Venerdì, 29 Marzo 2024
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Orfeo al Verdi di Trieste: fra divi rock e grande poesia

Recensione di Orfeo ed Euridice di Christoph Willibald Gluck in scena al Teatro Verdi di Trieste dal 14 al 23 aprile 2023

 

Al Verdi  è arrivata la storia intensa di ‘Orfeo ed Euridice’ di Gluck. Si tratta di una nuova produzione per la quale il teatro triestino ha riunito un cast di fuoriclasse ed alcuni giovani talenti, per uno spettacolo dalle tante sfaccettature. Il regista giuliano Igor Pison ha firmato numerosi spettacoli in Italia ed all’estero. In questa occasione ha confezionato uno spettacolo decisamente strano, fra rockstar e droghe, visioni allucinate e citazioni pop.

Le scene di Nicola Reichert forniscono un supporto colorato a questa anomala ambientazione, mentre i costumi di Manuela Paladin forzano la mano, scegliendo di scivolare nella caricatura. Questa proposta ha pregi e difetti. Di grosso valore la scelta della direzione del teatro di valorizzare i talenti locali, di proporre un allestimento moderno, anticonvenzionale, che ammicchi al mondo dei più giovani e che sia foriero di un dibattito culturale vivace. A Pison il merito di aver portato in palcoscenico una idea chiara. Un’idea coerente, anche quando non la si condivide, è molto meglio di una scontata routine. Reso onore al merito di aver confezionato uno spettacolo dalla marcata  identità, confessiamo che il risultato  non ci ha convinto. Ci è sembrato sostanzialmente più provocatorio che coraggioso, volutamente esagerato, penalizzante per i  cantanti, costretti ad abiti e parrucche grotteschi, eccessivamente forzato nella recitazione di alcuni ruoli. Abbiamo trovato che le scene non abbiano tenuto conto nel  dovuto modo dell’acustica, sia a causa del grande oculo sul soffitto, che  vanifica la scatola acustica, sia concentrando alcune azioni in zone poco generose  per la resa sonora delle voci. Alla prima il pubblico ha decisamente dissentito dal lavoro di regista, mentre nelle recite successive sembra averlo meglio accettato, o forse solo subito con compostezza ed una certa rassegnazione.

Fortunatamente il discorso è riuscito meglio musicalmente. Il coro, diretto da Paolo Longo, ha fornito una prova sicura, riuscendo ad essere suggestivo anche quando era abbigliato  in modo parodistico. L’orchestra del Verdi era diretta dal giovane maestro Enrico Pagano, una fra le più promettenti nuove bacchette italiane.  Musicista  attento e preparato, riuscendo a dipanare le difficoltà della partitura con eleganza, offrendoci una lettura sempre più delicata man mano che lo spettacolo va avanti e regalando alcuni momenti di struggente intensità. Lo spettacolo prevede il mantenimento di  tutte le danze, eseguite dai solisti del corpo di ballo della Sng Opera in Balet Ljubljana. Sfugge la relazione fra le coreografie di Lukas Zuschlag, la narrazione scenica, la scelta di vestire  una figura in  pigiama e calzini ed una in abito di raso con panciotto. I movimenti sono senza dubbio atletici, ma mai sensuali, poco drammatici e senza il pathos che la storia avrebbe meritato.

Sembrano un inciso  autonomo e spigoloso all’interno di una narrazione morbida e tratteggiata. Passando alle voci, Olga Dyadiv è Amore. Il ruolo non sembra fra i più adatti al suo strumento vocale, ma la cantante ucraina, penalizzata da un abito grottesco e da movente caricaturali, assolve la parte in modo accettabile, anche se sfugge  che cosa il suo personaggio trovi di così divertente in questa vicenda. Ruth Iniesta tratteggia una Euridice  intensa, recitata con grande  forza interpretativa, credibile nonostante l’incredibilità dell’aspetto in pigiama e parruccona afro. La voce è sicura, solida nel centro, ricca di sfumature. Apprezzatissima l’esecuzione di ‘Che fiero momento’, che incanta la platea. Prima di parlare della prova di Daniela Barcellona,  riteniamo necessaria una considerazione.

Questo in qualche modo avrebbe dovuto essere il grande rientro della cantante nella sua città, con un ruolo nel quale non ha rivali,  che ha saputo fare completamente suo, che dimostra di vivere con una sensibilità assoluta, nel quale sa dare il giusto peso ad ogni parola, riuscendo a colorare anche i silenzi. Di fatto, però, un allestimento come questo avrebbe potuto distrarre l’attenzione di pubblico e stampa, rendendo meno unanime il consenso e certamente non facilitando il loro lavoro degli interpreto.

Crediamo che la maggior parte dei grandi interpreti, contesi dai principali teatri del mondo, avrebbero sbattuto la porta e lasciato la produzione.

Non la Barcellona, che si è fatta Orfeo di una Euridice che è il pubblico che la ama, la sua città, il teatro triestino. Ha saputo guardare oltre il contingente, seminare passione attraverso la musica, dimostrando una professionalità assoluta, un affetto emozionante, una sensibilità che già da sola è opera d’arte. La sua prova è stata quasi metateatrale, perché ci ha regalato un personaggio profondamente autentico, che si muoveva in un contesto grottesco. La Barcellona vince con il cuore ancora prima che con la voce, ma la sua prova vocale è maiuscola. Una tavolozza di sfumature, uno strumento solidissimo, recitativi di scultorea potenza, uniti ad un lavoro di cesello su ogni parola, sui gesti, sulle pause, ci consegnano pagine di nuda e struggente poesia, in un crescendo emozionale che deflagra nella celebre ‘Che farò senza Euridice?’

Alla fine applausi abbondantissimi e meritati per tutti gli interpreti, con vere acclamazioni per Iniesta e soprattutto Barcellona, che di fatto sono state il motore dello spettacolo.

 

 

Gianluca Macovez

17 aprile 2023

 

informazioni

Trieste, Teatro Giuseppe Verdi, stagione d’opera e balletto 2022 23

ORFEO ED EURIDICE
Musica di Christoph Willibald Gluck
Azione teatrale per musica in tre atti di Ranieri de’ Calzabigi

Personaggi e interpreti 
Orfeo  DANIELA BARCELLONA 

Euridice  RUTH INIESTA 

Amore OLGA DYADIV

Ballerini solisti del corpo di ballo della SNG Opera in Balet Ljubljana
GEORGETA CAPRAROIU/ URŠA VIDMAR

Orchestra Coro e Tecnici della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Maestro Concertatore e Direttore Enrico Pagano

Maestro del coro Paolo Longo
Regia Igor Pison
Scene Nicola Reichert
Costumi Manuela Paladin

Coreografie Lukas Zuschlag
NUOVO ALLESTIMENTO DELLA FONDAZIONE TEATRO LIRICO GIUSEPPE VERDI DI TRIESTE

Trieste, Teatro Giuseppe Verdi,  16 aprile 2023

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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