Sabato, 27 Luglio 2024
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Teresa santa, puttana e sposa capitolo 4: un amore forte come la morte

Recensione di Teresa santa, puttana e sposa capitolo 4 in scena al Teatro Studio Uno dal 22 al 25 marzo 2018

 

L’epopea di Teresa Batista si avvia verso la sua conclusione e questo quarto capitolo - La notte in cui Teresa dormì con la morte – ci aiuta a annodare le tante storie precedenti, gettando una nuova luce sui rapporti e le scelte che ne hanno costellato la breve ma inquieta esistenza: dopo aver sgozzato il caporale, Teresa (Nadia Rahman-Caretto) rischia di venire condannata per il suo delitto.

Il sentimento che la legava a Daniele (Riccardo Marotta) e che le ha dato la forza di reagire ad anni di soprusi e abusi si rivela un’illusione, ma lo zio del giovane – il potentissimo dottor Emiliano Ghedin (Alessandro Di Somma) – interviene per evitare di compromettere l’apparente rispettabilità di quello sciocco nipote, coinvolto nel caso. Inevitabilmente, anche la ragazzina godrà di riflesso delle pressioni fatte sul Giudice Bianco (Giuseppe Mortelliti): un precedente che la spinge tra le braccia del suo salvatore, anche lui conquistato dalle potenzialità di quella scintilla che scorge in una creatura apparentemente fragile eppure così indomita.

Il testo di Marco Bilanzone indaga con intelligenza un tema classico eppure sempre scottante, basti pensare al Pigmalione di George Bernard Shaw o considerare il successo del film Pretty Woman: quello delle dinamiche di potere che si stabiliscono tra un ricco uomo maturo e una giovane senza mezzi. Teresa viene accolta in casa del facoltoso Ghedin e impara tutto ciò che l’uomo desidera apprenda. Porta in dote con sé, però, un qualcosa che non può essere comprato: un’onestà di fondo che si rivela una devozione senza pari, spingendola a riscattare il suo debito con una tra le più grandi prove d’amore che una donna può dare. E, al tempo stesso, riempiendo la vita del suo benefattore come nessuno aveva mai fatto prima.

La scelta registica totalmente immersiva di Lorenzo Montanini permette allo spettatore di entrare negli ambienti domestici che ospitano l’intera vicenda: l’atmosfera si fa quindi davvero intima, consentendo a chi guarda di assistere alla corruzione di pubblici funzionari e spiare i segreti del talamo, ascoltare i pettegolezzi dei familiari e del personale di servizio (Eleonora Turco) o partecipare con occhi e orecchie a splendide cene borghesi dove avvocati, prelati e industriali si spartiscono le rispettive aree di interesse sotto lo sguardo incontaminabile di Teresa. Che impara a muoversi con sempre maggior disinvoltura in ogni ambiente senza che nulla possa macchiare quel candore che, incredibilmente, è riuscita a conservare sinora.  Ma questa serenità ha le ore contate, riportandoci esattamente dove tutto è cominciato e finirà. Resta soltanto un ultimo, imperdibile, episodio.

 

Cristian Pandolfino

27 marzo 2018

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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