Venerdì, 29 Marzo 2024
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Non farmi perdere tempo: Lunetta Savino in una canzone senza etá

Recensione dello spettacolo Non farmi perdere tempo in scena al Piccolo Eliseo dal 28 novembre al 8 dicembre 2019, scritto e diretto da Massimo Andrei con Lunetta Savino

 

“Nell’ amor le parole non contano, conta la musica…”

(Quanto t’ho amato, R. Benigni)

 

Lo spettacolo si apre sulle note di “Che freddo fa” cantata da Nada, una canzone dal testo triste e dal ritmo allegro e veloce  che fa ballare e battere i piedi a tempo.

È la sintesi perfetta per rappresentare il personaggio di Tina, interpretato da Lunetta Savino, un ossimoro vivente: giovane e anziana, malinconica e allegra, fragile e risoluta, vicina alla morte eppure piena di vita.

Una giovane ventisettenne napoletana, malata della sindrome di Werner, vive nel corpo di una sessantenne. La malattia sembra aver accelerato il processo di crescita interiore insieme con l’invecchiamento precoce del corpo. Ecco quindi che saggezza e sensibilità matura si accostano a leggerezza e vitalità giovanili.

Il tempo stringe e Tina realizza che la sua vita è “il riassunto del riassunto”, il medico le ha detto una sola cosa vera: “realizzare i desideri ora”! Non c’è tempo per odiare, sentirsi offesi e portare rancore, perché la “sofferenza più bella è quella che si prova per amore”. Potrebbe sembrare un messaggio retorico, ma non lo è; il personaggio di Tina non è idealizzazione sentimentalista, ma perfetta incarnazione di un’anima pressata dall’urgenza di godere la parte migliore della vita e andare all’essenza delle cose.

I soli parenti rimasti in vita sono un fratello e tre nipoti lontani, interessati solo alle sue proprietà.

Se la vita non le ha dato i parenti che avrebbe voluto, Tina realizza di poter essere madre, zia e nonna delle persone vicine che sanno ascoltarla, le uniche che potranno, infine, riscuotere la sua eredità fisica e morale.

 

Tina, unica voce in scena, colloquia con personaggi che non possiamo vedere, ne indovina pensieri e desideri e si adopera per realizzare la loro felicità insieme alla sua.

Una scenografia semplice: il soggiorno di casa si dilata per accogliere il mondo e, al suo interno, le eliche di un DNA metallico da cui pendono orologi, ricorda a tutti l’urgenza di realizzare la vita.

Napoli è la città eletta per questo spettacolo. Il profilo del Vesuvio con la sua storia ha educato da sempre i napoletani a tener in conto la caducità dell’esistenza e a portare il teatro nella vita quotidiana per reinventare velocemente una realtà diversa, a misura dei propri desideri, per ridere e sorridere anche nei momenti più difficili.

Proprio perché napoletana, il personaggio di Tina è vero, riconoscibile e credibile anche grazie all’interpretazione di Lunetta Savino che le ha conferito grazia, tenerezza e simpatia riuscendo nel compito difficile di divertire il pubblico trattando un tema tragico con la massima delicatezza.

Scoppi di risa e commozione si sono alternati in platea, lasciando sugli spettatori un sorriso agrodolce, gioiosamente malinconico.

Il finale vede Tina realizzare il sogno di esibirsi cantando, noi entriamo in scena come il pubblico della sua “canzone senza età”.

 

 

Anna Valentina Pappacena

 6 dicembre 2019

 

informazioni

Scritto e diretto da Massimo Andrei

con

Lunetta Savino

Scene: Daniele Stella

Costumi: Annalisa Ciaramella

Musiche: Claudio Romano

Produzione Maurizio Marino per Arteteca Produzioni, Stefano Sarcinelli per Laprimamericana, Massimo Andrei per Mater

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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