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Io sono Claudia - Al Nuovo Teatro Sancarluccio Napoli il 19 Maggio 2018

 

Tempi nostri. Un notte invernale, stranamente tiepida ed immersa in un silenzio surreale. Una piccola stazione di periferia. Una panchina a centro scena, il profilo di un lampione sul fondo. La scatola nera evoca l'infinità della notte, ma anche un limite invalicabile e claustrofobico. Sulla panchina è seduto un uomo sulla quarantina. Ai suoi piedi una vecchia borsa, si rigira fra le mani un piccolo libro, come indeciso se sia davvero il caso di iniziare a leggerlo. All'improvviso il silenzio viene scosso da un suono assordante. Lo stridio di un treno che giunge ad altissima velocità e sembra frenare bruscamente. L'uomo, trasalendo, guarda davanti a sé, verso il binario ideale sul quale è in arrivo il convoglio. Il treno si ferma, poi riparte.

Qualche attimo dopo si materializza in scena una ragazzina sui vent'anni. Una felpa nera a coprirle la testa, un vecchio zaino sulle spalle. Solo più tardi dirà di chiamarsi Claudia, e l'uomo Lorenzo. Come i più classici degli sconosciuti, costretti dalla casualità a condividere l'indefinibile spazio dell'attesa, i due cominceranno pian piano a conoscersi, senza volerlo, senza immaginare minimamente le conseguenze, ma scoprendo minuto dopo minuto che non è il caso a volerli lì, ma qualcosa di molto vicino al destino. La notte. La strana calura. La panchina. La campagna deserta che li circonda. Lo spazio apparentemente infinito che li avvolge li costringe ad addossarsi l'uno all'altro, ad accartocciarsi, a cercare una timida protezione, mentre quello stato di attesa (il prossimo treno, per lui, la luce del giorno, per fare finalmente ritorno a casa, per lei) si riscopre essere nient'altro che un doveroso intervallo, una pausa, una cesura necessaria, una parentesi nello scorrere sregolato del tempo che possa permettere ad entrambi di capire davvero dove sia più giusto andare, quando la notte sarà passata. Lentamente, in modo quasi casuale, vengono fuori le loro storie. I frammenti si ricompongono in un puzzle sempre più definito, e nel ri-conoscersi i due vengono man mano colti dall'ansia e dallo stupore. Claudia è una ragazza che ha preferito i margini ad una vita familiare ammantata d'ipocrisia. Qualche anno prima scappò via di casa. Viaggi senza meta. Rave. Raduni. Grandi città europee. Poi Parigi. Ed è dalla capitale francese che adesso proviene, ancora sotto shock, dopo essere sopravvissuta miracolosamente all'attentato del Bataclan. Lorenzo la ascolta, travolto, incapace di scindere la realtà da una sua folle gemella. Perché presto toccherà anche a lui vuotare il sacco. E quel treno (il prossimo, all'alba) che si ritrova ad attendere si rivelerà essere qualcosa di più di un semplice treno. L'uomo, in apparenza sereno, sta per intraprendere un viaggio definitivo. Un suicidio, programmato e pianificato da tempo, perché, secondo lui, non c'è altra scelta. Le motivazioni sembrano essere assurde. Non è malato. Non ha problemi economici. Ha forse sofferto un'inconsolabile solitudine, ma nemmeno quella basta a giustificare il suo imperdonabile proposito. Con lucida determinazione, Lorenzo spiega cosa lo abbia spinto a tanto, mentre Claudia, arricchita da un'esperienza che non avrebbe mai pensato di vivere, proverà a dissuaderlo con intelligente e matura cautela. Quando la ragazza sembra essere vicina allo scopo, l'arrivo di un terzo, grottesco personaggio, farà improvvisamente saltare tutto, e i due dovranno provare a vincere la battaglia più difficile, quella con la morte, venuta a ritirare il suo agognato premio.


Note di Regia

Un dialogo crudo, netto, di taglio quasi cinematografico. Parte dall'assoluta casualità di un incontro che sembra essere anche quello fra due generazioni separate da un ventennio di illusioni infrante, e va man mano immergendosi nel cuore dei due personaggi, e nell'evocazione delle tragedie dalle quali provengono: la prima, quella di Claudia, pubblica e spaventosa, si porta dietro lo spettro del terrorismo islamico, l'altra, quella di Lorenzo, più privata, intima, sintetico contenitore dei drammi individuali della nostra epoca, disincantata, sorretta dalla pura apparenza, crudele, falsa, tutto ciò che, a ben vedere, per un profondo vuoto di valori, ha fatto dell'Occidente il principale obiettivo della sanguinaria follia dei terroristi. Lo scenario, nella sua primordiale semplicità – una panchina, l'icona di un lampione, i suoni della stazione, il silenzio della campagna – vivrà solo di luci di taglio. Tutto per creare intorno ai due protagonisti il vuoto ovattato che li metterà sotto una grande lente d'ingrandimento, come due insetti da laboratorio. Sbalzi d'umore e di registro. Commedia. Teatro politico. Cinema on the road. Dramma da camera. Surrealismo. Un testo contaminato, che ambisce ad un mix perfetto di emozioni e soluzioni sceniche. Sulla scia di Beckett e Pirandello (L'uomo dal fiore in bocca su tutti), Io sono Claudia rappresenta un importante passaggio nel particolare percorso che l'autore ha scelto di imboccare: dopo Un giorno all'improvviso – un amore contemporaneo, un teatro che stringesse ancora più il cerchio e la morsa attorno a ciò che l'uomo cerca testardamente di evitare, il dialogo, il confronto con l'altro, la ricerca di risposte, il coraggio di gettare uno sguardo all'abisso che si nasconde dietro le nostre maschere. Provare a riportare il teatro a ciò che dovrebbe essere per sua natura: crocevia di verità e menzogne, e luogo deputato per cercare una nuova chiave di volta.

“La notte? Non passerà. Non questa notte. Chissà quante volte ti sarai chiesta anche tu se esista un modo per fermare il tempo. Se lo chiedono tutti. E quasi sempre di notte. Più o meno a quest'ora. E' sempre la stessa storia. Tutti se lo chiedono e poi commettono sempre lo stesso errore. Sempre lo stesso. Vanno a dormire”.


redazione

9 maggio 2018

 

informazioni

Io sono Claudia
scritto e diretto da Eduardo Cocciardo

Testo e Regia: Eduardo Cocciardo
Titolo: Io sono Claudia
Interpreti: Eduardo Cocciardo, Anna Monti, Salvio Di Massa
Genere: Commedia drammatica
Scenografie: Ugualos Produzioni
Durata: 80 min. Circa
Produzione: Ugualos Produzioni

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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