Giovedì, 28 Marzo 2024
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Con il naso in su: spettacolo intenso e commovente che apre alla speranza, nonostante tutto…

Recensione dello spettacolo Con il naso in su in scena al Teatro Trastevere dal 17 al 20 febbraio 2022

 

Quante volte camminando per strada posiamo distrattamente lo sguardo su qualche clochard, scansandolo accuratamente come qualcosa di completamente altro da noi…Dimentichiamo troppo spesso che dietro quell’aspetto sudicio, malandato, maleodorante, si celano esseri umani le cui vite, un tempo, non erano così dissimili dalle nostre tranquille esistenze. Così ci accade nell’incontro col protagonista del nostro spettacolo, Nino, ricoperto di stracci, impregnato di odore di alcool, rintanato nel suo rifugio costruito con materiali rimediati, divenuti tutte le sue certezze. Nell’immediato Nino è fastidioso, ripugna, poi però inizia a ripercorrere i momenti salienti della sua esistenza, partendo dall’infanzia. Con stupore, ci accorgiamo che il vissuto di Nino può combaciare col nostro: parla con marcato accento meridionale, desunto dalla madre, la tipica matrona del Sud che controlla le giornate dei figli, con la nevrosi della congestione e dei pericoli insiti nelle sudate. Attraverso la sua narrazione sviscerata a Marco, un ragazzo che supera i pregiudizi e diventa suo amico, riviviamo uno spaccato di storia contemporanea che inanella eventi salienti degli ultimi 40 anni: l’incidente alla centrale nucleare di Cernobyl, la stagione degli attentati conclusasi nel 1992, il rigore fuori rete di Roberto Baggio del 1994, l’Italia del karaoke di Fiorello che per una sera regalava celebrità a persone comuni, l’attentato alle Torri gemelle del 2001. Ma il tempo si interrompe bruscamente nel 2009 agli alloggi universitari della città de L’Aquila, dove Nino risiedeva per studiare; la notte in cui crollarono per il terremoto che da mesi condizionava le loro giornate, suo fratello Luca si trovava con lui.

Luca però non è stato estratto vivo dalle macerie. La drammaturgia di Andrea Zanacchi, non esplicita il motivo per cui il nostro protagonista sia finito a vivere per strada, ma certamente accorcia le distanze tra noi e lui. Sul finale drammatico, momenti di grande poesia sull’amicizia che si è instaurata tra Nino e il suo interlocutore Marco e parafrasando Dostoevskij ne Le notti bianche, il tentativo di salvare Nino dalle fiamme, permette di contenere le sofferenze di un’intera esistenza. 

Con il naso in su si rivela uno spettacolo completo: tutti gli aspetti risultano adeguatamente curati. Intensa, poetica, penetrante, variopinta la drammaturgia di Andrea Zanacchi: il testo narra i molteplici personaggi tratteggiandoli nei loro accenti e i loro dialetti locali. La realtà contemporanea è rappresentata nelle sue sfaccettate problematiche sociali, con riferimento al disagio degli ultimi, al lavoro precario, all’immigrazione, ai pregiudizi verso “i terroni”, il tutto tratteggiato con ironia e ben amalgamato attraverso le storie dei vari personaggi. La regia di Antonio Grosso, con le apprezzabili scelte registiche, riesce a valorizzare ulteriormente una pièce già di livello, alternando alla recitazione del solo Zanacchi, pause musicale del violoncello di Laura Benvenga; funzionale a conferire intensità e poesia anche il disegno luci. L’interpretazione dinamica, vivace, drammatica, emozionante di Zanacchi cattura il pubblico in sala: in un’ora circa di monologo, caratterizza pienamente tutti i personaggi della drammaturgia, scivolando agevolmente da accenti meridionali a quelli settentrionali, proponendo una carrellata di personaggi variegati, a volte ai limiti del grottesco. A suo agio nelle vesti dei singoli ruoli e sostenuto da movenze e gestualità ritmiche, Zanocchi dimostra delle ottime doti interpretative, causando momenti di ilarità ma anche di pianto in una sala quasi interamente occupata. La seconda fase della stagione al Teatro Trastevere è iniziata convincendo pienamente gli spettatori e la critica.

 

Mena Zarrelli

22 febbraio 2022

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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