Venerdì, 19 Aprile 2024
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Short Theatre 2018. Latini e il Metateatro

Recensione dello spettacolo Sei. E dunque perché ti fai meraviglia di noi? in scena alla Pelanda  l'11 settembre 2018

 

La passione e l’amore della compagnia Fortebraccio per Pirandello e il suo teatro sono noti e assai rinomati, basti pensare allo splendido I giganti della montagna (2015).

Per l’edizione 2018 dello Short Theatre decidono di “affrontare” uno dei testi più famosi, rappresentati e rappresentativi nella poetica pirandelliana.

Sei personaggi in cerca d’autore dramma del 1921, primo lavoro della trilogia del teatro nel teatro del drammaturgo siciliano.

Opera che affronta molti temi cari alla storia e alla ricerca della banda di Roberto Latini.

Eliminazione dello spazio artistico; disintegrazione dell’universo teatrale;  rottura della quarta parete ad opera dei personaggi; comunicazione fondata sulla trasmissione di messaggi inautentici, non rispondenti al nostro essere, perché impossibili da racchiudere nella convenzione del parlato, il che porta a rapporti compromessi sul nascere e quindi ad una solitudine senza rimedio; ma soprattutto la metateatralità e il ruolo dell’attore.

La trama del dramma è nota. Su un palcoscenico una compagnia di attori prova la commedia Il giuoco delle parti (scritta dallo stesso Pirandello). Irrompono sei individui, un Padre, una Madre, il Figlio, la Figliastra, il Giovinetto e la Bambina, personaggi rifiutati dallo scrittore che li ha concepiti. Essi chiedono al Capocomico di dare loro vita artistica e di mettere in scena il loro dramma.

La compagnia Fortebraccio non rinuncia al suo classico approccio e spoglia di tutto l’opera.

In una scenografia ridotta all’osso, una tenda bianca mossa da un ventilatore, e un esile sgabello  manifesto del palcoscenico - si muove l’unico attore, che come se leggesse il copione, svela pian piano il dramma che va consumandosi.

Questa volta però il protagonista non è Roberto Latini,  (qui cura drammaturgia e regia), ma l’ottimo PierGiuseppe di Tanno, che assai ricorda in movenze e uso della voce, le caratteristiche di Latini. Scelta questa emblematica per la finalità del messaggio che il regista vuole lasciare allo spettatore.

Finzione o Realtà? Morte o Vita? Latini o no? Essere o non Essere? (meraviglioso il tributo conclusivo a Shakespeare).

Il finale riserva una sorpresa. La vasca in un cui si immerge l’attore, sarebbe dovuta essere invasa da bolle di sapone, ma la macchina non funziona. Il protagonista si trova così a simulare l’annegamento della Bambina solo con i gesti. Sicuramente non è stato voluto, ma “l’intoppo” amplifica in maniera incredibile tutta la poetica del Vero o del Falso.

Ponendo tutta l’attenzione alle parole del testo, sottolineate con scelte visive e musicali, sempre molto azzeccate (Gianluca Misti), si assiste ad un rilettura nuova e molto interessante della tragedia pirandelliana.

 

La reclamanza, l’urgenza, insieme alla resistenza al palcoscenico, sono la condizione intorno alla quale e dalla quale mi sento di voler muovere. Quanto tenteremo di fissare, trattenere, sappiamo già essere nella delicatezza del poco e del niente. Questo è davvero quello che mi interessa”.

 

Marco Baldari

18 settembre 2018

 

informazioni

drammaturgia e regia Roberto Latini
musica e suono Gianluca Misiti
luci e direzione tecnica Max Mugnai
assistente alla regia Alessandro Porcu
consulenza tecnica Luca Baldini
collaborazione tecnica Daria Grispino

con PierGiuseppe Di Tanno

produzione Fortebraccio Teatro
con il sostegno di Armunia Festival Costa degli Etruschi
con il contributo di MiBACT e Regione Emilia-Romagna

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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