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Gabriella Greison diventa la moglie di Einstein per il suo nuovo spettacolo teatrale

Recensione dello spettacolo ‘Einstein & me’ in scena al Teatro Sala Umberto di Roma il 23 settembre 2018

 


Si dice che dietro ogni grande uomo si nasconda l’operato di una grande donna: quanto ciò sia stato vero nel caso di Einstein e della moglie Mileva Maric, lo ha dimostrato la fisica, attrice e scrittrice Gabriella Greison portando in scena il suo nuovo monologo dedicato a uno dei suoi fisici preferiti. Lo spettacolo arriva a teatro in contemporanea con l’uscita del libro ‘Einstein e io’ in cui la Greison racconta la vita di Einstein secondo il punto di vista della donna che ha vissuto lo scienziato anche come marito e padre dei suoi figli. Personaggio rimasto a lungo all’ombra della fama del più noto fisico, la Maric interpretata dalla Greisson e che rivive sul palco è una donna con sentimenti veri e attuali, presentata al pubblico con i suoi pregi e difetti, una donna in cui chiunque potrebbe rispecchiarsi.

Resa nota prima come la quinta donna al mondo iscritta a una facoltà scientifica universitaria e poi come moglie di Albert Einstein, Mileva si distingue per gli eccellenti voti al Politecnico di Zurigo ed è forse proprio per il suo interesse per la fisica che attrae un altro fisico che diventa il grande amore della sua vita restandogli accanto per oltre vent'anni, di alti e bassi durante i quali Einstein arriva a formulare la teoria della relatività ristretta e in cui la coppia vive quasi in simbiosi. Dalle lezioni universitarie fino al matrimonio e all'essere genitori, ma quando Mileva scopre il tradimento di Albert chiede subito il divorzio scoprendo quanto sia ancora più difficile essere donna, madre e scienziata nel '900. Dopo la fine del matrimonio, la Maric torna a essere un’ombra nella storia poiché nessuno si è mai interessato a lei in altri frangenti: è proprio qui che lo spettacolo della Greison riempie il vuoto lasciato dagli storici grazie alle assidue ricerche effettuate e raccontando la vita di Mileva oltre Einstein.

Lo spettacolo, nonostante sia un monologo, risulta piacevole e scorrevole, interessante e nuovo da seguire perché l’autrice-attrice costruisce la figura di Mileva sul palco regalando una personalità e un carattere all’anonima moglie di Einstein in cui riconosciamo fin da subito delle similitudini con le donne moderne: laddove la donna è fragile, la scienziata diventa insicura, mentre quando la scienziata dimostra grinta ed entusiasmo tanto più la donna si sente appagata dal suo amore. Amore cui la Maric dona se stessa: è grazie ai calcoli di Mileva che Albert arriva a pronunciare la famosa formula anche se, nel momento in cui la teoria del tutto viene resa nota al mondo, Mileva non si vede riconosciuto il lavoro e il supporto dati al marito.

È anche dal cambiamento nel modo di rapportarsi e comportarsi di Eistein nei suoi confronti che Mileva comprende ancora di più cosa significa essere una donna in una società patriarcale come quella degli inizi del Novecento e riesce a comprendere maggiormente come l'uomo della sua vita la consideri e l’abbia relegata in un angolo. Volgendo sempre uno sguardo ammirato all'operato del suo mito, Marie Curie, Mileva si fa forza fino alla inevitabile rottura.

Riuscendo a cogliere la natura della donna e della scienziata, essendolo lei stessa, la Greison traccia un percorso temporale nella vita della Maric caratterizzando il monologo da quella stessa scrittura ben orchestrata che il lettore può apprezzare nel romanzo: i momenti in cui la Maric è ora una scienziata ora una moglie e ora una donna alla ricerca dell’amore e della stima da parte del marito, sono ben scanditi in questo percorso che non sottrae nè aggiunge nulla di più ai due noti personaggi, ma attenendosi alla verità storica della relazione ricostruita dalla lettura delle lettere di Einstein o dal contratto di matrimonio o dalla richiesta di divorzio. Diversamente da altre spettacoli o dai detrattori storici, la Greison non ha lo scopo di mettere in cattiva luce lo scienziato per il suo discutibile comportamento nei confronti della moglie, ma solo di riportare al pubblico i fatti così come si sono svolti lasciando proprio allo spettatore il compito di crearsi una propria opinione e di farsi eventuale giudice di ciò che ha visto sul palco.

 

Diana Della Mura

25 settembre 2018

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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