Martedì, 14 Maggio 2024
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Sister act: la magia di Broadway al Teatro Brancaccio

Recensione dello spettacolo Sister Act in scena al Teatro Brancaccio di Roma dal 31 gennaio al 12 febbraio 2017

Saverio Marconi, famoso regista teatrale e fondatore della Compagnia della Rancia, già affermato nel mondo del musical per le sue numerose regie tra cui si ricordano Pinocchio il Grande Musical e Frankenstein Junior, firma la regia di Sister Act, basato sull’omonimo film di Emile Ardolino, in cui il ruolo della protagonista Deloris Van Cartier è interpretato dalla strepitosa Whoopi Goldberg, affiancata dalla famosa Maggie Smith (nota al pubblico per il ruolo della professoressa McGranitt nella saga di Harry Potter) nelle vesti della Madre Superiora. 

 

Il musical con la regia di Marconi, da non confondere con la versione della Stage Entertainment, ha debuttato con successo nel 2015 al Teatro Brancaccio di Roma e ha toccato parecchie città italiane per poi tornare nella capitale. 

Sotto i riflettori un cast composto da 24 artisti, tutti di ottima qualità e tra questi alcuni si sono distinti per la recitazione e per il canto: Belia Martin interpreta Deloris, ruolo già ricoperto anche nella versione spagnola, e ha spiccato soprattutto nella recitazione; Pino Strabioli, che dà vita a Monsignor O’hara e con le sue battute ha suscitato più volte le risa del pubblico; la vincitrice del talent show The voice of Italy, Suor Cristiana, interpreta la giovane Suor Maria Roberta e grazie alle sue doti canore spicca su tutte le altre voci; Felice Casciano è il “cattivo” della situazione, bravo nella recitazione e nel canto, anche lui aveva già ricoperto il ruolo di Curtis nella versione italiana della Stage; Claudia Campolongo con la sua spiritosaggine definisce al meglio la simpaticissima Suor Maria Lazzara; discreta l’interpretazione di Jacqueline Maria Ferry come Madre Superiora sia nel cantato che nella recitazione; non ha invece convinto il sergente Eddie Souther interpretato da Marco Trespoli, forse troppo giovane per il ruolo.

Durante lo spettacolo vediamo 13 diversi ambienti con 24 cambi di scena. Lo scenografo Gabriele Moreschi spiega perfettamente la sua idea di scenografia: “Il lavoro sulle scenografie è durato mesi, dai bozzetti alla fase di progettazione tecnica fino alla realizzazione e al montaggio in teatro. Tutto il progetto si sviluppa con un’impostazione prevalentemente “architettonica”e mi sono ispirato, per gli ambienti del convento, a uno stile gotico americano, cercando di restituire il rigore severo degli spazi. La complessa macchina scenica permette di passare nel tempo di poche note musicali dal nightclub al refettorio delle suore, dalla stazione di polizia all’ufficio della superiora.”

Per i costumi Carla Accoramboni spiega come ne abbia realizzati oltre 200, tutti in stile anni ’70 dando vita ad una contrapposizione tra quelli per il mondo esterno laico (la stazione di polizia, il night ecc) e quelli per il mondo interno religioso del convento, che alla fine verranno “uniti” da Deloris, fino al sorprendente numero finale con brillanti costumi realizzati con migliaia di paillettes dorate.

Saverio Marconi, come aveva già fatto con Pinocchio è riuscito a portare la magia dei musical di Broadway anche in Italia.

 

Gabriele Isetto

5 febbraio 2017

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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