Giovedì, 16 Maggio 2024
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La pazza della porta accanto, c’è sempre un grano d’amore nella follia

Recensione dello spettacolo La pazza della porta accanto al Teatro Eliseo dal 22 novembre all’11 dicembre 2016

Sarà in scena fino all’11 dicembre al Teatro Eliseo La pazza della porta accanto di Claudio Fava, spettacolo che omaggia la figura della poetessa Alda Merini interpretata da una splendida Anna Foglietta per la regia di Alessandro Gassmann.

Alda Merini è stata una delle più grandi poetesse del Novecento con una proficua produzione di opere tra scritti, poesie e aforismi; la ragione di tanta dedizione nei confronti della poesia è insita nell’amore che la Merini nutriva nei confronti della vita, oltre a una componente di dolore e di disagio che ha permeato la sua esistenza dovuta a momenti di schizofrenia di cui era affetta. 

 La storia si svolge interamente in un manicomio. La scena che si presenta davanti agli occhi è quella di un plumbeo istituto circondato da mura impervie e da gabbie simili a prigioni con cancelli e lucchetti. Alda (Anna Foglietta) viene accolta dal direttore dell’istituto (Angelo Tosto) e vien fatta accomodare nello studio di questi sì da poterla conoscere meglio e per prendere le sue generalità. Scoprirà da subito che il motivo per cui si trova lì è perché è stata internata dal marito e che ci resterà per parecchio tempo e non per qualche giorno come le avevano fatto credere. I giorni passano ma, dentro al manicomio, i giorni sono tutti uguali (“Il domani qui dentro è già passato”, dirà in seguito Alda/Anna Foglietta). Alda verrà sottoposta a sedute di elettroshock, alla somministrazione forzata di farmaci, ad umiliazioni e divieti (come quello di fumare) e sarà esposta alle offese gratuite delle sue compagne di “cella”. Comincia così una discesa agli inferi in cui lo spettatore verrà catapultato negli abissi della mente della poetessa, un mondo popolato di versi e deliri, dolore e amore, luci e ombre, sogni ed incubi, illusioni e delusioni, reso tanto più vivo e intenso grazie agli effetti sonori e visivi di Marco Palmieri (che cura disegno e luci) e Marco Schiavoni (che cura le videografie). In mezzo a tanta malinconia, tristezza, sopraffazione, però, sarà l’amore a salvare Alda, quell’amore che le fu negato persino in manicomio e che le permise di restare a galla: un innamoramento per un ricoverato (Liborio Natali) dal quale riuscì ad avere anche un figlio e che le fu strappato dalle braccia. Un calvario, quello della poetessa dei navigli, che commuove il pubblico grazie alla sentita interpretazione di Anna Foglietta (resa ancora più empatica dal supporto degli altri attori in palcoscenico tra cui Alessandra Costanzo, Sabrina Knaflitz, Olga Rossi, Cecilia Di Giuli, Stefania Ugomari Di Blas, Giorgia Boscarino, Gaia Lo Vecchio) che bene esprime la disperazione, l’esultanza, la fede, il bisogno di libertà fisica e mentale, nonché il grande bisogno di amore di una creatura dalla sensibilità acuta perché sia compresa e per uniformarsi al mondo.

Dall’intensissimo testo di Claudio Fava si deduce la grandiosità di questa straordinaria artista, sebbene la sua vita sia stata tratteggiata da periodi altalenanti di salute e malattia. La grandezza di Alda Merini straripa fuori dalla sua straordinaria fede e potenza nell’amore, dalla sua forza e dalla sua voglia di vivere nonostante tutto, che ne fa della sua stessa figura un grande esempio per tutte le persone ma soprattutto per le donne. 

Claudio Fava, inoltre, non manca di evidenziare nel testo una denuncia civile contro i trattamenti subiti da chi, proprio come la poetessa milanese, ha conosciuto e sperimentato sulla propria pelle l’inferno nei manicomi prima della riforma Basaglia del 1978; un testo che rimanda, per certi aspetti, a molte situazioni riconducibili a quelle che si vedono oggi in giro nelle scuole o nelle case di cura per anziani o istituti per disabili dove questi soggetti vengono maltrattati, picchiati, subendo coercizioni psicologiche oltre che fisiche, privati della loro libertà di espressione e di movimento.

Un testo quindi che ci permette di conoscere (e vivere) non solo la natura profonda e vera di Alda Merini, ma anche di forte impatto sociale.

 

Costanza Carla Iannacone 

27 novembre 2016

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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