veloci, in rima, pesanti, leggere, fondamentali. Rincorrere la sua vita, il suo carisma, la sua sicurezza. Rincorrere la sua velocità con la nostra velocità, la sua forza con la nostra forza, la sua infantilità con il nostro essere bambini, la sua icona con la nostra volontà. Rincorrerlo per affrontarlo, affrontare ogni suo aspetto: quello sportivo, quello politico, quello privato.
Cassius Clay è un nome da schiavo. Io non l’ho scelto e non lo voglio. Io sono Muhammad Ali, un nome libero. Vuol dire amato da Dio. Voglio che la gente lo usi quando mi parla e parla di me.
Se la mia mente può concepirlo e il mio cuore può crederlo, allora io posso compierlo. Impossibile è solo una parola pronunciata da piccoli uomini che trovano più facile vivere nel mondo che gli è stato dato, piuttosto che cercare di cambiarlo. Impossibile non è un dato di fatto, è un’opinione. Impossibile non è una regola, è una sfida. Impossibile non è uguale per tutti. Impossibile non è per sempre. (Francesco Di Leva e Pino Carbone)

 

3 - 12 maggio 2019
AUTOBIOGRAFIA EROTICA
di Domenico Starnone
con Vanessa Scalera, Pier Giorgio Bellocchio
regia Andrea De Rosa
Produzione CARDELLINO SRL


Aristide e Mariella, entrambi napoletani d'origine, si incontrano in un appartamento di Roma. Lei lo ha convocato per email, gli ha ricordato chi è. È la ragazza con cui venti anni prima lui ha avuto, a Ferrara, un incontro durato poche ore e terminato in un furtivo, frettoloso rapporto sessuale.

Aristide ha quasi dimenticato quell'incontro, gli è tornato alla memoria grazie alla mail di Mariella. Che ha una sua particolarità: è scritta ricorrendo a un linguaggio decisamente osceno. E osceno è il linguaggio che lei gli impone quando ora gli chiede di scavare in quelle poche ore e ricostruirle minutamente.
Cosa è accaduto in quelle ore?
La realizzazione di un puro, irresponsabile desiderio sessuale? Se è così - dice Mariella - perché parlarne con il linguaggio dolce dell'amore? Meglio l'oscenità. Comincia così un gioco di scavo in quelle poche ore che mette a confronto ora con allegria ora con crudeltà due esperienze sessuali del tutto diverse, dall'adolescenza alla maturità, alla ricerca di un impossibile punto di incontro.

Per il linguaggio utilizzato si consiglia la visione dello spettacolo ad un pubblico adulto

 

16 - 26 maggio 2019
SPOGLIA-TOY
Uno spettacolo di Luciano Melchionna
testi di Luciano Melchionna e Giovanni Franci
con Raffaele Ausiello, Lorenzo Balducci, Orazio Caputo, Mauro F. Cardinali, Gennaro Di Colandrea, Adelaide Di Bitonto, Emanuele Gabrieli, Sebastiano Gavasso, Pierre Jacquemin, Gianluca Merolli, Fabrizio Nevola, Marcello Paesano, Agostino Pannone
costumi Milla
scene Chiara Carnevale
musiche a cura di Riccardo Regoli
installazioni fotografiche Mario Pellegrino
assistente alla regia Sara Esposito
consulenza sportiva Sebastiano Gavasso
Produzione ENTE TEATRO CRONACA VESUVIOTEATRO

 

Docce, sudore, fetore di calzini, bagnoschiuma, shampoo e creme per il viso si intravedono negli armadietti mezzi rotti, panche consumate e traballanti, acqua per terra e lunghe file di attaccapanni. L’allenatore incita i giocatori prima della partita. Il pubblico, invisibile voyeur, entra in gruppo guidato da un inquietante “angelo”, avulso da quel contesto eppure “arbitro” d’anime. Undici monologhi in un coro assonante e catartico. Storie di calciatori/toys, oggi inconsapevoli mostri, che hanno scelto il gioco del calcio come gesto di libertà e di gioia. Ma il calcio è bastardo. Come la vita. Consola e distoglie. Immortale. Come la speranza.
Una meravigliosa condanna. Come il teatro.
“… ho sempre avuto paura, sin da piccolo… io sparivo lentamente da me, non mi trovavo più, e mi prendeva il panico… poi però, per fortuna, riapparivo all’improvviso: con un pallone in mano.” (Luciano Melchionna)

 

Redazione
31 maggio 2018

 

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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