Venerdì, 19 Aprile 2024
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Una camicia al contrario, un amore del sottobosco urbano

Recensione de Una camicia al contrario, in scena il 12 e 13 febbraio alle Carrozzerie n.o.t.

Un amore che, come un fungo, nel breve arco di un temporale nasce, cresce, muore e imputridisce nel sottobosco urbano.

 

                                                        "Non posso esistere senza di te.
                                                        Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti:
                                                        la mia vita sembra che si arresti lì,
                                                        non vedo più avanti.
                                                        Mi hai assorbito.
                                                        In questo momento ho la sensazione
                                                        come di dissolvermi:
                                                        sarei estremamente triste
                                                        senza la speranza di rivederti presto.
                                                        Avrei paura a staccarmi da te.
                                                        Mi hai rapito via l'anima con un potere
                                                        cui non posso resistere;
                                                        eppure potei resistere finché non ti vidi;
                                                        e anche dopo averti veduta
                                                        mi sforzai spesso di ragionare
                                                        contro le ragioni del mio amore.
                                                        Ora non ne sono più capace.
                                                        Sarebbe una pena troppo grande.
                                                        Il mio amore è egoista."

 

                                                  (Senza di te, John Keats, 1819)

 


 

Notte, un apparente eterna notte.

Pioggia e ancora pioggia, quella pioggia che rende di cattivo umore e innervosisce.

 

Due vite disordinate, due vite che vivono in modo diverso lo stesso disagio; una cercando di non pensare attraverso droga ed alcool chiusa nel suo limbo personale dal Wall of Sound che esce dalle cuffie che ha sempre o quasi in testa, l'altra cercando si risolvere i propri problemi finendo sempre per dare la colpa di tutto a se stessa e alle sue scelte sbagliate e auto-infliggendosi punizioni nella vana speranza che così qualcosa cambi.

Due alienazioni individuali che si incrociano per caso, una sembra svenire addosso all'altra che la soccorre, della vodka suggella il loro incontro, un bacio suggella il loro nascente amore.

 

Un amore fatto di incontri, scontri, sesso, bondage… un amore che sembra fatto di tutto tranne che di sentimenti.

Due donne che non comunicano col mondo circostante e che tanto meno comunicano tra loro e lentamente alzeranno tra loro un muro contro cui si infrangerà ogni speranza, ogni cosa, ogni parola.

 

Allora in una notte di rabbia e frustrazione l'unica soluzione possibile per aprire anche solo un piccolo varco e tentare di farsi ascoltare diventerà la violenza

fisica, una violenza di cui subito pentirsi, però con la speranza che l'inconsueta reazione abbia risvegliato la coscienza dell'altra… e invece alla violenza risponderà la violenza e in bocca rimarrà solo il sapore ferrigno dell'amara constatazione che non si riesce mai a cambiare nulla e anche fuori continua ad esser notte e la pioggia non ha smesso di cadere.

 

All'interno dello spazio recitativo tre anime del quotidiano inferno suburbano.

Una al margine della scena, fumatrice ed osservatrice esterna che con i suoi commenti  (insieme alla musica elettronica live) e i suoi brevi interventi tratteggia scenari, da l'imput alle situazioni, delinea stati emotivi.

Le altre due, sulla scena, ci raccontano una storia dove il bisogno che l'una ha dell'altra emerge sempre più minuto dopo minuto anche se nessuna della due vuole ammetterlo perchè tutta la storia sta sempre più, col dipanarsi della vicenda, stetta ad entrambe.

                                                                      


Fabio Montemurro

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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