Domenica, 19 Maggio 2024
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Cyrano dans la lune. Come grazie ad un naso si arrivò sulla luna

Recensione di Cyrano dans la lune in scena al teatro Kopó dal 26 al 29 novembre 2015

E' in scena al teatro Kopó dal 26 novembre lo spettacolo su un uomo e con un uomo, rivissuto attraverso l'arte clownesca di Daniele Villari e Massimiliano De Luca, parliamo di Cyrano de Bergerac o meglio con la sua fonte ispiratrice, Hercule Savinien Cyrano de Bergerac.

Non appena i due protagonisti accolgono il pubblico si ha la netta percezione che nell'aria si stia già respirando un'atmosfera viva.

Il pubblico non può distrarsi e viene subito coinvolto nella rappresentazione.

 

Una volta accettato l'accordo, (ma come lo si potrebbe rifiutare a due personaggi dai modi così educati e modesti) si entra con partecipato entusiasmo nel racconto delle vicende di Cyrano.

Un temerario condottiero, un fine poeta, un uomo innamorato e libero.

Così durante la prima parte dello spettacolo seguiamo le vicissitudini che hanno caratterizzato la vita del suo protagonista ma l'arte dei suoi narratori sta nel descrivercelo rappresentando il tutto in un dialogo aperto in cui inscenano nelle vesti di Cyrano e di Cristiano e di Rossana, svelando con sincera umiltà la natura della maschera che stanno indossando.

Infatti, i due mai dimenticano gli spettatori a cui si stanno rivolgendo e forse per la natura stessa che è insita nell'arte circense ci accompagnano senza alcuna superbia, spiegando su cosa si basa quell'accordo che in prima istanza abbiamo deciso di accettare, la messinscena.

Mentre si prende coscienza dei rispettivi ruoli però si sviluppa tutta la vicenda e la comicità di battute ed azioni non può che aumentare l'entusiasmo generale.

Non ci si stanca di ascoltare perché Cyrano con quel buffo naso fosse d'indole permalosa ma con un animo tanto profondo, nonostante la storia sia nota ai più.

Allo stesso modo nessuno può pensare di esimersi dal riflettere su quanto la sua condizione lo abbia reso tanto forte e saggio e ancor meno, sapendo che De Bergerac è realmente esistito, con il nome di

Hercule Savinien Cyrano de Bergerac.

Non mancano i momenti più nostalgici e riflessivi, propri della doppia maschera del pagliaccio e quindi con quella stessa melanconia che lo caratterizza, si da ascolto anche alle corde più tristi dell'animo umano, toccate da avvenimenti quali: l'offesa, la guerra e la morte.

Lassù in alto c'illumina il bagliore della luna, fonte ispirativa e meta dei voli fantastici dei più grandi letterati, eppure più vicina di quanto si potesse credere grazie a questa piece, tanto da non apparire poi così irraggiungibile ma comprensibile a chiunque.

La sensazione che si ha durante il passaggio tra i diversi atti è che qualcosa di sempre più avvincente stia per essere mostrato e questa speranza non viene mai disattesa.

L'originalità con cui sono stati realizzati i dialoghi e le scene fa pensare che lo spettacolo possa modificarsi ogni volta che viene rappresentato non perdendo la forma con cui è stato pensato e accrescendo la curiosità dello spettatore che è certo di goderne anche nelle successive versioni.

 

Silvia Doria

29 novembre 2015

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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