Venerdì, 26 Aprile 2024
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La scoperta della poesia giovanile di Pier Paolo Pasolini: Rosada! Fra recitazione e canto, affascina la platea

Recensione dello spettacolo Rosada!, tournee nei teatri dell Ert - Ente teatrale regionale del Friuli Venezia Giulia il 12 e 13 gennaio 2023

 

‘Rosada!’ è un complesso lavoro  teatrale, che partendo da alcuni dei testi delle ‘ Poesie a Casarsa’ indaga sul valore della poesia friulana di Pier Paolo Pasolini.

In realtà il viaggio proposto è ben più complesso, giocato su piani differenti e su letture parallele. Una  operazione ambiziosa,  di estrema raffinatezza, ma anche garbata, misurata, assolutamente riuscita, che premia un gruppo di talenti giovani, coraggiosi e che hanno scelto di non cedere alle lusinghe della facile popolarità ma di percorrere la strada della proposta di qualità.

Lo spettacolo, scritto da Gioia Battista, impegnata anche nelle vesti di regista, immagina un professore che deve cercare di appassionare alla produzione giovanile pasoliniana un gruppo di studenti, non esattamente motivati.

L’idea è funzionale, perché permette di alleggerire alcuni momenti dello spettacolo, di inserire delle pause ad un crescendo emozionale di grande impatto,  riuscendo ad incatenare  il pubblico  alla narrazione senza tramortirlo.

Nella parte del professore,  un bravissimo Nicola Ciaffoni , che sa trovare il giusto colore per le varie situazioni, si lascia andare a qualche  accenno di canto, gioca d’ironia con le espressioni del volto, sa cedere il palco ad Elsa Martin per le parti cantate.

Forte la componente musicale. Non musiche di  scena, non un concerto. Piuttosto una narrazione alternativa, con i suoni che traducono in sensazioni le parole. Un viaggio dentro ciascuno, alla ricerca di qualche significato recondito, di un significante collettivo, che echeggia  l’epicità della tragedia greca, la  drammaticità del presente, il bisogno di libertà di pensiero.

In effetti le  musiche di Giulio Ragno Favero, eseguite dal vivo dal compositore ,  riescono a trasportare in un altrove mitico, anche grazie al canto struggente di Elsa Martin, interprete dalla ampia estensione, con una  voce ricca di sfumature,  una personalità magnetica ed una tecnica solida che le permette di percorrere con sicurezza il pentagramma, di accarezzare l’urlo senza mai scivolarvi, di inerpicarsi su note altissime, mai ostentate, mai compiaciute.

Alcuni passaggi , come il disperato ‘Io  soi besol’ (io sono solo) accorato grido di solitudine che commuove la sala in un pianto silenzioso, che sembra abbracciare  i sogni del giovane poeta, già conscio del suo destino, sono di una straziante bellezza dai toni metafisici.

Il suono  legge la parola, ne scolpisce il significato, tratteggia emozioni  ed incatena il pubblico, che dopo i sorrisi iniziali rimane ipnotizzato dalla narrazione.

Si  percorre la vita del poeta, ci si sofferma sulle vicende dell’infanzia,  viene evocata l’esperienza della Accademiute, si parla della Guerra, della morte del fratello a Porzus.

Tutto questo porta a  riflettere sul significato della scelta della  lingua friulana come gesto politico dichiaratamente antifascista, come  conquista di una identità, bisogno di una casa, necessità di una appartenenza.

Pasolini amava moltissimo giocare a  calcio e nel corso della serata , a rallentare un crescendo narrativo che potrebbe potuto farsi troppo oppressivo, una radiocronaca immaginaria di un intenso ed al tempo stesso ironico  Bruno Pizzul , che descrive una partita dai toni epici nella quale versi  e colpi di pallone  si alternano con bravura.

Quando suona la campanella ed il professore esce, lasciando il palco all’ultima pagina musicale, nella quale la Martin riprende il duetto iniziale immaginario fra il suo canto e la rielaborazione sonora di una lettura dello stesso Pasolini, il pubblico risolta ormai completamente rapito.

Siamo in un teatro piccolo, a San Daniele del Friuli, con una platea per la massima parte di abbonati , moltissimi dei quali non avevano idea che li aspettasse una proposta così impegnativa.  Allo spegnarsi delle luci, ben curate da Stefano Bragagnolo, un attimo di silenzio e poi uno scroscio di applausi lunghissimo, con ‘bravi’ gridati con convinzione e  tante  chiamate in scena, a premiare la bravura degli interpreti, la coraggiosa stesura di un testo  che unisce impegno e misura, la scelta , benedetta ed anarchica, di andare controcorrente, avendo il coraggio di credere ancora una volta che la cultura può renderci migliori.

 

 

Gianluca Macovez

15 gennaio 2023

 

informazioni

Rosada!

Da un idea di Caraboa Teatro

Drammaturgia e regia Gioia Battista

con Nicola Ciaffoni

e con Elsa Martin

 

 

sonorizzazione e musiche di Giulio Ragno Favero

suono Carlo Gris

luci Stefano Bragagnolo

con l’amichevole contributo di Bruno Pizzul

 

San Daniele del Friuli, Auditorium alla Fratta,  13 gennaio 2023.

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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