Mercoledì, 15 Maggio 2024
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Agnese Fallongo e Tiziano Caputo offrono un raro momento di Teatro puro!

Recensione dello spettacolo Letizia va alla guerra. La sposa e la puttana in scena al Teatro Quirino l’8 e il 9 maggio 2017.

Finalmente il Teatro! Quello che piace, quello che emoziona, quello che ha qualcosa da dire senza risultare presuntuoso.

Letizia va alla guerra. La sposa e la puttana sono due racconti di vita, tenerezza e verità raccolti in un continuum narrativo che li unisce e fonde.

Cento sedie disposte sul palco guardano la platea, vuota, lasciata in penombra. Una figura in abito da sposa con un cero in mano si aggira lentamente tra le logge. E’ forse un fantasma?

 

Dalla platea raggiunge il palco cantando una canzone popolare siciliana: è Letizia, la prima protagonista di questo racconto. Alza il velo e comincia a raccontarsi con un’allegria sincera e incantata. Ha vent’anni Letizia: le piace cantare e sorridere. Ha gli angoli della bocca sempre tirati in su, perché, dice, nella vita bisogna sempre trovare un buon motivo per sorridere. Letizia di nome e di fatto!
Agnese Fallongo ci porta in un attimo, con delicatezza, nel mondo di Letizia, tra gli odori della sua terra e ci presenta l’orgoglio e la fierezza delle donne di Sicilia, incarnati nelle mamma e nella nonna di lei, attente al rispetto della tradizione e alla difesa della dignità di donna.
In pochi, rapidi tratti, Agnese restituisce il sapore della terra e il senso di appartenenza che lega l’individuo al suo territorio d’origine.

Letizia è spensierata e ama la vita; non ha fretta di innamorarsi e sposarsi come vorrebbero sua mamma e sua nonna, preoccupate che possa rimanere zitella. Poi, però, incontra Michele ed è subito amore: un amore casto e pulito. Michele, però, deve partire per il fronte. E’ scoppiato il primo conflitto mondiale e Michele viene chiamato alle armi. Sposa Letizia il giorno stesso della sua partenza per il Friuli.
Passano i mesi, ma di Michele nessuna notizia. Letizia decide di partire verso il nord alla ricerca del suo sposo: “aspettare? E che cosa? (…) andavo a prendere il mio posto”.
Diventerà “portatrice di gerle”. L’amore la spingerà ad affrontare un lungo viaggio e a spingersi fino alle prime linee.
L’amore in primo piano. Sullo sfondo la guerra: la sentiamo nei racconti di Letizia al fronte, quando si fa due, tre chilometri in montagna per portare le provviste ai soldati, la vediamo nello sguardo assente del soldato a cui chiede se abbia mai visto Michele.

Letizia è una donna innamorata; una donna fiera e coraggiosa che non aspetta che le cose accadano, ma si va a riprendere ciò che le è stato tolto. Non andrà così: Letizia non tornerà a casa con Michele e, da allora, ogni volta che la guerra e le armi negano l’amore tra due persone, Letizia si volta e si rivolta sotto terra, sospirando.

Letizia va alla guerra attraversa due guerre mondiali e racconta la storia di due grandi donne, accomunate dal nome e dal destino.
L’altra donna è Lina, ragazza di ventun anni, piena di sogni e di voglia di fare. Lina arriva a Roma il giorno in cui l’Italia entra in guerra nel secondo conflitto mondiale. Arriva nella capitale perché la zia le ha promesso un lavoro. Lei pensa di andare a fare i lavori domestici presso i soldati, ma, in realtà, sarà chiamata a ben altri servizi. Il giorno in cui Lina verrà costretta al suo primo servizio con un gendarme tedesco, morirà dentro. Da quel giorno sarà “Letizia che fa il servizio”, una prostituta che farà felice gli uomini: Letizia di nome e di fatto! Nel bordello della Sora Gemma, Letizia svolge la sua professione, sempre sorridente, ormai abituata a quella vita. Un giorno le si presenta un “biondino”: ha sedici anni, anche se dice di averne diciotto. E’ imberbe e completamente inesperto. Comincia tra loro una “relazione” che è molto più di un servizio. Letizia tornerà ad essere Lina solo per lui. Dopo un anno di incontri, conversazioni e carezze, lui la chiede in sposa e la vuole riportare a Latina dandole una vita normale. Letizia ha così la possibilità di tornare ad essere Lina. Non tutte le favole, però, hanno un lieto fine.
Agnese Fallongo scrive e interpreta un bellissimo testo, divertente, sensibile, intenso e ricco di emozione. L’interpretazione è eccellente: gli occhi di questa ragazza dicono più di quello che farebbero mille parole, raccontando storie con uno sguardo. L’espressività e la gestualità, mai esasperate o eccessive, ma sempre misurate e realistiche, costituiscono un secondo linguaggio.
Agnese passa con agilità e differenza interpretativa dal suo personaggio principale, Letizia, alle caratterizzazioni accurate e raccolte in pochi cenni e gesti, della mamma e della nonna siciliane.
Anche nei momenti più forti e drammatici le emozioni vengono veicolate con trasporto dando risalto agli accenti senza mai eccedere, senza urlare. C’è solo cuore nella sua interpretazione e talento, ovviamente.
Compagno di scena uno straordinario Tiziano Caputo, cantante, musicista ed attore di grande capacità, la affianca in maniera eccellente sapendo ogni volta dosare presenza e tono.
In coppia danno vita a momenti di grande trasporto, sia nel recitato, in cui dimostrano grande versatilità anche nell’uso rapido e abile dei dialetti, che nei momenti cantati che si innestano felicemente nel testo divenendone prosecuzione. Toccante l’interpretazione di Canzone arrabbiata di Nino Rota (“canto per chi non ha fortuna, canto per me…”).
La regia di Adriano Evangelisti è meticolosa e volta all’essenzialità: il tutto è concentrato sulle due figure in scena. Lo stesso dicasi della scenografia composta da pochissimi elementi.
Al centro del palco, ai piedi del pubblico, una rosa e un cero a cui si aggiungeranno, nel corso della storia, altri due ceri: uno per Letizia, la sposa, l’altro per Lina. La rosa e il cero per celebrare tutte le donne coraggiose di ieri, di oggi e di domani pronte ad affrontare la vita per affermare la propria identità e cercare la propria felicità.
Spettacolo applauditissimo e apprezzatissimo da parte del pubblico composto anche da molti addetti ai lavori (autori, attori, registi), di quelli seri, quelli che fanno il teatro vero, quelli che a teatro ci vanno per esserci e non per apparire.

Flaminio Boni
9 maggio 2017

 

Informazioni

Gitiesse Artisti Riuniti
LETIZIA VA ALLA GUERRA
la sposa e la puttana
di Agnese Fallongo
con Agnese Fallongo e Tiziano Caputo
arrangiamento e accompagnamento musicale dal vivo Tiziano Caputo
ideazione e regia Adriano Evangelisti

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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