Lunedì, 29 Aprile 2024
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Io&tu: la drammaturgia di Lauren Gunderson convince ed emoziona il pubblico dello Spazio Diamante

Recensione dello spettacolo Io&tu in scena al Teatro Spazio Diamante dal 19 al 26 gennaio 2024

 

L’attesa dell’inizio dello spettacolo in scena Io&tu corrisponde anche all’ingresso in punta di piedi degli spettatori in sala nella vita di Caroline, un’adolescente di 17 anni che si aggira nella sua camera in un clima di apparente normalità in cui ascolta musica, sta al pc, utilizza i social sul cellulare, gioca con le ombre…ad inizio spettacolo però l’arrivo di un nuovo personaggio, Anthony, interrompe questa routine e attraverso questo incontro inaspettato e spiazzante per la protagonista scopriamo che Caroline in realtà vive reclusa in quella stanza da molti anni a causa di una malattia e non frequenta più la scuola in presenza da tempo. Con l’occasione di svolgere un compito insieme, l’avvicinamento graduale del compagno di classe è un’impresa ardua: gli anni di chiusura al mondo, la sofferenza, l’ansia della morte hanno reso la ragazza cinica, dura, a tratti irriverente e psicologicamente instabile per la costante mancanza di certezze sull’entità ignota del futuro. Anthony invece ha uno stile comportamentale molto differente da quello di Caroline: è un ragazzo centrato su stesso, sulle proprie passioni, ha una sua visione sull’esistenza in cui cerca di coinvolgerla attraverso un canale quasi desueto per le nuove generazioni: la poesia, in special modo i componimenti di Foglie d’erba di Walt Whitman. Attraverso la lettura dei versi del poeta americano cerca di dare una risposta agli interrogativi esistenziali della ragazza illuminando i grandi temi che li attanagliano: il dolore, il senso della vita, la morte.

Anche la musica ha la funzione di avvicinare i due, Anthony comunica con lei anche attraverso il linguaggio del jazz sollecitando la curiosità e l’entusiasmo di lei. Ma proprio quando Caroline distoglie l’attenzione dal mondo dei social in cui vive immersa e sente che le corrisponde la bellezza della musica e della poesia di Withman, s’insinua il dubbio nello spettatore se quello a cui ha assistito sia un incontro avvenuto realmente o in una dimensione onirica. Il finale scioglierà gli interrogativi a riguardo, rivelandoci il senso profondo di quell’incontro e lasciando il pubblico spiazzato ed emozionato.

La stanza di Caroline dalle tonalità metà chiare e metà scure è rappresentata in prospettiva aprendosi in direzione del pubblico con l’effetto di rievocare vagamente la delimitazione degli spazi operata da Van Gogh nel ritrarre la sua stanza. Anche qui questo luogo fisico diviene metaforicamente il fulcro di una vita che rifugge l’esterno e trova nel suo spazio, rifugio e protezione per le proprie sofferenze fisiche e spirituali. La nostra protagonista ormai vive la sua socialità solo tramite le app dei social media e non sa più comunicare dal vivo giungendo alla situazione paradossale in cui con Anthony presente in camera prova a scrivergli sui social per parlare con lui. La drammaturgia tratta dal testo della scrittrice americana Lauren Gunderson mette sotto la lente d’ingrandimento uno degli atteggiamenti tipici e preoccupanti degli adolescenti che appartengono alle generazioni contemporanee, ormai in difficoltà a rapportarsi con le persone dal vivo. Ma questo è solo uno dei molteplici aspetti affrontati da questa complessa drammaturgia. La pièce si costruisce sui temi centrali dell’esistenza umana: il senso della vita e il senso della morte. L’arte in questo caso ci viene in soccorso con i sublimi versi di Whitman che diventa un personaggio celato aggiunto a quelli sul palco: parla ai due ragazzi attraverso le sue poesie e riesce a sciogliere l’apparente disinteresse e cinismo di Caroline, che per un attimo sente come proprie le parole dell’autore.

L’arte sotto le sue molteplici espressioni è uno strumento che inebria e illumina l’esistenza umana. In questo contesto Anthony si concretizza come il mezzo che ha scosso Caroline dal torpore di una quotidianità insensata in cui si è smesso di provare emozioni e di sentire la bellezza insita nell’esistenza stessa. Da evidenziare la bravura dei due giovani attori Aurora Spreafico e Derli Do Rosario Soares, nonostante qualche rigidità iniziale nell’interpretazione del personaggio di Anthony, a differenza dell’attrice che presta il volto a Caroline da subito disinvolta e a proprio agio nel ruolo ricoperto ben caratterizzato nei suoi eccessi. Interessanti le scelte della regia di Gianluca Merolli per quanto concerne la scenografia e l’interpretazione dei due attori da cui si evince il notevole lavoro di direzione del regista. Il pubblico in sala partecipa emotivamente alla messa in scena andando via colpito ed esterrefatto dal finale.  

 

Mena Zarrelli

24 gennaio 2024

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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