Venerdì, 19 Aprile 2024
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Spettri stantii al teatro Quirino

Recensione dello spettacolo Spettri, in scena al Teatro Quirino dal 13 al 18 Dicembre 2022

 

Cosa succede quando il teatro diventa maniera? Quando ogni elemento della rappresentazione appare fino a se stesso, giustificato nel suo esistere solo dell'appartenenza ad un insieme codificato? Se ne ha un ottimo esempio in Spettri in scena al Teatro Quirino dal 13 al 18 Dicembre.

È noto come il dramma di Ibsen sia una spietata denuncia del marciume che la società borghese nasconde dietro il velo ipocrita dell'irreprensibilità e la cortina invalicabile del complice silenzio. Le turpi azioni del Capitano Alving, che si disvelano solo dopo la sua morte, al momento della consacrazione come personalità emerita, ricadono tragicamente sui destini delle anime pure di Osvald (Gianluca Merolli) e Regina (Eleonora Panizzo). Ma se di marcio si parla, si vorrebbe poterci affondare le mani, sentirne tutto il fetore, inorridire e struggersi di fronte al dolore innocente che ne consegue. Tutto ciò non accade.

La partecipazione emotiva si perde dietro scene didascaliche che sanno di mera trovata, come il balletto che vorrebbe raccontare la joie de vivre; viene appiattita dalla recitazione accademica e compassata di Andrea Jonasson (Helene Alving), Fabio Sartor (Pastore Manders) e Giancarlo Previati (Engstrand), priva di picchi d’intensità, ma generosa di lunghi silenzi sospensivi (soprattutto dell’attenzione); viene distratta dal persistente sottofondo musicale, più fastidioso che utile; coperta da una scenografia anonima, dove, accanto all'ovvio salotto borghese, compare un misterioso pannello oscillante. Insomma, tutto sa di mestiere.

Chissà se era progettuale, nell'idea registica del lituano Rimas Tuminas, riprodurre tanta medietà, per far emergere il dramma esclusivamente dal testo. Ma la stessa trasposizione di Fausto Paravidino lascia delle perplessità. Scompare ad esempio l'incendio dell'orfanotrofio, acme e punto di svolta del dramma, lasciando peraltro sospesa e incomprensibile la diatriba iniziale sulla stipula della polizza; si pone insistentemente l'accento sull’affetto morboso della madre per il figlio; si strizza l'occhio, nello scontro fra il Pastore Manders e Osvald sul tema della famiglia tradizionale, a temi attuali ed argomentazioni benpensanti.

Ma la recensione più severa di ciò che non è piaciuto può, per contrasto, venire dal confronto con ciò che invece è piaciuto e molto: l'interpretazione dei giovani Gianluca Merolli e Eleonora Panizzo.

Panizzo, in particolare, sin dalle prime scene dimostra di saper padroneggiare lo spazio con autorevolezza. Dispiace quasi vederla chiamata a gesti scenici teatrali nell’accezione critica del termine, perché nel corso della rappresentazione dimostra di non averne bisogno, possedendo ciò che manca al resto dell'impianto scenico: la capacità di vibrare e far vibrare dentro. È infatti lei a regalare il momento più toccante, forse il solo, con quell’accorato e ripetuto “Troverò la mia strada!” con cui esce di scena. 

Altrettanto efficace è Gianluca Merolli nel rappresentare una stanchezza esistenziale, che però non si lascia sopraffare dall’abbraccio mortifero della madre, né dagli ipocriti richiami morali del Pastore.

Spettri ne abbiamo visti al Teatro Quirino; ma spettri stantii, immagini sfocate di un teatro dalla grandissima tradizione ma che, svuotato dell’anima, si riduce a mera riproduzione di codici logori. È forse ora di riporre il vecchio. Seguendo Regine e la sua giovane interprete fuori da palcoscenici ormai troppo polverosi, il teatro classico può ancora, anche lui, trovare la sua strada.

 

Valter Chiappa

15 dicembre 2022

 

informazioni

Dal 13 al 18 Dicembre 2022

TEATRO QUIRINO

SPETTRI

di Henrik Ibsen

versione italiana e adattamento Fausto Paravidino

regia: Rimas Tuminas

con: Andrea Jonasson, Gianluca Merolli, Fabio Sartor, Giancarlo Previati, Eleonora Panizzo

 

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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