Lunedì, 13 Maggio 2024
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Il padrone di casa. La bellezza e il teatro sono i veri protagonisti della commedia

Recensione dello spettacolo Il padrone di casa andato in scena al Teatro Marconi dal 23 dicembre 2015 al 10 gennaio 2016

“La bellezza salverà il mondo”. Con questa frase si apre e si chiude lo spettacolo Il padrone di casa, andato in scena al Teatro Marconi dal 23 dicembre fino al 10 gennaio, per la regia di Claudio Boccaccini con Felice Della Corte, Francesca Ceci, Riccardo Bàrbera, Massimo Milazzo e Gabriele Capparucci.

La massima è tratta da L’idiota di Fëdor Dostoevskij e citata all’interno della pièce teatrale. Sembra una battuta lanciata lì a caso, fuori dal contesto della commedia, eppure solo alla fine ci si rende conto che è la chiave di lettura di tutta la rappresentazione.

Sul palco ci sono cinque attori. I primi quattro sono una famiglia composta da Manuela (Francesca Ceci) con il figlio tredicenne Gabriel Omar (Gabriele Capparucci), il fratello di lei, Emiliano (Riccardo Bàrbera) e il loro padre, finto invalido (Massimo Milazzo). In attesa di ottenere dal comune una casa dove poter abitare, i nostri quattro personaggi decidono di occuparne una abusivamente, a pianterreno, in un palazzo vuoto e apparentemente abbandonato. Ma la sorte vuole che l’appartamento, in realtà, un padrone ce l’abbia ed è Claudio (Felice Della Corte). Quest’ultimo, venuto a sapere dell’esistenza di questi “intrusi”, decide così di far loro la guerra installandosi nella propria abitazione e relegandosi a vivere in una stanza della casa. La convivenza forzata tra la bizzarra famiglia di Manuela e il padrone di casa, Claudio, avrà dei risvolti del tutto inaspettati – non mancheranno situazioni e battute improntate sull’ilarità che strappano più di una risata al pubblico – e, sul finire dello spettacolo, condurrà lo spettatore a comprendere il senso e il candore di quella bellezza che volge tutto al buono, al meglio, al nuovo, e spazza via ogni ombra di negatività, oppressione ed egoismo presente sulla terra.

Il testo di Daniele Esposito, Rosario Galli e Gabriele Galli è una commedia italiana degli anni sessanta e settanta dove la drammaticità del reale problema sociale come quello del reperimento di un alloggio (problema, al giorno d’oggi, comune alla gran parte delle persone), che fa da sfondo al racconto, ha il suo contrappunto nella esuberanza e comicità dei personaggi e nelle situazioni esilaranti e grottesche che creano continuamente occasioni di divertimento. Spassosi ed empatici sono Felice Della Corte, Riccardo Bàrbera e Massimo Milazzo, quest’ultimo nelle vesti del nonno di Gabriel Omar, amante dei libri e dedito tramandarne i valori al nipote (è lui a citare la celebre frase di Dostoevskij), e brava anche Francesca Ceci nel ruolo di bilanciere tra la propria famiglia e il padrone di casa. Ma la vera scoperta è Gabriele Capparucci, giovane ragazzo nelle vesti del figlio adolescente di Manuela, con la sua naturalezza nella mimica, nei gesti e nel modo di esprimersi, nel suo essere convincente sempre e nel saper trascinare il pubblico nel divertimento, uno scopo questo che soddisfa appieno una delle tante aspettative e l’intento del Direttore Artistico del neonato Teatro Marconi, alias Felice Della Corte, nonché Direttore Artistico del Teatro Nino Manfredi di Ostia. Nell’intervista rilasciata il mese scorso a La Platea infatti, con Della Corte avevamo discusso dei punti di forza di questo nuovo teatro, dei suoi propositi, dei vari corsi e laboratori per ragazzi e, sopra ogni cosa, dell’amore per il teatro, tema che ha tenuto a ribadire a chiusura dello spettacolo Il padrone di casa.
Perché la bellezza è data anche dal teatro.

 

Costanza Carla Iannacone

11 gennaio 2016

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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