Recensione dello Spettacolo Il paese di chi se ne va in scena al Teatro de’ Servi dal 1 al 3 aprile 2019
Il paese di chi se ne va è un luogo misterioso, un mondo di mezzo posto tra la Napoli degli anni ’60 e la fantasia di Alice, una bambina di circa dieci anni.
Caterina, la pazza del paese, si aggira invasata tra i vicoli della città portando con sé una torta di compleanno, sussurrando alla bambina: “Panna e cioccolato a vivi e muort lev’ ‘o sciat”. Alice, affascinata e incuriosita, decide di seguirla. Giunta nel favoloso paese, scopre una piccola comunità affaccendata ad organizzare una festa. Sogno e realtà si confondono in questo luogo parallelo. I ricordi del padre di Alice si sovrappongono alle vicende di questi scalmanati e malinconici abitanti. Storie d’amore, guerra, ambizioni e delusioni inondano di gioia e paura l’animo della piccola protagonista.
Il sasso utilizzato per giocare a campana, tanto prezioso per Alice, è emblema dell’elaborazione del lutto, della comprensione del mondo adulto con cui la bambina è costretta a fare i conti. Per mezzo del sogno, come esigono i bambini, Alice percorre un viaggio verso la consapevolezza. Tra filastrocche e burattini la favola diverrà pian piano vita reale.
Francesca Muoio – autrice, regista e narratrice dal vivo– dirige una performance corale. Ben dieci attori riempiono la scena: Anna Carla Broegg, Marianita Carfora, Cesare D'Arco, Alfonso D'Auria, Flora Del Prete, Valeria Frallicciardi, Matteo Mauriello, Francesca Muoio, Davide Paciolla, Luca Trezza.
La Muoio rende omaggio alla memoria nel suo senso più ampio. Il paese di chi se ne va è intriso della tradizione popolare napoletana: non unicamente ravvisabile nella scelta dell’assai musicale dialetto, la pièce è madida di un sapere remoto; straripa di preghiere folcloristiche, pratiche propiziatorie, giochi perduti e costumi polverosi.
Tutto è meravigliosamente fuso alle musiche originali di Edoardo Simeone e alle coreografie di Sara Lupoli che plasmano gestualità e ritmi atavici, ben resi da tutti gli attori con perizia sincrona e armonica. I racconti di eventi sventurati, eco di profonde ferite causate da azioni inconsapevoli o volontarie, saranno esorcizzate per mezzo di unanimi rituali scaramantici tipici del folclore partenopeo. Il ritmo battente, energicamente sostenuto per l’intera durata della performance, renderà tutta la poesia della cultura popolare, merito del meticoloso montaggio registico e della compiuta e sincronizzata esecuzione, sonora e mimica, di tutti gli interpreti.
Un turbinio di rituali, desideri, girotondi, ricordi in cui la vita e la morte si confondono; un turbinio che vuole, infine, andare verso la ricerca di un senso. Ma… “E sulo int’ all’uocchie dei cani, dei pazzi e dei poeti si riesce a spià na briciola ‘e memoria di tutto questo immenso e insensato girare”.
Caterina Matera
4 aprile 2019
Informazioni
IL PAESE DI CHI SE NE VA
scritto e diretto da Francesca Muoio
con Anna Carla Broegg, Marianita Carfora, Cesare D'Arco, Alfonso D'Auria, Flora Del Prete, Valeria Frallicciardi, Matteo Mauriello, Francesca Muoio, Davide Paciolla, Luca Trezza
Aiuto regia Davide Paciolla,
Scene e grafiche Giulio Villaggio
Costumi Antonietta Rendina
Luci Martin Emanuel Palma,
Audio Andrea Rega
Musiche originali di Edoardo Simeone,
Coreografie Sara Lupoli
Burattini Selvaggia Filippini
Progetto Goldstein e La Bilancia Produzioni