Sabato, 27 Luglio 2024
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Bros di Romeo Castellucci: quando la violenza non basta

Bros si configura come un’opera di immagini, suggestioni e suoni che si può riassumere in una parola: disturbante. Lo spettacolo di Romeo Castellucci si impone sulla platea, fin dai primi minuti, in maniera netta. Una dittatura, quella a cui è sottoposto il pubblico in sala, che non ammette momenti di pausa. Dopo aver “rintronato” gli spettatori con un totem sonoro che scandagliando l’etere mette subito lo spartito della messa in scena su toni cupi e abissali, il monologo iniziale fa scendere un religioso silenzio fra le poltrone. 

Un potente Valer Dellakeza nei panni del profeta, prima martorizzato poi venerato, getta le basi sulle azioni, che caratterizzeranno i quasi novanti minuti di pièce, usando le parole bibliche di Geremia: “Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti”.

Gli spettatori, muniti all’ingresso del “Codice comportamentale consegnato a ignari partecipanti”, cominciano a capire il senso della banalità del male alla quale stanno per assistere. Sul comunicato stampa si legge: “A pochi minuti dall’inizio dello spettacolo a ciascuno “attore” è consegnata una divisa da poliziotto e un dispositivo auricolare. All’apertura del sipario gli “attori” devono scrupolosamente eseguire gli ordini impartiti loro per via auricolare. I comandi sono ricevuti individualmente. Ciascun poliziotto apprende in tempo reale i comandi. Ciascuna azione è compiuta nel tempo determinato dall’ordine. La matrice dei comandi rimane fuori scena, invisibile agli spettatori”. 

I poliziotti si muovo così decisi e fermi nel loro incedere, non importa quanto siano brutali i loro moti, quanto siano forti le manganellate inferte, quanto bassi siano gli impulsi che muovono le loro mani, il “credo” è l’unica parola d’ordine, l’unica giustificazione. I motti che fondano la loro religione sono chiari, provengono dal latino e per questo sono ancora più rispettabili: “Un lato che appare non è niente senza quello che non appare”, “celebrare il marginale mantiene intatto il centro”. Questi fratelli di violenza si affaccendano senza sosta sul palco senza mai dimenticare il patto che hanno siglato: “sono disposto a diventare un poliziotto in questo spettacolo”, “eseguirò gli ordini anche se mi esponessero alla vergogna… anche se mi sembreranno contraddittori”. Si torturano a vicenda e non ci pensano su due volte quando devono prendere parte alle pose per le fotografie che immortalano le loro gesta. Il sangue prende così spazio, non solo sulle loro vesti, ma anche sulle immagini che susseguono sul palco. Una mano totemica, una zampa di palmipede, un babbuino e il ritratto di Samuel Beckett, la cui riverenza viene più volte mostrata da parte dei poliziotti. 

De pullo et ovo”, del pulcino e dell’uovo. È l’ultimo motto che compare scritto su di un telo dal quale esce un bambino. Una nuova speranza? Un’anima candida e pronta a sviluppare un suo pensiero critico? No, basta un manganello, consegnato nelle sue innocenti mani, a renderlo un nuovo seguace pronto a seguire la massa.

Alla fine dello spettacolo la platea rimane interdetta. Da una parte c’è chi dice di essere entrato nello spettacolo ed averlo metabolizzato, dall’altro c’è chi non ha compreso il senso generale di quanto visto. Nel mezzo c’è anche chi, rivolgendosi alla parte di pubblico intento ad applaudire ha gridato: “Chi applaude è un imbecille!”. Quello che ci rimane è un pugno nello stomaco che lascia poco spazio all’immaginazione. Una messa in scena vera che però strizza fin troppo l’occhio a quella violenza brutale fin troppo perpetrata nel cinema, nei videogiochi e nelle serie tv. Un’attenzione alla violenza che lascia in secondo piano altri aspetti che avrebbero meritato più spazio, come ad esempio il confine fra l’ordine e l’abuso da parte delle autorità e la consequenziale  funzione dei poliziotti/marionette offuscati da un credo che annienta la loro anima e i loro sentimenti.  

Lo spettacolo rimane così come amputato, in ginocchio, proprio come una delle vittime di quei poliziotti. Altro non può fare che subire il corso degli eventi, senza che nessuno sia veramente consapevole delle motivazioni che hanno portato a quanto si è vissuto.

 

 

Enrico Ferdinandi

11 marzo 2023

 

 

Informazioni

BROS


concezione e regia Romeo Castellucci
musica Scott Gibbons

collaborazione alla drammaturgia Piersandra Di Matteo
assistente alla regia Silvano Voltolina
scrittura degli stendardi Claudia Castellucci
con Valer Dellakeza e con gli agenti Luca Nava, Sergio Scarlatella
e con Giovanni Antonini, Filippo Braucci, Sandro Calabrese, Sergio Casini
Davide Cherstich, Nicola Ciaffoni, Marcello Di Giacomo, Stefano Donzelli, Gabriele Ferrara
Francesco Gentile, Damjan Gomisel, Pietro Lancello, Alessandro Mannini
Mauro Mercatali, Michele Petrosino, Lorenzo Picca, Danilo Rubcich
Nicolas Sacrez, Piergiorgio Maria Savarese, Fabio Sinnona, Carlo Suppressa
Andrea Vellotti, Vincenzo Vennarini, Luigi Vilotta e con il piccolo Filippo Fermini

 

 

orari:
giovedì e venerdì ore 20.00
sabato ore 19.00
domenica ore 17.00
durata 90'
durante lo spettacolo verrà utilizzato un volume alto
per le musiche di scena e ci saranno alcuni colpi di pistola

 

 

 

direzione tecnica Eugenio Resta
tecnico di palco Andrei Benchea
tecnico luci Andrea Sanson
tecnico del suono Claudio Tortorici
responsabile costumi Chiara Venturini
sculture di scena e automazioni Plastikart studio
realizzazione costumi Atélier Grazia Bagnaresi
traduzioni dal latino Stefano Bartolini
direttrice di produzione Benedetta Briglia
promozione e distribuzione Gilda Biasini
produzione e tour Giulia Colla
organizzazione Caterina Soranzo
equipe tecnica in sede Carmen Castellucci, Francesca Di Serio, Gionni Gardini
amministrazione Michela Medri, Elisa Bruno, Simona Barducci
consulenza economica Massimiliano Coli

foto di Jean Michel Blasco

Societas, in co-produzione con: Kunsten Festival des Arts Brussels;
Printemps des Comédiens Montpellier 2021 ; LAC Lugano Arte Cultura; Maillon Théâtre de Strasbourg - Scène Européenne; Temporada Alta 2021; Manège-Maubeuge Scène nationale; Le Phénix Scène nationale Pôle européen de création Valenciennes; MC93 Maison de la Culture de Seine-Saint-Denis; ERT Emilia Romagna Teatro; Ruhrfestspiele Recklinghausen; Holland Festival Amsterdam; Triennale Milano Teatro; National Taichung Theater, Taiwan

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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