Lunedì, 29 Aprile 2024
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Uomini terra terra: Il dramma de L'Aquila visto con gli occhi di chi l'ha vissuto davvero

Recensione di Uomini terra terra in scena al Teatro Argot Studio il 21 ottobre 2015

Tutti, bene o male, dopo le tante diatribe politiche e i dibattiti sociali sappiamo cosa è successo dopo il terremoto de L'Aquila del 6 aprile 2009... ma di tutto ciò che ha portato al disastro, cosa sappiamo? Ben poco, dato che realtà e censura non vanno mai d'accordo in questi casi.
Giorgio Cardinali invece si è informato, ha fatto le sue ricerche sia nel passato più remoto che nel passato più prossimo ed ha parlato nel presente con chi la tragedia l'ha vissuta sulla pelle rischiando la propria vita. Riordinando tutto il materiale nel 2012 ne è uscito fuori, con le musiche del cantastorie Pietro Larotonda, questo racconto che racchiude in sè tante verità sottaciute e troppi fatti mai usciti fuori all'epoca da limiti invalicabili della zona rossa.

In meno di un'ora e mezza veniamo incantati e trascinati in un racconto-fiaba, dal carattere fortemente ironico e sarcastico, dove i buoni sono gli abitanti de L'Aquila e uno sciamano (Giampaolo Giuliani ) vittime degli antagonisti cattivi pagliacci neri e re magi che rivelano essere per negligenza e abuso di potere, man mano che la storia prende forma davanti ai nostri occhi ed ogni tessera del mosaico va ad occupare il posto giusto, Bertolaso - Boschi -  Barberi - De Bernardinis.

Stato, Governo e Protezione Civile sembrano non dare peso alla terra che continuamente continua a tremare; addirittura gli viene portata davanti agli occhi una macchina in grado di prevedere i terremoti ma niente, accecati (forse) dal radioattivo ma nobile gas radon, continuano per la loro strada  giocando con le vite inermi di uomini, donne, anziani e bambini.

Un racconto fiaba senza lieto fine che mette in luce come in quei giorni per il resto del Mondo la verità dei fatti fosse ciò che i mezzi di comunicazione di massa raccontavano, mentre a conti fatti ci si accorge che l'unica verità era quella che vivevano gli Aquilani e che in nessun modo doveva e poteva uscire dalle mura stesse della città.

Uno spettacolo educativo su tutti i fronti, che non fa propaganda per nessuno (anzi dimostra il disinteresse politico generale) e che fa amaramente riflettere non solo su un disastro evitabile, dato che la Terra aveva avvisato più volte, ma anche su quanto siamo tenuti all'oscuro della "realtà" per i propri interessi da chi invece dovrebbe darci ogni giorno sicurezza e serenità.


Fabio Montemurro

23 ottobre 2015

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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