Martedì, 23 Aprile 2024
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IL MALATO IMMAGINARIO: UNA COMMEDIA ESILARANTE

Recensione dello spettacolo Il malato immaginario andato in scena al Teatro della Pergola di Firenze dal 6 all’11 dicembre 2016

Il malato immaginario è l’ultima commedia scritta dal francese Molière, che morì poche ore dopo averla interpretata. L’edizione che è stata proposta al Teatro della Pergola, è stata allestita per ricordare il noto attore e autore Franco Parenti.  

L’affermata regista milanese Andrée Ruth Shammah ha accompagnato dieci attori che hanno dato vita a questa commedia in maniera eccellente. Il protagonista Argan è interpretato dal famoso Gioele Dix. Gli altri interpreti sono: Anna Della Rosa (Antonietta), Valentina Bartolo (Angelica e Luisona), Francesco Sferrazza Papa (Cleante), Alessandro Quattro (Dottor Aulenti e Signor Bonafede), Piero Domenicaccio (Professor Fecis), Francesco Brandi (Tommaso Purgon), Marco Balbi (Professor Purgon), Pietro Micci (Beraldo) e Linda Gennari (Belina).

Interessanti in questa messinscena i ruoli delle attrici Valentina Bartolo e Anna Della Rosa che interpretano due personaggi: la Bartolo ricopre sia il ruolo di Angelica, una donna matura innamorata segretamente di Cleante, sia quello di Luisona (sorella di Angelica), una ragazzina nei modi di fare e nell’acconciatura alla “Pippi Calzelunghe”; Anna Della Rosa invece interpreta l’infermiera di Argan, Antonietta, che nel secondo atto attraverso un sotterfugio si traveste da medico, perciò abbiamo un completo cambiamento nella recitazione e anche nel costume.

All’aprirsi del sipario ci troviamo davanti ad una scenografia semplice ma di forte impatto, curata da Gianmaurizio Fercioni. Salta subito agli occhi la sedia rossa occupata dal protagonista con accanto il carrello delle medicine, d’intorno delle sedie, sul fondo un attaccapanni e in alto tre grossi lampadari, infine abbiamo quattro pannelli di garza velata. In questo spazio scenico fisso, si susseguono i vari intrecci di cui è composta la commedia, tra cui gli equivoci a cui è sottoposto Argante, l’amore della giovane  Angelica per Cleante e i battibecchi tra il primo attore e Antonietta.

La fantasia di Fercioni la ritroviamo anche nella realizzazione dei costumi, i quali si avvicinano di più all’Ottocento che non al periodo in cui Molière scrisse e interpretò la commedia, il Seicento, come si può notare per esempio dagli abiti che indossa Francesco Sferrazza Papa, che ricorda molto l’abbigliamento indossato da chi partecipava al tipico “sport” inglese della caccia alla volpe.

Lo spettacolo ha riscosso grande successo da parte di un pubblico di tutte le età: non passavano che pochi secondi tra risate ed applausi che si levavano dalla platea e dai palchetti a seguito delle battute dei protagonisti.

 

Gabriele Isetto

12 dicembre 2016 

 

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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